XI.

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Rey è sdraiata affianco a me e singhiozza con le mani sul viso, vorrei rassicurarla ma non so come fare, come muovermi o cosa dirle

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Rey è sdraiata affianco a me e singhiozza con le mani sul viso, vorrei rassicurarla ma non so come fare, come muovermi o cosa dirle. Vorrei esserle utile in qualche modo, ma non mi sento la persona adatta a farlo, dopotutto: è colpa mia se soffre. Mi rendo conto di essere la cosa peggiore che le sia mai capitata ma non posso stare lontano da lei. E vederla così mi spezza il cuore. 
Le appoggio una mano sulla spalla, è così piccola.

"Rey, che succede?" le chiedo mantenendo questo tono dolce, sebbene non penso mi si addica. 
Lei continua a piangere, sembra inconsolabile. Decido di non dire più niente, se le andrà di parlare sono qua, affianco a lei. Meglio che si sfoghi subito, poi possiamo provvedere a trovare una soluzione. Intanto, però, non tolgo la mano dalla sua spalla, la faccio scorrere sul suo braccio con delicatezza sperando che sia abbastanza. Non sono mai stato bravo nelle dimostrazioni d'affetto, è una cosa che non mi è mai servita, non ho mai sentito la necessità di dimostrare le mie emozioni perché non avevo nessuno a cui rivolgerle, sono sempre stato solo. Però adesso che lei è di fronte a me, in lacrime, riesco solo a sentirmi inutile, cattivo, colpevole.

"Sono una persona cattiva, Ben. Mi dispiace, per tutto. Ti ho detto che sei un mostro, ti ho odiato, ti ho ferito fisicamente ed emotivamente. E tu adesso ti sei preso cura di me, mi hai lasciato il tuo letto a costo di non dormire tutta la notte, hai aggiustato la mia spada...io cos'ho fatto per te? Non sono nemmeno lontanamente riuscita ad aiutarti. Non ho mantenuto la mia promessa..." riesce a dirmi tra un singhiozzo e l'altro. Incredibile, nonostante si compari a me, si definisce lei quella cattiva. Lei che non ha fatto altro che provare ad aprirmi gli occhi per riportarmi dalla mia famiglia, sebbene nessuno glielo abbia chiesto, semplicemente perché si sentiva in dovere di farlo. 


"Non sei una persona cattiva, Rey. Stai soffrendo, è diverso. Ti sei ritrovata in una brutta situazione, ti sei addossata tantissime responsabilità, ti sei posta degli obiettivi impossibili da raggiungere. E nonostante le difficoltà sei riuscita ad aprirmi gli occhi, mi hai insegnato a non ascoltare le voci nella mia testa. Mi stai insegnando ad essere buono," le dico con sincerità, anche se in realtà vorrei dirle molto altro. 


"Ben, ho fatto una cosa brutta. Una cosa molto brutta." continua a singhiozzare lei. 


"Le tue brutte azioni non sono neanche lontanamente paragonabili alle mie. Quello che deve sentirsi in colpa e una brutta persona, tra i due, sono io," provo a consolarla, senza sapere cosa aspettarmi. Cosa potrà mai aver fatto, per finire così, in lacrime davanti al suo nemico? 


"Ti ho chiuso fuori! Ti vedevo e ti ignoravo! Mi hai chiesto scusa e non ti ho nemmeno guardato!" urla. Vedo la sua disperazione, chiara come la luce del sole. Tolgo inconsciamente la mano dalla sua spalla mentre si mette a sedere e la guardo, mentre le sue parole mi entrano nel cuore e mi feriscono l'anima. "Ho fatto finta di non vederti, riuscivo a sentire il dolore che provavi e non ho fatto niente. Niente! Non merito di stare qui." L'espressione sul suo volto si è trasformata in qualcosa di terribile: le sopracciglia aggrottate, gli occhi stretti, la bocca disegnata come un bellissimo sorriso pieno di rimpianti, e rabbia. La mia stessa rabbia, il mio stesso odio, scorrono nelle vene di Rey tanto quanto nelle mie. Non siamo mai stati più simili, più vicini. 


"Mi dispiace," riesco a dirle soltanto, un vuoto mi dispiace che però sento fino in fondo all'anima. 
Lei continua a piangere e scuote la testa, inginocchiata davanti a me con le braccia abbandonate lungo il corpo come a dire che si è arresa. Mi siedo anch'io e mi avvicino un poco a lei. 


"Io ti conosco, Rey. Mi hai mostrato chi sei veramente e so che non ti arrenderai mai. Cercherai sempre di far tornare Ben a casa, cercherai sempre di salvarmi," non so cosa sto dicendo, vorrei solo farla stare meglio. Voglio vedere di nuovo il suo viso illuminato dallo stesso sorriso che mi ha mostrato quando le ho ridato la sua spada, sebbene io non sappia come si fa a far sorridere le persone, non so che cosa bisogna fare per renderle felici. In tutta la mia vita sono stato avvolto solo da distruzione, e silenzio, e adesso non so come comportarmi. Mi ha cambiato, non sono più il Kylo Ren di prima, forse non sono più nemmeno Kylo Ren in questo momento. Lo ero quando ho parlato con Leia, lo ero quando me ne sono andato dalla stanza l'ultima volta. Ma quando sono rientrato ero già Ben, e lo sono tuttora, seduto su questo letto di fronte a lei.

"Mostrami le vie della Forza, Ben. Mostramele nel modo in cui le conosci tu," mi chiede sussurrando, guardandomi dritto negli occhi senza più piangere. Sono basito, le parole mi muoiono in bocca. Non riesco a credere che me lo stia davvero chiedendo. Perché adesso? 


"No, Rey...non posso," le dico con la voce piena di tristezza. Non posso. Non posso trasformare l'unica luce della mia vita in qualcosa di buio e sofferente. La ucciderei, ucciderei la Rey che conosco, ucciderei l'ultima scintilla in grado di salvare l'equilibrio della Forza. 


"Non mi ucciderai, Ben. È questo che intendevo prima che ti addormentassi," mi spiega. Adesso è calma, non piange più, sebbene abbia ancora il viso molto arrossato e gli occhi lucidi. "Se vogliamo mantenere l'equilibrio nella Forza e salvare la galassia non posso continuare ad essere la tua nemesi, devo essere uguale a te, devo essere al tuo pari. Snoke ha detto che se il Lato Oscuro cresce, cresce in egual misura anche il Lato Chiaro, giusto?" chiede, convinta del suo punto di vista, orgogliosa del suo ragionamento. 


"Si," le rispondo mio malgrado. Non capisco dove voglia andare a parare. 


"Ecco, quindi se io non posso essere solo luce, e tu non puoi essere solo buio, dobbiamo incontrarci a metà strada. Io imparerò ad utilizzare il Lato Oscuro, e tu ti riavvicinerai al Lato Chiaro. Sarà più difficile per te che per me, me ne rendo conto, ma mi troverai sempre di fronte a te, pronta ad aiutarti. Ci incontreremo a metà strada. Saremo Luce e Buio insieme. Lotteremo insieme, se necessario. Manterremo l'equilibrio nella Forza e la guerra finirà, potremo tornare a casa. Con Leia. Sarai perdonato, non ci sarà bisogno di spiegare cos'è cambiato, ti perdoneranno, e perdoneranno anche a me. E saremo fianco a fianco, come volevi tu. Me lo hai chiesto tante volte, Ben, adesso ho la soluzione. Possiamo farcela." Dalla sua voce capisco che ci crede davvero, crede davvero che potrebbe funzionare, ma io sono titubante. Il dubbio si fa strada tra i miei pensieri e sul momento non so cosa risponderle, non riesco nemmeno a reggere il suo sguardo, che piano piano si spegne, perdendo quel barlume di speranza che era appena apparso. 


"Va bene," sussurro debolmente. 


Sul suo viso appare un sorriso che non ho mai visto, e come uno specchio si riflette anche sul mio volto, e sebbene sia non luminoso come il suo sono sinceramente contento. 
Senza dire niente mi abbraccia all'improvviso, cogliendomi impreparato. Dopo un momento di smarrimento, respirando piano, appoggio le mani sulla sua schiena per ricambiare e chiudo gli occhi, sentendomi finalmente al mio posto. 

Angolo scrittrice: 

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Angolo scrittrice: 

Schifosamente lungo: il fatidico e tanto agognato capitolo undici. È stato quasi un parto, ma ce l'ho fatta, e sono contenta di come si stanno risolvendo le cose. Ben è più in pace con se stesso, e Rey è pronta a sacrificarsi per lui. Possono farcela, io credo in loro!

Introspection - A Kylo Ren storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora