Capitolo 19

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<< Che bello tornare a casa e rilassarsi >> commenta Ella buttandosi a capofitto sul letto. Le do ragione, sognavo la tranquillità di casa quando stavo negli inferi anche se stare tra le braccia di Egon mi faceva addormentare come non mai.

<< Come sono i ragazzi lì? >> sapevo che mi avrebbe fatto una domanda del genere.
<< Sono creature disgustose. Credo che Egon sia l'unico demone sexy che esista>> Ella scuote la testa divertita dalla mia affermazione.

<< E pensare che odiavi Egon quando io ci andavo dietro >> sembrano passati secoli, ma in realtà sono passati non molto giorni dalla distruzione dell mia falsa vita.

<< Ho conosciuto una ragazza >> dichiaro catturando l'attenzione di mia sorella che, alla notizia presa dall'euforia, si getta sul mio letto travolgendomi. Emetto un gemito di dolore.

<< Hai ancora il livido? >> chiede e io annuisco. Mi tolgo il vestito e le faccio vedere la grande macchia violacea che sembra essere cresciuta in questi giorni.

<< Eva! >> esclama la mia gemella preoccupata << ha raggiunto le costole >> cerca di toccare il livido, ma io indietreggio per non sentire altro dolore.

<< Lo so >> annuisco << sta diventando sempre più difficile respirare >> scuote la testa.

<< Dovremmo farci aiutare da Egon>> dichiara << sai che sono d'accordo che lui non abbia contatti con te >> spiega << ma guardati! Non ce la fai a respirare >> urla.

Prima che io possa rispondere al suo rimprovero, la porta della nostra stanza si apre rivelando nostra madre.

<< Posso entrare o sentito urlare >> cerca di capire se abbiamo bisogno del suo aiuto, se sia uno di quei giorni in cui lei doveva mettere una buona parola tra sorelle per far cessare il nostro millesimo bisticcio.

<< Stavo andando a farmi una doccia >> Ella se ne esce di scena con questa frase lasciandomi da sola con la donna che ci ha messo al mondo, la stessa persona che mi ha mentito e che in un batter d'occhio ha cambiato la mia intera esistenza.

Mi siedo sul letto e cerco la mia camicia da notte, mia madre apre il cassetto del grande armadio in camera nostra e ne estrae una color panna. Me la porge e la indosso.

Mi posiziono davanti allo specchio e cerco di spazzolarmi i capelli ricci, mia madre si avvicina e mi aiuta a districare i nodi. Il silenzio riempie la stanza.

<< Come è stato? >> chiede con un tenere sorriso guardandomi il viso attraverso il riflesso dello specchio.

<< Cosa? >> chiedo un po' allarmata. Scuote la testa.

<< Non credere che io non me ne sia accorta che quella fosse Keira >> mi canzona << riesco a riconoscere le mie figlie. Keira poteva avere il tuo aspetto ed Ella poteva anche aiutarla ad agire come te, ma ce ne solo una di Eva al mondo e io riuscirei a distinguerla in mezzo ad una folla. E sai perché? La tua aurea>>.

<< La mia aurea cosa? >> domando curiosa.

<< In questi giorni a tavola, tuo padre ha posto delle domande a Keira riguardo Egon. La sua aurea era dorata. Riuscivo a vederla. La tua, invece quando parli di lui, è tutta altra cosa. Mille colori si mischiano, un sorriso ti si stampa sul volto e sembri cacciare gli artigli per difenderlo >> arrossisco << lo so che lo ami, Eva. Anche io provo le stesse cose per tuo padre e, per quando potrà sembrare strano o far innervosire tuo padre, io credo in te e in Egon >> mi volto per abbracciarla e lei ricambia il mio abbraccio.

<< Dove sei stata tutto questo tempo? >> chiede asciugandosi le lacrime di gioia.

<< Ero nell' Inferno >> rabbrividisce << non preoccuparti. Egon si è preso cura di me e abbiamo scoperto cosa intende la maledizione >> inizialmente tira un sospiro di sollievo, ma quando introduco quell'argomento sembra che l'aria intorno a noi diventi sempre più pesante ogni minuto che passa << devo morie >> affermo con un fil di voce.

Si copre la mano con la bocca per bloccare i singhiozzi << ma Egon non lo farà. Mi hanno scoperto negli Inferi e siamo scappati insieme perché lui ci tiene a me. Ha detto che questo deve essere un segreto e che vorrà stare con me in Paradiso per sempre, finché ne avrà le forze. Lucifero ha scoperto che lui è dalla mia parte e non gli ha svelato come uccidermi, ma a lui non importa. Vuole che sia felice >> mi abbraccia, mi accarezza i capelli e la schiena.

<< Lo so tesoro>> mi lascia con queste parole. Mi stendo sul letto e mi dimeno per il dolore. Questo livido mi sta torturando. Un colpo di vento spalanca la finestra, rabbrividisco per il gelo serale. Accorro per chiuderla e cerco di riscaldarmi le braccia con le mani, quando mi volto Egon è steso sul mio letto con le braccia incrociate sotto la testa.

<< Mi ha spaventa! >> porto la mano al cuore e prendo respiri profondi per calmarmi << che ci fai qui?! >> sussurro digrignando i denti.

<< Scusa angioletto >> mi accarezza il viso << non potevo starti lontano e ... >> estrae dalla tasca un biglietto << tua sorella mi ha mandato un messaggio dicendo che tu avevi bisogno di me >> scuoto la testa esausta di mia sorella che cerca sempre di contraddirmi.

<< Hey >> Egon porta le mani ai lati del mio viso e mi lascia un caldo bacio sulla punta del naso << che hai? >> chiede dolcemente. Lo bacerei all'istante!

<< Le avevo espressamente proibito di impicciarsi, non volevo che tu facessi niente. Sarei guarita come una semplice umana >> sbotto furiosa.

<< Ti sei fatta male? >> mi guarda cercando di trovare qualche ferita.

<< No >> dico << il livido>> indico la parte dolorante coperta dalla veste << si è esteso e mi risulta difficile respirare >>.

<< L'aria infernale ha aumentato le dimensioni del tuo dolore. È quello il suo compito, provocartene tanto altro perché noi ci nutriamo di quello >> spiega << consentimi di aiutarti Eva >> mi sussurra. Annuisco catturata dai suoi gesti.

Mi fa stendere sul letto, si posiziona tra le mie gambe e afferra l'orlo della mia camicia da notte.

<< Aspetta! >> gli blocco le mani.
<< Eva non ti guarderò neanche, se è questo che vuoi. Non farò niente che tu non voglia >> le sue parole mi rassicurano e lo lascio continuare.

La veste viene sollevata fin sotto al seno e Egon sbianca nel vedere la grandezza del livido.

Si abbassa su di me e inizia a baciare la parte di pelle da vicino le costole fin sopra ai miei slip. Un brivido di freddo mi percorre la schiena, i baci umidi di Egon sul corpo aprono una sensazione di calore nel mio corpo, una delle tante sensazioni che mi disorienta.

<< Fatto >> mi abbassa la veste e sento di poter prendere respiri più profondi senza sentire fitti al basso ventre.

Mi alzo a metà busto e me lo ritrovo faccia a faccia.
Sorride e si porge verso di me per darmi un rapido bacio, chiudo gli occhi a quel contatto.

<< Ha un sapore stupendo piccola Eva >> mi sussurra a pochi centimetri dalle labbra. Spalanco gli occhi e lui non c'è più, si è volatilizzato.

La porta viene aperta da mia sorella Ella.

<< Dobbiamo parlare >> dico furiosa incrociando le braccia al petto. Sorride colpevole.

THE HUMAN ONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora