Ritorno

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XIV° Giorno

*17.00*

POV'S Stefano

Finalmente!
Posso respirare l'aria fresca di Tokyo!
Non ne potevo più di quello stanzino buio che sapeva di medicine.
Per le strade non c'è tanta gente, dopo quello che è successo alcuni giorni fa, come dar loro torto?
Ormai nessuno sembra felice dopo questa catastrofe che mi stava per portar via.
E, sempre per colpa di quest'ultima, ce ne andiamo subito a casa, a Milano.
La nostra vacanza sarebbe durata ancora circa 6 giorni, ma date le circostanze...
Una cosa è certa: torneremo dai nostri amici, dai nostri cari e dai nostri fans.
Sascha mi ha detto che, d'ora in poi, vivremo insieme, sotto lo stesso tetto.
Chissà come sarà la nostra vita insieme...

~~~~~~~~

*20.00*

POV'S Salvatore

Eccoci qua.
Mi dispiace tantissimo partire e non finire la vacanza.
Qui a Tokyo ne sono successe di tutti i colori...
Proprio in questo aeroporto io e Giuseppe stavamo per darci il nostro primo bacio.
Tokyo ormai è diventata la città dove abbiamo capito di amarci, abbiamo capito che siamo fatti l'un per l'altro e che non riusciamo a vivere separati per più di 5 minuti.
A questa città devo tutto, anche se mi ha fatto patire un po' le pene dell'Inferno quando è successa la catastrofe.
Due braccia cingono i miei fianchi
"Ehi cucciolo..." mi sussurra Giuse "Sei pronto per ritornare a casa?"
Sospiro.
Mi allontano da lui e mi avvicino lentamente, per via delle stampelle, alla grande vetrata che mostra la città illuminata dalla metà dei grandi palazzi che, una volta, erano molti di più.
Giuseppe mi segue.
Ora non guardo più il panorama, ma il nostro riflesso sul vetro.
Mi da un bacio sul collo.
Mugolo.
"Ti turba qualcosa?" mi chiede, affiancandosi a me.
"Non mi sembra vero tutto quello che è successo..."
"Già, neanche a me."
Ci guardiamo, sorridendo.
"Andiamo da Sascha e Ste, ci staranno aspettando." aggiungo, avviandomi verso la sala d'attesa.

~~~~~~~~

*20.30*

POV'S Sascha

L'aereo ha appena preso il volo.
Tra alcune ore saremo a Dubai, per poi prendere l'aereo che ci porterà a Milano.
Dall'alto, Tokyo non sembra la stessa città di quando siamo arrivati qui.
"Ehi amore..." mi chiama il mio Stefanino.
Mi giro verso di lui.
"Non mi abbandonerai mai, vero?"
Gli accarezzo una guancia.
"Stefano, perché ti dovrei abbandonare? Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo...Ti aiuterò fino alla fine nei momenti più difficili, sarò la tua spalla nei momenti più tristi e sarò la persona con cui potrai ridere nei momenti più strani e pazzi. Perché..."
"...niente ci può dividere, è questo che volevi dire?"
Annuisco.
Una piccola lacrima riga la sua guancia destra.
Con il pollice gliela asciugo.
Mi sorride.
"Grazie per esserci sempre e per sempre, Sascha..." mi dice, commosso.
Gli do un bacio a stampo.
"Di niente, cucciolo." ribatto.
Ritorno a guardare fuori dal finestrino, mentre Stefanino continua a guardarmi, sognante.

~~~~~~~~~~~

*un paio di giorni dopo*

"Attento alla testa, Ste." dico, aiutandolo a scendere dalla macchina.
"Sascha, dove mi stai portando? Mi servono le stampelle..." mi dice, muovendo le braccia a destra e a sinistra.
"Tranquillo cucciolo, le stampelle ce le ho io, per adesso ti aiuto io a salire le scale, visto che non vedi niente con la benda."
"Se mi fai male o mi fai cadere ti do entrambe le stampelle sulla testa dura che ti ritrovi!" mi minaccia scherzosamente.
Rido.
Saliamo lentamente le scale, fino ad arrivare alla destinazione.
Busso alla porta dell'appartamento.
La porta si apre.
Colui che mi ha aperto la porta scappa subito via, nascondendosi nel buio.
Porto dentro Stefano, mentre lui sbuffa impaziente.
Chiudo la porta, gli do le stampelle e gli tolgo la benda.
"Sascha, mi hai tolto la benda, ma non..."
Le luci si accendono di colpo.
Surry, Giuse, Lorenzo, Tudor e Sbuci urlano "Sorpresa!"
Stefano mi guarda a bocca aperta.
"Avete organizzato tutto questo...per me?" chiede Ste, incredulo.
"Per festeggiare la tua guarigione!" esclama Lorenzo.
"E anche perché sei scampato miracolosamente alla morte, quando i dottori dicevano che non ce l'avresti fatta." aggiunge Tudor.
"È stato Sascha ha organizzare tutto, in incognito." conclude Sbuci.
Stefano si gira lentamente verso di me, commosso.
Si avvicina lentamente a me, lascia cadere le stampelle a terra e mi abbraccia, circondando con le braccia il mio collo.
Lo stringo forte a me.
"Grazie Sascha..."
"Di niente, Stefanino." gli sussurro nell'orecchio.
Mentre siamo ancora in quel dolce abbraccio, i nostri amici cantano una canzoncina abbastanza famosa, ma modificata solamente per il mio Ste:"PERCHÉ LEPRI È IL NOSTRO RE!"

Niente ci può dividere...•SASCHEFANO• [#Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora