Capitolo 31

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Jonathan Von Damme bussò alla sua porta ed attese pazientemente che Annabel aprisse. Il cuore gli batteva all'impazzata all'idea di restare solo con lei per un paio d'ore e non stava più nella pelle dal desiderio di lasciarsi andare e di immaginare per quella sera di essere assieme all'unica donna che mai gli avesse fatto provare qualcosa.

Ma ad aprire la porta non fu Annabel bensì Ernest Avarna: Von Damme impallidì. E quando scorse che non vi erano tavoli imbanditi ma solo altre persone, dentro le stanze della Rinie, la delusione fu così grande che per un paio di secondi non fu nemmeno capace di pensare, figuriamoci muovere dei passi.
-Vuoi restartene lì impalato a fissarci?- gli chiese Avarna in modo brusco. -Muoviti, c'è il putiferioi in corso.- e lo lasciò sulla soglia.

Annabel sedeva sul divanetto di fronte alla schermata a ventaglio dove Charlie Montroy ed Olaitan Dukley le stavano raccontando cose non precisamente piacevoli: la sua espressione era contratta nella serietà più assoluta. Jonathan Von Damme mise piede all'interno della stanza chiudendo la porta alle proprie spalle.
-..sono già a Dialogas e molti altri giungeranno fra meno di un giorno da Pen Antalai. Se è giusta la nostra fonte, a breve attaccheranno le poche cittadine che troveranno in quelle lande desolate e poi marceranno verso Luthien.- le diceva la voce di Cahrlie.

-Siamo sicuri al cento percento che stanno marciando per attaccare? Anche noi abbiamo molte truppe appostate in vari regioni e in città limitrofe a Luthien, ma non abbiamo intenzione di venir meno al patto dell'armistizio.- parlò Albwin Ezra Kolby.

-Potremmo saperlo solo dopo che alcuni dei nostri giungeranno nelle città interessate e vedere il danno che hanno combinato.- gli rispose Dukley.

-Ci sono molte persone sul loro cammino?- chiese Annabel preoccupata.

-Poche, ma si, ce ne sono.- quelle parole portarono il silenzio nelle stanze della Rinie. Ella si alzò e prese a camminare in modo nervoso. -Mandate parte delle legioni che si trovano a Kota Shahar ad intervenire dove è necessario, ed altre a rendere loro un'imboscata.- ordinò mentre Charlie annuiva. -Io mi occuperò di sapere cosa sta accadendo.-

-Dovete stare attenti, voi tutti.- parlò Dukley. -Siete nella fossa dei serpenti. Se stanno attaccando le città nulla vieta loro di attaccare anche voi.- quelle furono le parole con cui si giunse alla conclusione della conversazione. Annabel si guardò attorno alla ricerca di qualcuno: incrociò gli occhi di Kolby, Avarna e Von Damme, ma nessuno di loro le servita. Solo quando Hayk Azat entrò nella stanza parve sollevata.

Gli si avvicinò in modo da potergli parlare senza che gli altri tre potessero sentirla:
-Chiama Wallace, Hasanati e Makhlouf. Dopo che ti sarai sbarazzato di questi tre, ovviamente.- Hayk annuì sicuro e piantò i propri occhi scuri oltre le sue spalle, sui tre che li guardavano attenti.

Annabel lasciò la stanza senza ulteriori spiegazioni. I due Leoni di guardie assieme a Kosimo e Fips, Evippe e Asteride, la seguirono con occhi selvaggi ed il passo così pesante che i loro lunghi artigli graffiavano la pietra. Nessuno osò chiederle dove stava andando o cosa aveva intenzione di fare, bisognava avere del coraggio per intervenire e quello era solitamente compito dei due con cui aveva appena discusso, di Caius e di Nadine. Tutto il dolore che aveva provato fino a quando Hayk non l'aveva avvisata della marcia delle truppe ribelli si era trasformata in nera rabbia. Poteva accettare di essere stata accantonata nei mesi di distanza, ma non poteva digerire che le si mentisse o che qualcuno venisse meno ad un patto a cui lei stessa sottostava.

Aveva sperato di poter fare un sonno senza sogni, ma aveva visto morti e sangue imbrattare il Regno per cui si batteva tanto ferocemente, prima con le Concordanze ed poi con Cortes.
Raggiunta la scalinata biforcuta proseguì imperterrita verso l'ala ovest della casa, ben consapevole di quello che rischiava.
Incontrò la prima persona: Casimiro, uno dei politici inutili con cui Cortes aveva tentato di fare numero.
-Dove si trova il tuo Alyon?- gli domandò mentre questi era troppo impegnato a non tremare dinanzi alla stazza di Evippe ed alla colossale criniera di Asteride. La prima snudò le zanne, come a ricordargli che gli era stata posta una domanda. Casimiro le indicò di continuare a percorrere il corridoio, e di svoltare a destra alla fine di esso.

Adamas IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora