Un regalo di compleanno speciale

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Erano ormai due settimane che John si svegliava ogni mattina con la nausea

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Erano ormai due settimane che John si svegliava ogni mattina con la nausea.

Pensava che fosse solo un'influenza intestinale per questo dopo aver preso la solita compressa e aver fatto colazione andò a lavoro.

Durante quella giornata fu costretto a fermarsi per un malore improvviso che lo portò ad accasciarsi sul divanetto nel suo studio.

L'infermiera che era con lui si affrettò ad aiutarlo domandandogli: «Dottore, si sente bene?»

«Credo sia solo un lieve calo di pressione...» rispose lui accennando un sorriso incerto aggiungendo: «Da qualche giorno ho la nausea costante ogni mattina»

La donna ricordandosi di un particolare disse: «Dottore, due settimane fa lie è entrato in calore. Il suo compagno l'ha portata subito a casa...»

«Non dire altro. Penso di sapere cosa sia successo» ammise lui mentre spezzoni di quel giorno gli tornavano alla mente.

«Ho bisogno di fare delle analisi. Prendi l'occorrente per i prelievi» disse senza indugiare sollevando la manica del maglioncino che indossava scoprendo il braccio.

La donna senza perdere tempo recuperò tutto l'occorrente aiutandolo a prelevarsi il sangue per poi dire: «Vado a portarli in laboratorio. Torno con i risultati tra qualche minuto»

John annuì distendendosi sul divano portando il braccio a coprire gli occhi.

Voleva tornare a casa e dormire, ma doveva resistere fino alla fine del suo turno o almeno dopo l'arrivo dei risultati.

Passo un'ora prima che la donna tornasse con la documentazione assieme a Sherlock che si era premurata di chiamare senza dirgli il motivo.

L'uomo vedendo il compagno addormentato si avvicinò posandogli la mano tra i capelli dicendo con dolcezza: «John, svegliati»

Sentendosi chiamare con quel tono di voce dolce si affrettò ad abbracciarlo nascondendo il volto contro il suo collo sospirando soddisfatto continuando a dormire.

La donna sorrise nel vedere quella scena tanto tenera, ma porse un foglio all'uomo:

«Signor Holmes, queste sono le analisi del Dottore. Penso che possano interessarle» Sherlock prese il foglio leggendolo attentamente, ma poi sorrise piegandolo posando un bacio tra i capelli del compagno: «Per oggi lo porto a casa. Abbiamo bisogno di parlare»

«Certamente. Qui non c'è molto da fare posso cavarmela da sola» rispose lei sorridendo porgendogli la borsa di John assieme alla giacca che mise sull'uomo permettendo a Sherlock di avvolgerlo al meglio in essa.

Lasciato l'edificio salì sul taxi che lo aspettava facendosi portare a casa.

Arrivato a destinazione pagò il resto della corsa e tenendo in braccio il compagno varcò la soglia di casa salendo fino al suo appartamento adagiandolo tra le coperte del letto. Solo dopo lo privò degli abiti facendogli indossare il pigiama per poi mettergli sopra le coperte distendendosi al suo fianco abbracciandolo coccolandolo con dolcezza.

Alcune ore più tardi, John, si svegliò tra le braccia del compagno che gli sorrise dicendo: «Ben svegliato»

«Che ore sono?» gli domandò senza pensarci due volte.

«Manca un'ora alla cena. Ho i risultati delle tue analisi» disse dandogli un dolcissimo bacio porgendogli poco dopo il foglio in modo che potesse leggerlo.

Letto quel foglio lo mise da una parte portando le mani su le pancia pensieroso.

Sherlock immaginando cosa gli passasse per la mente disse: «Sai questo è il regalo di compleanno più bello che potessi ricevere»

«Davvero?» gli domandò lui perplesso.

«Certamente. Non pensare nemmeno di scappare» rispose lui alla sua domanda sorridendogli abbracciandolo banciandolo con dolcezza senza smettere un attimo di coccolarlo per poi chiedergli: «Volevo aspettare ancora un po', ma che ne dici se ci sposassimo?»

John scosse la testa borbottando: «Non voglio che mi sposi solo perchè sono in dolce attesa»

«Io ti voglio sposare perchè sono pronto a farlo da tanto tempo, ma cercavo il momento adatto per farti la mia proposta. Solo che non l'ho mai trovato» ammise lui senza pensarci due volte.

«Sì. Sposiamoci» rispose John baciandolo per poi sussurrargli a fior di labbra: «Ho fame. Possiamo mangiare qualcosa?»

«Tu resta a letto. Ci penso io a preparare qualcosa per noi» rispose Sherlock alzandosi dal letto coprendolo per bene prima di lasciare la stanza andando in cucina dove si mise a preparare la cena senza indugiare un attimo.

Puntuale per cena fu tutto pronto così mise i piatti su un vassoio portandolo in camera adagiandolo sul letto. Poco dopo si misero a mangiare tranquillamente e al termine della cena, Sherlock, riportò i piatti sporchi adagiati sul vassioi in cucina tornando in camera dove si distese al fianco del compagno abbracciandolo tenendolo stretto permettendogli di usarlo come cuscino.

«Buon compleanno, Sherlock» disse John sorridendogli baciandolo nuovamente senza aspettare una sua risposta.

Quando si allontanarono, Sherlock, sorrise divertito rispodendogli: «Grazie, John»

Lentamente si addormentarono, ma l'uomo già da quelle poche ore aveva compreso un lato del carattere del compagno lasciandolo piacevolmente sorpreso dalla quella sua reazione alla notizia che gli aveva smosso dentro diverse sensazioni contrastanti, eppure Sherlock era riuscito a tranquillizzarlo in pochissimo tempo con delle semplici parole e gesti.

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