Ti Amo

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Corro.

Corro con la paura.

Corro con la speranza.

Corro con le lacrime agli occhi.

Corro per andare a salvare il mio Stefanino.

Le gente che scappa via mi da un sacco di spintoni al braccio insanguinato, ma non ci faccio caso.

Inciampo e cado.

L'ostacolo è un morto, ormai tutto malridotto a causa delle pestate subite.

Lo lascio perdere e mi rialzo subito.

Mentre corro, nella mia testa riaffiorano i nostri bellissimi momenti passati durante questa vacanza.

Uno più bello dell'altro...

Ci siamo.

Vedo il bar.

Mi fermo.

Le gente mi viene addosso e mi tira i nomi dietro.

Mi guardo intorno, disperato.

"STEFANO!" urlo.

Nessuna risposta.

"Ovvio che non ti può rispondere, coglione..." penso.

Le lacrime mi cominciano a scendere.

Non c'è.

Mi accascio a terra e piango.

L'ho perso...per sempre...

Un cinquantenne mi evita di striscio e mi lancia una bestemmia.

Alzo la testa per rispondergli.

I miei occhi finiscono su un vicolo, dall'altra parte della strada.

Vedo la figura di un ragazzo steso per terra.

Mi alzo da terra per veder meglio.

Non ci posso credere...

"STEFANO!!!"

Il mio urlo straziante si diffonde per tutta la via.

Raggiungo con fatica il vicolo, senza staccare gli occhi da lui, con la faccia rigata dalle lacrime.

Eccolo qui.

Ha una profonda ferita tra la spalla e il collo, dal quale esce un sacco di sangue, il braccio destro pieno di graffi, la gamba sinistra rovinata e il naso gocciolante di sangue.

Lo prendo delicatamente e lo appoggio al muro.

"Stefano...ti prego...rispondimi..." lo supplico, piangendo.

Gli accarezzo delicatamente la guancia.

"S-stefanino..." dico, sul punto di scoppiare a piangere.

Abbasso lo sguardo.

Le mie lacrime cadono sui suoi pantaloni sporchi di polvere e sangue.

Rimango a piangere, mentre sento in lontananza arrivare i soccorsi.

"S-sascha..." balbetta Ste.

Alzo pian piano la testa.

Sta aprendo gli occhi.

"C-ciao s-sascholo..."

Sorride.

Mi scendono ancora più lacrime.

"T-tranquillo...s-sto b-bene..." dice, con voce roca e balbettante.

"Stefano, n-non prendermi in g-giro! Perdi s-sangue dalla testa ai p-piedi!" dico con preoccupazione, sempre tra le lacrime.

"S-sascha, c-ci sei t-tu al m-mio...f-fianco...e tu lo s-sai...c-che sto sempre b-bene...quando mi s-sei vicino..."

Gli sorrido.

"Ste, chi t-ti ha portato q-qui?" chiedo, pulendomi il naso con la manica della felpa.

Prende fiato.

"P-prima di svenire...h-ho visto una figura...f-femminile...che mi ha p-portato fino qui..."

Tossisce.

"U-una ragazza...?" ripeto a bassa voce.

Tossisce ancora più forte.

"Stefano!" esclamo, spaventato.

Si raschia la gola.

Lo fisso negli occhi, ostacolati dalle lenti scheggiate degli occhiali ormai mezzi storti.

"Stefano...n-non mi lasciare..."

Ricomincio a piangere.

Lui si sforza di sorridere.

"S-sascha...se non dovessi f-farcela...tu s-sai che mi p-puoi sempre t-trovare qui..."

Con l'indice rosso sangue indica il mio petto, più precisamente il cuore.

Racchiudo tra le mie mani la sua.

Lo guardo intensamente negli occhi.

"U-un razzo non ci p-potrà mai dividere, S-sascha.
Niente c-ci può dividere..."

Piango come una fontana, sia per la tristezza e sia per le sue bellissime parole.

Mi avvicino a lui e gli lascio un bacio a stampo.

"S-sascha...per piacere...p-potrebbe essere il n-nostro ultimo b-bacio..." commenta Stefano, imbronciato.

Mi spunta un piccolo sorriso.

Mi riavvicino e lo bacio più intensamente, come chiesto da lui.

La sua mano si posa delicatamente sopra la mia ferita.

Sento un piccolo brivido scorrermi lungo tutto il braccio, ma non ci faccio tanto caso.

Mi stacco.

"Ti a-amo...S-Sascha..." dice, quasi in un sussurro.

"A-anch'io...S-stefanino..." dico, singhiozzando.

Socchiude lentamente.

"C-ciao...c-cucciolo..." balbetto.

Lui si limita a sorridere.

Sento delle voci.

Medici.

Mi rigiro verso Stefano.

Ha gli occhi chiusi, ma respira ancora.

"F-forse c'è a-ancora una p-possibilità..." penso.

Grido "Aiuto!" ai medici, che si affrettano a venirmi incontro.

Lo prendono in braccio.

Corriamo verso l'uscita del vicolo, dove ormai, sulla stradina, ci sono solamente ambulanze e medici.

Stendono di fretta e furia Stefano sulla barella.

Prendo il telefono e compongo il numero di Papà.

"Sascha? Tutto ok?"

"Ho trovato Stefano! Ci vediamo in ospedale!

Niente ci può dividere...•SASCHEFANO• [#Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora