Capitolo 67

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Billhard, una delle guardie personali della Rinie, attendeva fuori dalla porta degli appartamenti dell'ultima, in attesa che lei e le cinque persone che la vestivano uscissero per raggiungere gli invitati d'onore nella provvisoria Sala del Trono, e quindi sulla balconata per dare inizio ai Trentuno. Di solito a fare la guardia alle stanze della Rinie erano le sue creature, i suoi Leoni, quegli orripilanti mostri; Billhard aveva sempre trovato inconcepibile come cento di quelle bestie divoratrici di uomini potessero sottostare, ed addirittura accettare carezze ed ordini, da parte di quella che era poco più di una ragazzina. Annabel non rappresentava ciò che Billhard aveva sempre pensato delle regine: vecchie megere attaccate alla corona, con la barba ed i baffi, le labbra strette per via delle smorfie, con qualche malattia dovuta al troppo mangiare ed un carattere scorbutico e rigido. Conosceva poco Annabel, ma era chiaro che non rappresentava nessuna delle cose in cui lui aveva sempre creduto.

Sentì dei passi lungo il corridoio, dapprima leggeri e misurati e poi veloci, poi urla e risate: non potevano che essere le Aranel Gemelle. Billhard non le aveva mai sopportate. Troppo pestifere, sempre dove non sarebbero dovuto essere, in perenne esplorazione di quello che era un noioso edificio bianco con qualche marmo qua e là. Nonostante la sua avversione per le bambine raddrizzò la sua posizione stando sull'attenti. Vestivano entrambe di verde pastello, e nonostante i vestiti fossero diversi, tanto bastò perché lui le scambiasse. Le bambine risero mentre s'appiccicavano alla porta senza bussare, spalancandola entrando.
-Chiedo perdono per le mie sorelle.- gli sorrise la copia più alta e magra di Dorian Cortes. Billhard non fece un grande sforzo per mascherare la propria avversione, cosa che fece abbassare gli occhi ad Amable Cortes prima di affrettarsi nelle stanze della Rinie a sua volta. La porta venne chiusa ed in un attimo il chiacchiericcio ed il fruscio di vestiti tornarono ad essere remoti.

Stare fermi impalati era terribilmente noioso, e Billhard avrebbe volentieri scambiato quei turni con altri molto più pesanti ma attivi. Era sicuro di aver imparato a dormire in piedi, questo poteva essere considerato l'unico lato positivo dell'essere una guardia personale.

Giunsero altri passi, questa volta più calmi e decisi: era Gordias Blais, il Millefacce. Nemmeno lui stava molto simpatico alla guardia, ma a differenza dell'inesperto Amable Cortes, Alesander Rosco sapeva sostenere lo sguardo inopportuno di Billhard, e lo fece. Entrando lasciò la porta socchiusa, le gemelle schizzarono fuori, attesero il fratello per poi sparire da dove erano arrivate. Il brusio cessò ed una ad una le sarte abbandonarono le stanze della Rinie, fin quando con lei non rimase che il Millefacce ed Hayk Azat.

I tre uscirono per ultimi.
Per quanto i due uomini fossero in tiro per l'evento, l'unica creatura a catturare lo sguardo di Billhard era la Rinie. Il volto che ormai conosceva bene era incorniciato da scuri capelli mollemente acconciati, attorno ai quali s'avvolgevano due sottilissime foglie d'oro. Dal collo lo sguardo scese alle spalle nude, quindi alle eleganti maniche che, congiungendosi sul petto, s'intrecciavano reggendosi l'una all'altra. Il vestito color carne continuava fino al pavimento, interrotto soltanto in vita da una cintura di medaglioni d'oro raffiguranti leoni.
Billhard staccò gli occhi dalla sua figura e ringraziò che i tre fossero troppo indaffarati per accorgersi del suo sguardo a tratti insistente.

-Von Damme ed Avarna?- domandò lei mentre si dirigevano verso la Sala del Trono, Billhard alle spalle.

-Von Damme è qui con la sua novella sposa. Lavinia Avarna.- le disse Gordias Blais. -Non ricordo che il nostro invito fosse stato esteso anche a lei.- aggiunse con un pizzico di malizia nella voce.

-Se è qui con la sua sposa chiederà di sicuro dove si trova il mio, di sposo.- sussurrò Annabel. Dal tono di voce era semplice comprendere la rabbia e la tristezza.

-Abbiamo pensato di lasciar sedere Albwin Ezra Kolby accanto a te a cena.- tentò Gordias Blais. Lei rallentò di poco il passo, sembrava indugiare su quella proposta. -Sarebbe scomodo, in tutti i senti, lasciare vuoto il posto di Dorian.- Billhard comprese. Certe volte si ritrovava a desiderare di essere un po' più come Kosimo, il suo collega; egli, non importava cosa sentisse o vedesse all'interno delle mura domestiche della famiglia Reale, restava impassibile. Annabel annuì appena.

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