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-Bevi decisamente troppo- sbottai, piegandomi sulle ginocchia per poterlo raggiungere.

Suga intanto mi fissava strabuzzando gli occhietti, come a dubitare della mia presenza.

-Che ci fai qui?- fece con voce rauca, basso tono, chinando il capo in basso in modo da celare il viso sotto la frangia scompigliata.

Probabilmente farsi vedere in quello stato era un colpo al suo orgoglio.
Un ubriaco che si autocommiserava, un tipo incapace di risolvere i suoi pensieri e le sue preoccupazioni senza  dover ricorrere all'alcol.
Probabilmente è così che pensava di mostrarsi a me, ed è così che pensava io lo compatissi.

-Questa qui è casa mia, te ne sei dimenticato?- indicai il muro dove poggiava la schiena -E se ti metti ad urlare a quel modo nel bel mezzo della notte domani riceverò dei reclami dai vicini-

Lui scosse un po' il capo, come a negare qualcosa.

-Da ubriaco perdo il senso dell'orientamento- commentò poi sogghignando, come giustificazione al fatto che, inconsciamente, il suo corpo era finito con il condurlo dritto dritto da me.

Cercai di afferrarlo tra le braccia per aiutarlo ad alzarsi -Ti porto dentro- la voce mi uscì rauca per lo sforzo.

Per quanto fosse magro, era decisamente pesante.

All'inizio sembrò essere grato del mio aiuto, ma poi si ricordò di qualcosa.
Con una forte spinta si allontanò da me, perse l'equilibrio, e ricadde all'indietro dove prima era stato accasciato. Io finì addosso al muro, urtando leggermente la testa. Mi massaggiai un po' il punto dolente, sotto la nuca, e gli dedicai un'occhiata infastidita.
Sapeva essere forte, nonostante il suo gracile fisico da ragazzino di dodici anni.
Il punto sulla nuca pulsava e bruciava, ma la cosa che doleva di più era il rifiuto da parte di Yoongi.

-Eddai, non posso mica lasciarti qui- mi lamentai, aggrottando la fronte.

Yoongi nascose di nuovo il suo sguardo sotto ai capelli argento -Scusa- fece, con un tono quasi inudibile.

Mi riavvicinai e mi abbassai di nuovo alla sua altezza, lo fissai per un po', nel frattempo il silenzio sembrò l'unica cosa intorno a noi, tralasciando lo scalpicciare lontano di piedi sulle strade.

Allungai di nuovo le braccia e lo strinsi a me, avvolgendolo per le spalle. Yoongi sembrò non ribellarsi, mi afferrò i fianchi prendendo tra le dita la mia camicia, ricambiando l'abbraccio.
Il suo corpo era ghiacciato e abbracciarlo venendo invasi dal tanfo dell'alcol era qualcosa di strano, ma quando rilassò i muscoli e poggiò il mento sulla mia spalla un leggero senso di tepore invase il mio petto, permettendomi così di sorridere, almeno un po'.

Nessuno dei due voleva parlare per primo, semplicemente rimanemmo così e quasi ci dimenticammo del litigio di quella mattina.

-La donna che mi ha dato uno schiaffo- iniziò Yoongi, e un po' la sua voce mi infastidì, dato che aveva interrotto quel momento di tranquillo silenzio.

-Credo che tu l'abbia intuito, è una mia parente. Mia zia per la precisione. Voleva convincermi a partecipare all'anniversario di morte di mio padre... Ho detto cose scortesi e mi ha menato un ceffone- spiegava lentamente stringendo la presa, rendendo più vicini i nostri corpi.
Presi a massaggiargli delicatamente il collo con due dita, dove i capelli erano rasati, come ad incoraggiarlo.

-Esattamente...- fece poi -...cosa ti ha detto Jimin?-

-Mi ha detto della cotta che avevi per me da piccolo. Mi ha detto che tu e lui eravate molto vicini e, a proposito, penso dovresti ricontattare tuo cugino, mi ha detto che gli manchi- 

-Davvero?- mi interruppe, e qualcosa nel suo tono mi insospettì. Sembrava davvero sorpreso.

-Sì, non vi vedere da un po' e Jimin mi sembra un ragazzo apposto, un giorno dovreste rivedervi... Dopotutto siete amici no?- sospirai rumorosamente al ricordo dello sguardo nostalgico di Jimin, al modo in cui si fissava le mani, e al luccichio di tristezza che i ricordi del passato procuravano. Non era giusto che i ricordi con Yoongi fossero ricordi tristi, potevano riprendere ad essere amici, dopotutto.

Ripresi a parlare, pensando accuratamente a ciò che dovevo dire, in modo da non fare arrabbiare di nuovo Yoongi -Poi mi ha spiegato la ragione del divorzio dei tuoi genitori, il problema con l'alcol di tuo padre e...- non sapevo come terminare la frase, esitai un po', mi morsi il labbro e conclusi -Beh... Come è andata a finire, e il modo in cui i tuoi parenti ti hanno accusato-

Restai sul vago, evitando di scatenare un'ondata di brutti ricordi che non era il caso rivangare.

Sospirai, e il mio fiato spostò alcuni capelli di Yoongi, che ancora restava poggiato sulla mia spalla, ma aveva girato il capo in modo da sprofondare col naso nel mio collo.

-Ti ha detto anche di ciò che mi è toccato subire subito dopo il suo suicidio? Jimin ha davvero la lingua lunga...- le sue dita si strinsero di più sui miei fianchi.

Annuì -A proposito, lo sai che la colpa non è la tua, vero?- la preoccupazione che trasudò da quella frase tradì la mia intenzione di confortare Yoongi.

-Lo so- detto questo si allontanò da me, in modo da potermi guardare in faccia, per far vedere la sincerità della sua risposta -All'inizio sì, mi davo la colpa... sapevo...- prese fiato socchiudendo per un attimo gli occhi, poi distolse lo sguardo e tornò al caldo, tra le mie braccia, che lo avvolsero di nuovo in un abbraccio -...che se avessi detto altro, se non mi fossi arrabbiato a morte con lui magari avrebbe trovato una ragione per vivere, ma ho sparato sentenze e ho detto cose crudeli...- scosse un po' il capo contro la mia spalla, per scuotersi di dosso i pensieri negativi -Comunque ciò che è fatto è fatto, mio padre aveva una vita di merda, e Jimin mi ha detto che stava pensando al suicidio da tempo... Lo so che queste possono sembrare patetiche giustificazioni ma...-

-Non lo sembrano, è la verità. Tu non c'entri- lo interruppi.
Suga annuì e basta, poi tornò il silenzio.

Che cosa dovevo dire?
-Non sei più arrabbiato con me, giusto?- sembravo un bambino che stava chiedendo scusa ai genitori.

-Fortunatamente per te l'alcol mi addolcisce- lo sentì sorridere.

-Volevo cercare di capirti di più- feci poi cullandolo sul mio petto -Tu riesci a leggermi letteralmente la mente, capisci a cosa sto pensando solo guardandomi in faccia. Io non riesco a fare lo stesso, per me sei un mistero e questa cosa mi rende...- sospirai -...frustrato-
Si allontanò di nuovo, provando a mettersi in piedi, ma l'alcol lo aveva stordito per bene ed ogni tentativo era assolutamente una scusa per ricapitolare a terra.

Sorrisi alla sua goffaggine. Mi alzai anche io e una ventata di gelo mi fece rabbrividire. Poco prima sia io che Yoongi ci stavamo scaldando a vicenda, ora che eravamo distanti fu il gelo.
Dopo aver sentito Yoongi urlare "Sei un idiota Jungkook!" mi ero precipitato fuori casa senza neanche un giubbotto, indossavo solo una camicia bianca, anche abbastanza trasparente. Yoongi sembrava non soffrire il freddo, invece.

-Ti fa freddo?- Yoongi ridacchiò e mi abbracciò di nuovo -Allora dovremmo proprio entrare~-

-Hai ragione, l'alcol ti rende troppo dolce- sorrisi e me lo staccai di dosso. Lasciai che si poggiasse a me, e lo portai dentro.

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora