Capitolo2

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Sono sempre stata del parere che la mia natura angelica fosse la cosa più importante, a differenza di mia sorella, io voglio andare a scuola di magia per imparare ad usare i miei poteri mentre lei vuole conoscere il famoso e temuto Egon.

Ogni persona lo conosce e pochi, o forse nessuno, hanno avuto il piacere di guardarlo negli occhi.

<<Mamma ma tu hai mai incontrato Egon?>> chiede Ella a nostra madre. Stiamo cenando e, come ogni sera, Ella cerca informazioni su il demone che infesta il nostro paradiso.

<<Tu e le tue amichette dovete finire di sognare di essere la prescelta>> sbotta mio padre, che come me, sa quanto sia pericolosa questa situazione.

<<Quindi ...?>> Ella esorta nostra madre a parlare del soggetto che le interessa.
Nostra madre ci guarda e sorride, sta per aprire la bocca ma nostro padre la ferma con un gesto della mano.

Si pulisce la bocca con un tovagliolo per poi posare lo sguardo su Ella.

<< Credo che tu debba finire con questi sciocchi discorsi, soprattutto perché ci manca ancora un anno al vostro sedicesimo compleanno, quindi da questo momento in poi non voglio più sentire pronunciare quel nome in casa mia>> si irrigidisce nostro padre creando in Ella un segnale d'allarme che la fa zittire immediatamente.

Nostra madre appoggia una mano su quella di nostro padre cercando di confortarlo, si scambiano sguardi dolci e poi sorridono come due ragazzini.

<<Allora cosa avete fatto di bello oggi?>> i nostri genitori guardano me come se fossi io quella a dover rispondere.

Ella mi guarda implorando di aiutarla a non farsi scoprire da loro riguardo alla questione Egon. Mia sorella e le sue amiche sono fissate e non perdono tempo a vagare per la città e a posizionarsi davanti all'istituto Grimm per far colpo su di lui.

Io, ovviamente la seguo, cerco con gli occhi qualsiasi cosa che possa distrarmi dalla situazione strane in cui Elle si caccia sempre per poter vederlo almeno una volta.

Oggi me ne sono andata in giro mentre loro si sono sedute di fronte scuola aspettando che gli studenti uscissero per pranzare in giardino, credo che Egon si sia fatto vedere perché quando ho incontrato mia sorella sotto il portico di casa, intenta ad aspettarmi prima di entrare per non far insospettire i nostri genitori, aveva un sorriso che le illuminava il volto. Credo che se non fosse caduta per corrermi in contro quel sorriso le sarebbe restato per tutto il giorno.

Lì in quel momento è uscita nostra madre correndo verso di noi, si è guardata intorno, in cerca di aiuto credo, e si è accovacciata vicino ad Ella.

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<<Fammi vedere cosa ti sei fatta>>
Ella ha teso il ginocchio verso nostra madre e lei, vedendo la ferita guarire, ha tirato un sospiro di sollievo.

<<Oh Ella>> l'ha abbracciata infine e poi mi ha teso la mano che io ho subito afferrato << Siete la mia ragione di vita>>.

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<<Allora ...?>> lo sguardo di nostro padre indugia ancora su di me.

<<Credo che stessero giocando in giardino perché poi Ella si è fatta male>> nostro padre annuisce alle parole della mamma venutami in mio soccorso.

È sempre stata premurosa nei nostri confronti, infatti nostro padre lo sa e quando lei interviene, in situazioni come questa, lascia correre.

<< Eva andiamo in camera?>> seguo Ella per le scale e lasciamo in nostri genitori in cucina. Le loro voci arrivano ovattate alle mie orecchie, ma riesco a percepire una frase.

Non si puo' fermare il tempo?

Mio padre ha una grande ostilità contro la maledizione che ci affligge la condanna più maligna a cui un angelo possa essere sottoposto: lo scorrere del tempo.

Ella apre la porta della nostra stanza, mi fiondo sul mio letto e guardo il soffitto.

<<Era vestito di nero>> confessa Ella dando vita ai suoi pensieri. Giro la testa per concentrarmi sul suo viso. I capelli le ricadono morbidi sul letto, le gambe sono piegate e ha qualcosa tra le mani.

<<Dovevi vederlo quando si è avvicinato a noi>> squittisce come una scolaretta.
Mi alzo di scatto, e con il busto a mezz'aria la fisso con un'espressione sbalordita.
<<L'hai ... visto?>> balbetto non riuscendo a concepire quell'informazione, lei in tutta risposta mi sorride per poi coprirsi la faccia con le mani.

<< È stato stupendo>> dice.
Annuisco infilandomi sotto le coperte e lei segue i miei gesti facendo lo stesso.

<<Si è avvicinato a me e mi ha fissata>> afferma << aveva uno sguardo intenso e sai cosa mi ha detto? "Allora esisti davvero?! Non era solo un sogno". Tu capisci?! Mi ha sognato>> adesso non la smette più di parlare.
<<Sì Ella, ho capito. Era magnifico ed è stato emozionante>> cerco di concludere la conversazione per andare finalmente a dormire in santa pace.

<<Guarda cosa mi ha dato>> si alza dal letto e viene a sedersi sul mio. Mi obbliga ad alzarmi dal letto. Mi porge tra le mani un piccolo ritratto che rappresenta una ragazza identica ad Ella.

<< Mi ha sognata?!>> squittisce di nuovo mia sorella << forse è destino che io sia la sua ragazza>> ammette con un luccichio negli occhi.

<<Ella non puoi essere la sua ragazza, lui è destinato ad un'umana e noi non lo siamo>> le ricordo le sue origini.

In risposta mi strappa il foglio dalle mani e, con un broncio, scaglia la sua rabbia su di me.

<< Che ne sai?!>> sputa velenosa. Odio quando fa così.

<< Devo ricordarti il nostro 10 compleanno, quando Evan ti prese in giro e tu gli versasti un secchio d'acqua sulla testa con l'uso del solo sguardo?!>>

<< E tu gli hai lanciato la torta contro quando cercava di tirarmi i capelli>> ride.

<< Quella è stata la prima volta che ho usato la magia>> ricordo << forse questo è meglio che lo tenga io>> affermo prendendo il ritratto << se papà lo trovasse tra le tue mani farebbe troppe domande>> annuisce.

Mi da un bacio sulla guancia e si infila nel suo letto.
Guardo un'ultima volta il disegno che ho tra le mani. Me lo rigiro più volte e noto, nella parte posteriore verso sinistra, una piccola incisione.

<< Ella sei sicura di essere tu?>> chiedo a mia sorella.
<<Perché ?>> domanda confusa.
Mi alzo per raggiungere il suo letto, ci appoggio un ginocchio sopra e mi sporgo verso di lei per farle notare quello che ho visto io: EVA.

THE HUMAN ONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora