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Le settimane passavano e Stefano continuava ad essere il solito ragazzo distaccato, ma che ogni tanto se ne usciva con qualche battuta e diventava più socievole, tanto che una volta si mise anche ad aiutarmi con i compiti di latino, prima delle lezioni.

-Ma sei sicuro? Io mi ricordavo così.-gli feci guardandolo accigliata.

-Ho il libro davanti, come faccio a sbagliarmi?-rispose sospirando.

-Dai su, ripetimi da capo il carme 64.-continuò facendo un cenno con la testa per farmi iniziare.

Andaii benissimo a quell'interrogazione e lo ringraziai con uno dei miei famosi muffin al cioccolato e nocciola, che lui, però, diede a Davide perché allergico alle nocciole!

E io che ne potevo sapere?

Siamo anche usciti insieme al gruppo dei ragazzi, ormai ci vedevamo spesso.

E poi mi confessò che con la sua ragazza era finita da quasi due settimane e che ci era rimasto male perchè di solito era lui a lasciare e non era abituato.

-Tu non la amavi.-gli dissi decisa.

Lui spostò lo sguardo dal basso a davanti a sé, per poi guardarmi male.

-E tu che ne sai? Ci sto soffrendo.-disse passandosi una mano sui capelli biondi.

-Tu soffri solo perchè adesso hai bisogno di compagnia ed eri abituato
ad avere lei, quando amerai davvero qualcuno, fidati, te ne accorgerai e mi ringrazierai per averti aiutato a non andare sotto casa di questa a farle una serenata.

-Senti psichiatra non richiesta, non voglio mica farle una serenata, volevo solo parlarle!-disse drizzando la schiena.

-Ma che vuol dire parlarle! Sei poco romantico, sotto casa ci si va per una serenata!-dissi immaginandomi la scena, ma al posto della sua ex, una me felice!

-Quindi devo farla o no?-mi chiese sbuffando, forse lo stavo un po' confondendo.

-Senti, non vale la pena...secondo me.-gli dissi sinceramente e non per una mia questione, ma da amica credevo davvero in quello che dicevo.

Poi un giorno arrivò a scuola e notai che aveva qualcosa di diverso, non mi salutò come al solito però sembrava molto triste o angosciato.

-Bolla? Tutto bene?-gli chiesi già sapendo che mi avrebbe risposto male.

-Mh.-mugugnò e appoggiò la testa sul banco.

Sapevo già che non mi avrebbe neanche risposto.

Era un ragazzo così particolare, chissà cosa girava per quella sua testa...

Il Mio Impossibile PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora