Un solo minuto

151 6 2
                                    

Un solo minuto, era bastato un solo minuto perchè capisse

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Un solo minuto, era bastato un solo minuto perchè capisse...

Un solo sguardo a quel matrimonio, perchè lo sentisse...

Un solo respiro perchè le sue certezze crollassero...

Un solo abbraccio perchè tutto cambiasse per sempre...

Non erano più Sherlock e John, come prima.

Adesso erano Sherlock, John e Mary.

Tutto era diverso...

Sherlock, non sapeva cosa fare. Era ossessionato da John, provava qualcosa che andava ben oltre all'amicizia.

Avrebbe smesso di stargli vicino?

Avrebbe smesso di esser geloso di lui?

Sì avrebbe smesso perchè lui era Sherlock Holmes e le emozioni non erano e non dovevano essere per lui fonte di distruzione.

Non sapeva, però, che una volta tanto sarebbe stato il suo cuore e non la sua intelligenza a guidarlo.

Più cercava di stargli lontano più si avvicinava ed era così che quella sera tutto andò a farsi benedire.

Dal cielo nero, in coordinato con l'umore di Sherlock, iniziò a piovere. Mancavano pochi isolati a Baker Street, ma arrivarono a destinazione completamente bagnati.

John che protestava contro quel tempaccio non si accorse di quello che pochi minuti dopo sarebbe successo.

Sherlock si mosse così veloce che non ebbe il tempo di fare niente e bloccandolo contro il muro, lo baciò.

Quando si riprese John lo allontanò in malo modo mandandolo a sbattere contro il muro per poi uscire da Baker Street e tornare da sua moglie.

Il detective rimase fermo contro quel muro per diverso tempo, ma poi andò nelle sue stanze e si addormentò senza nemmeno cambiarsi i vestiti zuppi.

Per giorni non si fece sentire, non si scomodò nemmeno a rispondere alle chiamate di Mary o John quando capitava che chiamasse.

John e Mary andarono a Baker Street per parlargli, ma quando varcò la soglia dell'appartamento dove viveva il detective, lo trovarono a letto che dormiva tranquillamente o così sembrava. La proprietaria di casa li seguì e disse rivolta ai due: «Non si sveglia è inutile provarci»

John si avvicinò e lo mosse: «Sherlock!» il detective gli avvolse i fianchi con un braccio costringendolo a distendersi sul letto.

John osservò il detective per un attimo e sospirò rassegnato, doveva svelgiarlo: «Mary, vai con la signora Hudson. Io sveglio Sherlock» alle parole di John la donna annuì e seguì la padrona dell'edificio fuori da quelle stanze.

Appena rimase da solo con il detective John gli tirò i capelli, ma senza fargli del male: «Svegliati, Sherlock» non avendo nessuna reazione da parte sua ribaltò le posizioni e bloccandogli le braccia sopra la testa per impedirgli i movimenti lo baciò.

Quando si allontanò disse nuovamente: «Svegliati, Sherlock o me ne vado e non mi vedrai mai più» quelle parole bastarono per far si che il detective avesse una reazione e si mosse aprendo poco dopo gli occhi.

John si alzò da sopra il corpo dell'amico: «Finalmente ti sei svegliato. Alzati ci stanno aspettando, abbiamo un nuovo caso» non aveva notato l'ombra che era calata su gli occhi del detective e lasciò la stanza come se niente fosse.

Sherlock si preparò e insieme andarono a vedere il nuovo caso con John, il caso questa volta era pericoloso.

Quella sera mentre John cercava informazioni, Sherlock aveva raggiunto la persona in questione, ma non era solo, un altra persona era lì e gli sparò contro.

John chiamò l'ambulanza e Sherlock fu portato in ospedale.

La ferita non era così profonda da far si che danneggiasse qualche organo interno.

John rimase a lungo fermo nella stanza del detective, aveva visto in quei pochi minuti tutta quella parte di vita che aveva passato al fianco di Sherlock e si accorse per la prima volta di quanto Sherlock avesse nascosto il bisogno che aveva di restargli accanto.

Quando il detective riaprì gli occhi trovò John al suo fianco, ma non disse niente rimase a fissare il soffitto.

John gli si avvicinò e fece incontrare i loro sguardi: «Sei un idiota...»

Un minuto soltanto passo da quelle sue parole...

Un minuto solo perchè le loro mani si cercassero e le loro dita si intrecciassero...

Un minuto solo perchè le loro labbra si sfiorassero...

Un minuto soltanto perchè il loro bacio diventasse passionale...



Un minuto soltanto per cambiare la loro vita.

Raccolta storie SherlockDove le storie prendono vita. Scoprilo ora