-Sono già tutti all'interno.- le disse Charlie in tono freddo. Il volto terribile di chi ci fa apparire per chi temiamo di essere. Aveva ragione a detestare Annabel in quel momento, perché lei si era davvero dimenticata di avere in Charlie un amico e poi un abile politico. Avrebbe voluto potergli parlare, ma di certo non era il memento gusto, mentre le porte della sala riunioni venivano aperte. Sperava di poter essere perdonata, prima o poi. Charlie Montroy entrò nella sala prima di lei, affiancata da Ernest Avarna.
-Il suo posto è nella prigione di Wardiz e non qui con voi.- le disse mentre entravano. Si riferiva, ovviamente, a Dorian Cortes. Quella, infatti, non era una delle usuali riunioni fra le quattro parti delle Concordanze: Tur, Mid, Atar e Rinie, ma fra il consiglio dell'ultima, il quale avrebbe dovuto sceglie il destino del regicida.
-Se volete dannare qualcuno, Tur Avarna, allora partite pure da me.- gli disse con voce gelida ed occhi solo per coloro che erano raccolti attorno al tavolo. -C'è chi può assicurarvi che ciò che facevo prima di scoprire me stessa non fosse affatto onorevole.- gli rivolse uno sguardo: -Nemmeno un po'.-
Raggiunsero quindi il tavolo dove tutti l'attendevano in piedi: Charlie Montroy, appena giunto, Caius Boleyn e Nadine Dorlas dalla sua parte, Olaitan Dukley, Aisha Madani e Bat Saikhan da quella di Dorian. Quest'ultimo era l'unico seduto e questa sua arroganza gettò ombra su ogni altro particolare. Avarna esercitava in modo spropositato i suoi diritti di padrone di casa, e questo spiegava la sua presenza lì e la sua ostinata pretesa alla mano di Annabel.
Quest'ultima, giunta a capotavola, lanciò uno sguardo gelido all'uomo seduto sulla propria sedia, come ad invitarlo ad alzarsi. Ma questo, come lei si aspettava, non accadde. Lo sguardo di Dorian, inoltre, le prometteva che la cosa non si sarebbe chiusa lì. Egli, forte dei risentimenti verso Annabel, culminò in un espressione ironicamente boriosa: -Sedete pure.- sorrise.
-Non ho mai visto nessuno strisciare verso la propria tomba come fai tu.- ad intervenire era stato Caius Boleyn, con la solita calma snervante. Dorian lo fulminò con lo sguardo.
-Vi prego, ricordatevi che siamo ospiti.- parlò Olaitan indicando con un cenno della mano Ernest, il quale parve immensamente rincuorato da quello spiraglio di riconoscimento. -Signor Avarna, se vuole reggere le redini di questa discussione..-
Egli si schiarì quindi la voce e guardò il volto dei presenti: -L'assemblea della Corona è qui oggi per prendere provvedimenti nei confronti dell'Alyon Tiranno Dorian Cortes..-
-Non è un Tiranno.- lo interruppe una voce insolita. Era Aisha Madani a parlare, gli occhi di tutti puntati contro. Quelli della Rinie le bruciavano la pelle, attenti come quelli di un falco in attesa di scendere sulla preda: -Voi l'avete reso tale.- quindi la ragazza guardò Montroy ed Avarna -Dorian Cortes avrà preso il trono con la forza, ma non ha mai voluto convergere tutto il potere nelle proprie mani. Ha richiamato le Concordanze, ma esse si sono rifiutate, caparbie, di fare il proprio dovere. Aveva, inoltre, un consiglio.-
-Un consiglio di Bor.- precisò la voce piena di scherno di Boleyn. -Continua pure Avarna.- liquidò l'intervento della ragazza.
-..e di Aisha Madani, in quanto ribelle della Corona.- terminò Ernest con un tono di voce un po' più scocciato per essere stato interrotto.
Il silenzio non restò a lungo padrone di quella comitiva: -Ora, Cortes, credi di poter parlare per te stesso o hai altri.. assi nella manica?- continuò Caius.
-Boleyn, se non sei serio abbastanza per questa riunione ti consiglio di andartene.- s'impose Charlie.
-Oh, che le Dee ti maledicessero una volta per tutte Montroy. Io me ne vado solo quando sarà Annabel a dirmi di farlo.- poi ridacchiò -Oppure Cortes, visto che rivendica gli stessi diritti.-
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Adamas II
FantasyLo lasciò solo dentro la stanza, consapevole che, sebbene alcune guerre possano essere combattute fianco a fianco, ce ne sono altre che vanno affrontate in solitario. Dorian doveva combattere la propria guerra. Non era la prima per lui: in questo si...