Phoebe si svegliò intorpidita. Le facevano male tutte le ossa.
"Probabilmente è perché mi sono addormentata sulle rocce" pensò.
Prima di aprire gli occhi si sedette. La superficie era dura ma non era quella del masso su cui si era addormentata.
Non riusciva a mettere a fuoco gli oggetti e gli occhi le bruciavano. Si sforzò di tenerli aperti e, dopo essersi strofinata gli occhi, iniziò a guardarsi intorno. Non si trovava più al lago, ma in una stanza chiusa. Le pareti erano di un bordeaux scuro con una piccola aggiunta di color vino. Non c'erano finestre ma solo una porta di legno dalla parte opposta della stanza in cui si trovava Phoebe. Contro la parete di sinistra vi era un divanetto di pelle rossa e sopra di esso un quadro grande quanto il divano. Vi era rappresentato un paesaggio di campagna, ma ogni cosa era morta, dagli alberi agli animali. Il quadro era di un nero impenetrabile e gli unici colori differenti erano quelli del cielo, grigio e e marrone chiaro, quasi beige. Al centro c'era un albero possente e enorme, ma spoglio e morto come il resto.
Il quadro spaventò Phoebe più della situazione stessa. Si fiondò contro la porta ma era chiusa a chiave. Cercava disperatamente di aprirla ma invano: tirò fino a che le nocche non le fecero male per lo sforzo. Cercò di più utilizzare i suoi poteri: prima il fiato congelante, poi il fiato caldo e infine la telecinesi, che usò cercando di aprire la porta dall'esterno. Cercò nuovamente di tirare la maniglia , tuttavia quella non si apriva e dopo cinque minuti si arrese.
"Come? Ho impiegato più di due giorni per arredare la camera e più di tre mesi per costruire e già te ne vuoi andare? Non è carino! I tuoi genitori non ti hanno insegnato le buone maniere?!"
Era una voce femminile, alquanto familiare ma Phebe non riusciva a riconoscerla, eppure...
" allora Phebe come ti trovi nel tuo nuovo appartamento che rimarrà tale per ancora poco?"
<< come fa a conoscere il mio nome? Che cosa intende ancora per poco?>>
" di cosa stai parlando?" Chiese alla voce. <Da dove proveniva?>
Non c'erano altoparlanti nella stanza, eppure la voce era meccanica.
" non dirmi che pensavi veramente che ti avrei lasciato qui dentro a marcire!"
Disse la voce sghignazzando.
" vuol dire che mi libererai?" Chiese Phebe cercando di non far notare il suo tono speranzoso, anche se era poco probabile che la liberasse.
La voce riprese a ridere, ma stavolta la risata era quasi vera, quasi.
" no sciocchina! Perché mai ti avrei rapita se no? Ciò che ho in mente per te è molto peggiore... Vedi c'è una persona che mi ha spezzato il cuore e di cui vorrei vendicarmi. È alquanto intoccabile, ma c'è una cosa per cui darebbe addirittura la vita per salvarla. Riesci a indovinare chi è?"
Adesso tutto tornava. Come aveva fatto a non riconoscerla? Aveva ascoltato la voce di quella ragazza per così tanto tempo e vedeva il suo viso tutti i giorni a scuola, però l'unica cosa a cui riusciva a pensare era la persona a cui si stava riferendo. Il pensiero le uscì di bocca ad alta voce, incontrollabile e pieno di terrore.
"Max"
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Thunderlove: I Hate You, Don't Leave Me [TERMINATA]
FanfictionMax e Phebe sono fratelli gemelli ma tra di loro sta succedendo qualcosa che nessuno avrebbe potuto prevedere... Lui si innamora di lei, lei si innamora di lui ma nessuno dei due vuole ammetterlo. Si faranno soffrire a vicenda ma riusciranno a dichi...