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Due anni erano passati.
Due anni senza avere sue notizie, credendolo morto e poi eccolo...
Come se niente fosse davanti ai suoi occhi.
Sherlock era vivo e sembrava piuttosto divertito da tutta quella situazione.
John, però, non la pensava nello stesso modo e con rabbia gli saltò al collo.
Quando si ritrovarono in terra, proprio mentre lo sovrastava, notò subito che Sherlock era impallidito.
Velocemente si alzò dal suo corpo e appena il detective si alzò lo prese per il polso e lo condusse nel bagno del locale, si chiuse la porta alle spalle e guardò l'amico dicendogli semplicemente: «Spogliati!»
Sherlock lo osservò perplesso, ma quando iniziò a sbottonarsi la giacca, John esclamò: «No! Fermo! Voglio spogliarti io!»
Preso coraggio il medico iniziò a sbottonare la giacca del detective per poi sfilargliela e fare lo stesso con la camicia.
Rimasto a petto nudo Sherlock si sentiva vulnerabile, ma John era deciso a seguire quello che l'istinto gli diceva: «Mostrami la tua schiena Sherlock»
Il detective si voltò e John vide i segni delle torture che gli avevano inflitto durante la sua ultima missione. Per un attimo il medico non seppe cosa fare, ma nonostante tutto si avvicinò al detective e posò le mani sulla sua schiena, dovevano parlare al più presto anche di quello.