INTRODUZIONE

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<<Gente stiamo per iniziare, Jessica è pronta e deve andare in scena tra due minuti! Muoversi,muoversi!>> Riesco a sentire l'agitazione degli altri addosso, qui tutti corrono disperati, neanche fosse una svendita di Dolce&Gabbana. Ok, calma, è il mio momento, ricordiamo le prove e andrà tutto bene.
<<Jessica è pronta e il microfono è accesso. Vai tesoro, è il tuo momento!>>.
Questa donna sembra conoscermi da tanto, è alta, ha un fisico snello, porta abiti neri che fanno risaltare il suo colore di capelli biondo platino. Mi fa l'occhiolino e con tutte le sue scartoffie in mano se ne va e mi lascia sola. Continuo a ripetere che andrà tutto bene, mi sistemo i capelli e salgo sul palco, ma di colpo sento un rumore forte che mi bombarda la testa <<Drinnnnnnnnnnnnn!>>. Avete presente la pellicola della vecchia cinepresa, quando prende fuoco? Ecco, è cosi che sparisce il mio sogno. Cavolo! Era solo un sogno. Addio bel sogno, buongiorno Jessica.

<<Che ore sono?>> chiedo a mia sorella che è già in piedi, perfetta come sempre. Chi non vorrebbe essere lei, ha un fisico mozzafiato, tutti i ragazzi le vanno dietro ed ha anche il coraggio di chiedermi perché non ha trovato ancora un ragazzo! Se solo si guardasse intorno e vedesse che gli sbavano tutti dietro ... Lei si chiama Sara, ha 17 anni, fa parte di un'associazione di taekwondo ovvero "le fiamme oro", ed è una delle migliori nel suo corso. È una ragazza alta, ha i capelli ricci di color marrone, con qualche riflesso di color oro, li tiene quasi sempre legati in una coda e sottolineo che ha un bel caratteraccio.
<<E' l'ora che muovi quel sedere moscio che ti ritrovi!>>.
Visto? E' come vi avevo detto, non immaginate quanto vorrei risponderle, ma scoppierebbe una guerra e di prima mattina non ho tutte queste forze.
Così a fatica mi alzo e guardo la sveglia che continua a lampeggiare le 8:00 del mattino. Ho gli occhi ancora assonati e a stento riesco a leggere, guardo per l'ultima volta la sveglia e lì capisco che ho trenta minuti precisi per vestirmi, uscire e arrivare al mio nuovo lavoro. Non posso far tardi il primo giorno e in tutto questo non mi sono nemmeno presentata, quindi non saprete nemmeno chi sono. Che sbadata!
In fretta e furia decido cosa mettermi, prendo un paio di jeans, un maglioncino bianco e le mie scarpe da ginnastica ovviamente bianche, corro in bagno, preparo lo spazzolino e nel frattempo mi allaccio il reggiseno e mi infilo i jeans. Mentre mi lavo i denti, cerco di non perdere l'equilibrio mentre mi allaccio la scarpa su una gamba sola e controllo l'orario. E' sempre più tardi; mi pettino, prendo le chiavi del mio motorino ed esco.
No, aspettate, ho dimenticato il casco! Cerco le chiavi di casa, l'ho lasciate in camera. Bene, meglio di cosi non poteva andare. Mi attacco al campanello, mi apre mia sorella, corro in fretta e furia nella mia camera a prendere il casco e le chiavi. Sembrava troppo semplice, le chiavi sono scomparse e non le trovo:
<<Come è possibile? L'ho messe qui, perche non ci sono?!>>.
Vado da mia sorella per capire se lei sappia dove siano e mi porge la mano: <<Cercavi queste?>> Afferrò le chiavi e corro a più non posso. Accendo il motorino e parto.
Qui possiamo rallentare un po'. Mi chiamo Jessica Johnson, ho 18 anni e vivo con la mia famiglia, ho i capelli biondi, ho una pelle particolarmente chiara e sono abbastanza alta. Ho una migliore amica che si chiama Jasmine (be' di lei ve ne parlerò più tardi). Frequento il liceo e sono all'ultimo anno, detto anche l'anno più infernale per qualsiasi ragazzo in questo mondo. Oggi è un giorno importante, è il mio primo giorno di lavoro da ... ad essere sincere non so cosa andrò a fare, ma so che ho bisogno di soldi, perché vorrei frequentare l'università dopo gli studi. Quindi, mi devo rimboccare le maniche e poi questo era l'unico lavoro più vicino a casa e con un'ottima paga. Deve per forza andare bene!
Dopo essere arrivata, controllo sul telefono l'orario e segna le otto e trenta precise; male che vada posso dare la colpa del mio ritardo a mia sorella, chi lo saprà mai?!
Il posto è stupendo, mozzafiato, una villa vicino al mare, la più grande della città direi. Okay, Jessica respira, il resto verrà da sé, però ora respira e citofona. Schiaccio il campanello, subito si sente una voce calda:
<< La signorina Johnson?>>.
Mi guardo attorno per vedere come faccia a sapere chi sono, nemmeno ho parlato.
<< La vedo dalla telecamera>>.
Aggiunge la voce, adesso è tutto più chiaro:
<<Sì, sono io!>>.
I cancelli si aprono, mi volto indietro per controllare se ho parcheggiato bene ed entro.
Mi sento come una principessa, la villa sembra un enorme castello curato nei minimi particolari e senza rendermene conto mi ritrovo davanti alla porta ed è proprio lì che ad aspettarmi c'è una donna.
<<Benvenuta mia cara, io sono la proprietaria di questo posto, il tuo futuro titolare, mi chiamo Arina, Arina Taylor>>.
La donna è alta quanto me e i suoi capelli color cenere sono tenuti da un fermaglio a forma di farfalla, sul suo volto è stampato un caloroso sorriso e indossa una camicia e un pantalone a zampa di elefante.
<<Mia cara entra. Ti spiegherò quello che dovrai fare finché resterai da noi. Ma dove sono i tuoi bagagli? Non credo che tu voglia restare vestita così per sempre>>
Per l'amor del cielo! Sempre è un parolone, non ho vestiti eleganti come i suoi, ma giuro ne ho tanti altri. Comunque rispondo:
<<Mi scusi, come ha detto?>>.
<<Mia cara, come hai letto nell'annuncio cerchiamo una ragazza sui diciotto anni come uno dei miei nipoti ...>>.
Ma io non ho letto tutto l'annuncio, dovevo dare retta a mio padre prima di accettare, orami il danno è fatto.
<< ... Avrai una stanza tua tutta e tutto quello che ti servirà. Dovrai occuparti dei due gemelli che conoscerai tra poco. Sono un amore! Non aver paura, dovrai badare a loro e dovrai aiutarli in tutto e ovviamente dovrai aiutare anche i loro fratelli e la loro sorella>>.
Mi sembra di vivere un film dell'orrore, in cui poi quei bambini mi impiccheranno e faranno sparire il corpo. Già m'immagino la notizia su tutti i giornali!
<<Vieni mia cara, ti chiami Jessica giusto? >>. 
Annuisco e Arina continua a parlare.
<< Ti prego, chiamami Arina. Da oggi in poi fai parte della famiglia>>.

Tu, proprio tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora