Perchè corro sempre da te?

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John gettò la giacca sul pavimento con rabbia

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John gettò la giacca sul pavimento con rabbia. Un'altra giornata era andata male e questa volta non poteva nemmeno dare torto a Sherlock, perché per una volta aveva ragione.

Per tutta la sera il medico aveva lanciato degli sguardi al suo telefono, nel caso arrivassero messaggi o chiamate e per questo motivo si odiava.

Scese al piano di sotto dell'abitazione in Baker Street 221 B, entrò in cucina per preparare il tè.

Durante la preparazione del tè iniziò ad essere veramente infastidito e ripensò a quella giornata così noiosa tanto che sperava li chiamassero per un nuovo caso. In mattinata si era visto con una donna che aumentò ancora di più la sua noia e stranamente Sherlock l'aveva capito, ma lui doveva per forza andarci per non dargli ragione su tutto. Gli bastarono pochi minuti per pentirsi della sua scelta.

La donna per tutto il tempo aveva parlato dei suoi animali domestici e dei suoi vicini rumorosi e del suo dattore di lavoro che per lei era un completo idiota. Per questo aveva passato tutto il tempo ad annuire senza per altro aver capito niente di quello che gli stava comunicando, avrebbe potuto dirgli che gli asini volavano o che un asteroide stava per colpire la terra che lui si sarebbe limitato a dirle di sì.

Ritornò alla realtà quando il bollitore del tè iniziò a fischiare e versò l'acqua nelle tazze per poi tornare da Sherlock.

Entrato nelle stanze al piano superiore lo vide disteso sul divano che dormiva profondamente.

Era raro che lo vedesse in quel modo e non riuscì a distogliere lo sguardo dal suo volto disteso in un sorriso sereno mentre restava raggomitolato su sé stesso.

Notò subito quant'era diverso da quella mattina, infatti, quando gli aveva detto del suo appuntamento Sherlock aveva mascherato al meglio il suo fastidio e quel dolore che aveva smosso il suo cuore all'idea che lui si vedesse con un'altra persona.

Sherlock sembrava non essersi accorto della presenza di John per questo il medico posò le tazze sul tavolo poco distante e s'inginocchiò davanti a lui sussurrando: «Perchè rendi tutte le cose complicate? Perchè paragoni tutti a te senza dargli una possibilità? Perchè riesci a farmi battere il cuore in modo tanto forte che sembra volermi esplodere nel petto? Perchè solo tu ci riesci? Perchè mi fai tutto questo, Sherlock?» immerse la mano nei suoi capelli donandogli una lieve carezza per poi afferrare la coperta e mettergliela sopra domandandoli ancora una volta: «Perchè corro sempre da te?»

Sapeva che non avrebbe ottenuto una risposta da parte sua per questo si lasciò andare ad un sospiro alzandosi da terra andando a sedersi su una delle poltrone presenti nella stanza ed aprì il giornale iniziando a leggerlo cercando di distrarsi da quelle domande che ronzavano nella sua mente. 

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