Capitolo 49

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Tre anni dopo

« Agne, come ti senti? Sembra che tu stia per vomitare. »

Niall tenta di bloccare la mia marcia senza meta nella sala d'attesa mettendosi esattamente davanti a me, senza toccarmi però, conscio del fatto che potrei prenderlo a schiaffi solo per questo; decide, invece di sistemare il bottone della giacca completo blu che indossa oggi, come se fosse davanti ai fotografi sul red carpet, fornendomi un'ottima distrazione per un minuto.

Niall tenta di bloccare la mia marcia senza meta nella sala d'attesa mettendosi esattamente davanti a me, senza toccarmi però, conscio del fatto che potrei prenderlo a schiaffi solo per questo; decide, invece di sistemare il bottone della giacca c...

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« É proprio quello che intendo fare a breve, anche se così mi sporcherei il vestito e i capelli mi andrebbero davanti la faccia e il rossetto... » la mia voce si alza di tre semitoni sopra il normale e credo che io stia per andare in iper ventilazione. So perfettamente che, se mi guardassi allo specchio in questo istante, noterei i miei occhi sgranati, la mia pelle con un colorito cadaverico nonostante i miei sforzi con il blush di rendermi meno pallida e la mia bocca semi aperta per far entrare ed uscire dei respiri affannati.

« Ehi, ehi. Non farti prendere dal panico perchè non è necessario. Ti sei già laureata una volta, cosa c'è di diverso adesso? » risponde, azzardandosi ad avvicinarsi di più per racchiudere il mio viso tra quelle mani calde, non credendo neanche lui al mio mancato allontanamento. « Siamo tutti qui per te, per sostenerti. »

« Lo so, ma anche quella volta non è andato tutto liscio, se ti ricordi bene! Ho pianto 24 ore senza sosta, per fermarmi solo nel momento in cui ho varcato la soglia dell'università. »

« Hai ragione, ma pensa che stavolta non hai versato una lacrima e sei fuori dall'aula in cui dovrai ripetere quel discorso che sai a memoria e che so anche io, tanto mi hai tartassato a telefono, nonostante non sappia il significato nemmeno delle parole che dici. Sei preparata, la tua relatrice ti adora, hai lavorato tanto in laboratorio per preparare questa tesi, quindi adesso entri dentro e ti laurei. »

La sua voce mi riesce a calmare, o forse sono le sue mani, adesso scese sulle spalle, che tentano di rilassare i muscoli tesi e rigidi.

Prendo un respiro profondo e, con tempismo perfetto, l'assistente addetto a far entrare i candidati mi si palesa davanti chiedendomi di avvicinarmi: è arrivato il mio turno.

Guardo Niall con l'ansia che pervade il mio corpo, non lasciando libero nemmeno un millimetro, per poi spostare lo sguardo su i miei genitori, mio fratello, mia zia, mia nonna, mio zio, i miei amici che sono qui solo per me, venuti dalla Sicilia, le ragazze di Dory Land e alcune amiche che ho incontrato in questi due anni qui. Tutti mi guardano con attesa e orgoglio, e mi incoraggiano a fare questo passo.

Dopo aver ricevuto un leggero bacio sulla fronte da quello che ormai è il mio ragazzo da parecchi anni e una pacca sulla spalla da mio fratello, mi dirigo verso quella porta aperta che sembra invitarmi ad entrare nella stanza che presto sarà piena delle persone che sono venute a sostenermi. Non mi giro, ma ho la certezza che dietro di me ci siano i miei genitori, con gli occhi rossi e pieni di lacrime, pronti a sedersi in prima fila per non perdere nessuna parola della mia presentazione. Per loro è stato pesante da gestire l'allontanamento dal nido prima di Alessandro e, dopo qualche anno, il mio, ma so anche che vedermi realizzata ripaga tutta la loro sofferenza.

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