Capitolo 6

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<< Eva la mensa è da questa parte >> mi indica mia sorella Ella.

Cerca un modo per liberarti di loro, ricordati il nostro patto!

Queste parole mi arrivano all'orecchio senza che Egon si materializzi davanti a me.

Dammi due minuti!
Penso queste esatte parole sperando che Egon, in un certo senso, percepisca il messaggio. Credo che possa leggere la mia mente.

Certo che posso, angioletto!

E la risposta non tarda ad arrivare.
<< Eva dai, muoviti! Io ho una fame tremenda!>> dice Keira.

<< Sì ha ragione >> l'appoggia Elain.
Keira la guarda con un sopracciglio alzato, non è l'unica a fissare Elain in questo modo, anche io e Ella siamo perplesse quanto lei.
<< Che avete? >> sbotta Elain.
<< Non mi avevi mai appoggiato in niente, fin ad ora>> spiega Keira.

<< Ti sbagli! >> dice Elain facendo diventare la punta delle sue orecchie di un colore simile al mio sangue.

<< Ah stai mentendo! >> esulta Keira indicando la diretta interessata che a quel gesto scuote la testa ed è pronta a replicare, ma Keira la precede << non dire bugie che quando ti diventano rosse le orecchie c'è qualcosa che ci nascondi>>.

Scuote ancora la testa.
<< Ok! >> dice con un fil di voce << Ho fame>> sbotta << adesso possiamo andare via? Non ce la faccio più!>> si lamenta come una bambina.

<< Ho capito! >> esulta Ella che fino adesso stava in disparte godendosi la scena, forse stava riflettendo sullo strano comportamento di Elain.

Sbrigati? Quanto cazzo ci vuole per liberarsi di tre ragazze del caz...

Shh non essere volgare.

<< Ti piace Eden!>> Ella dà vita ai suoi pensieri. Elain diventa paonazza e si copre il viso con le mani.

<< Shh non urlare>> dice a Keira che ha cominciato a saltare sul posto come una bambina di 3 anni.

Che scena patetica!

<<Ok, adesso stai diventando insopportabile!>> dico esausta.

Keira si ferma e si incupisce.
<< Scusa >>
<< No, non era riferito a te >> mi scuso con lei.
<< E con chi allora?>> dice Elain.

<< Ragazze io devo andare dalla preside Grimm, capite no? Questioni di "umani". >> dico la frase marcando l'ultima parole con un gesto delle mani per evidenziarlo.

Annuiscono all'uniscono lasciandomi campo libero. Le saluto con un gesto della mano mentre si dirigono nella direzione opposta alla mia.
Arrivo a fine corridoio e non so se svoltare a destra o a sinistra, ma Egon mi facilita la scelta.

Mi afferra il polso e mi scaraventa contro il muro facendomi battere la testa.
<< Ahio! >> mi lamento toccandomi la nuca.

<< Ehi come siamo fragili! >> mi canzona << dovresti mettere un po' di muscoli >> afferma tastando il mio addome, i miei fianchi e infine le braccia.

<< Ehi Mr Manilunghe, tieni al proprio posto quelle zampacce>> lo riprendo togliendomi le sue mani dai fianchi.

Mi afferra i polsi e me li spinge sopra la testa, la sua presa è forte e sento i polsi diventarmi viola per il dolore.

<< Guardami! >> mi ordina e obbedisco, non voglio farlo arrabbiare più del dovuto. Adesso sono in un campo minato << non azzardarti mai più a prendere possesso di te stessa. Tu mi appartieni e ... che hai ?>> credo che abbia notato la mia smorfia di dolore.

<< I polsi ... >> dico con poca voce, tanto che il dolore mi soffoca il respiro.
Subito molla la presa facendomi cadere con il sedere sul pavimento provocando un tonfo, stasera quando tornerò a casa sarò piena di lividi. Ci scommetto!

<< Fammi vedere >> dice Egon inginocchiandosi alla mia altezza.
Gli do i polsi che lui esamina e accarezza.
Percorre i lividi con dei baci umidi, il dolore si affievolisce ma una nuova sensazione si fa spazio dentro me, non so cosa sia ma non porterà niente di buono.
Scommetto anche su questo!

<< Meglio? >> mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e io annuisco un po' in ritardo, prima perché presa alla sprovvista da quel gesto e poi per la dolcezza della sua voce.

Mi alzo con il suo aiuto e insieme ci dirigiamo verso un'aula vuota.
<< Che ci facciamo qui? >> chiedo curiosa.

Fa comparire due panini farciti sulla cattedra.
<< Pensavo di mangiare insieme e capire come sei. Prima che tu lo dica, sì puoi farmi delle domande>>

Come lo sa?

Ride.
<< Che hai da ridere? >> sbotto incrociando le braccia al petto.
<< La tua stupida innocenza nell'aspetto non coincide con la tua lingua lunga>> afferma divertito << ma sta attenta, quelle come te hanno vita breve >> si incupisce provocandomi una strana sensazione, diversa da quella precedente, questa non mi provoca il vuoto nello stomaco. Questa mi fa tremare le gambe.
Deglutisco a fatica.

<< La tua mente e la mia sono collegate>> ammette << inizialmente potevo solo sognarti perché dovevo ancora avere una connessione con il tuo corpo>> lo interrompo.

<< Come si è stabilita la connessione >> chiedo curiosa.

<< Con il primo tocco >> accompagna queste parole con uno sguardo che mi porta indietro nel tempo a questa mattina.
Annuisco.

<< Per questo quando vidi tua sorella pensavo che fossi tu e le ho dato quel disegno, ma il giorno dopo avevo capito che quella non fossi tu.>> continua.

<< Non avevi stabilito nessuna connessione >> dico ad alta voce cercando di capire questo strano rapporto che sembra avere il mio corpo con colui che deciderà la mia vita.

Annuisce.

Il silenzio cala tra di noi, lui mi spiega la profezia. Più volte gli dico che queste cose già le conosci e gli pongo domande a cui lui mi risponde continuamente con la stessa frase " dai tempo al tempo ".

Questo pranzo non ha portato niente di buono, oltre a tante nuove domande a cui forse, con il tempo, avrò una risposta.

Finiamo il pranzo in silenzio e, al suono della campanella, lui mi rivolge uni sguardo come se volesse dirmi "muoviti".

Lasciamo l'aula, lo saluto con un gesto della mano ma lui si avvicina e mi bacia la fronte.

<< Il tuo odore è droga per me>> ammette.
Si volta, dandomi le spalle, e prosegue la direzione del corridoio opposta alla mia.
Prima che possa scomparire dalla mia vista, raccolto tutto il coraggio che ho e gli afferro un polso. Si volta all'istante e mi guarda perplesso.

Deve rispondere almeno ad una mia domanda.

<< Cosa intendi con "quelle come te hanno vita breve "? Intendi che ci sono state altre umane come me?>> annuisce.

Quindi non sono stata l'unica, ma come puo' essere possibile? La maledizione dovrebbe essere stata spezzata da tempo.

THE HUMAN ONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora