Capitolo 14

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<< Mi offri da bere o devo prendermelo da sola >> accarezzo il colletto della maglia con lo scollo a V di Egon.
Sono alle sue spalle e lui sembra irrigidirsi al mio tocco.
Non risponde, allora decido di accarezzargli le spalle ampie, a quel tocco mi afferra i polsi e mi schiaccia contro il bancone intrappolandomi tra esso e il suo corpo.
Ha gli occhi iniettati di sangue, mi fissa.

<< Ev ... >> si guarda intorno.
<< Evie >> gli faccio l'occhiolino per fargli capire di stare al gioco. Si avvicina al mio orecchio, mi accarezza il fianco con una mano. Lo stringe e sento l'aria mancarmi.

<< Che ci fai qui >> sussurra rauco.
<< Volevo vedere cosa combinassi qui >> mento. Non puo' conoscere le mie vere intenzioni. Non pensavo che mi scoprisse guardandomi negli occhi.
Mi guarda dalla testa ai piedi. La sua mano, che era precedentemente sul mio fianco, percorre la stoffa della gonna arrivando all'orlo di pizzo. Lo tira verso il basso.

<< Non credi sia corto per te>> dichiara avvicinandosi al mio orecchio << angioletto>> conclude la frase con il mio nomignolo. Mi bacia il lobo dell'orecchio.
Mi lascia dalla posizione in cui mi aveva incastrata e mi siedo sullo sgabello affianco al suo.

<< Allora? >> lo incito << cosa mi offri da bere? >> scuote la testa divertito. Il suo sorriso bianco mi ricorda casa. Lui è la mia casa dovunque andremo.

<< Cerbero >> proferisce quelle parole con autorità. Dietro il bancone compare un mostro tarchiato, pelle rossastra e in alcune parti violacea. Ha tre teste di cane, il collo circondato da un collare e catene gli contornano il busto e i polsi.
La sua bava arriva a percorrergli il collo. Mi volto dal disgusto.
Egon sorride a quella scena.

<< Un morso infernale per il demone più sexy che abbia mai visto >> a quelle parole faccio scattare la testa verso Egon che, trionfante e ammiccante, solleva il bicchierino pieno di liquido bluastro.

Arrossisco.

Cerbero mi spinge l'ordine di Egon verso di me, il demone che conosco si avvicina e le nostre ginocchia si toccano.
<< Sta attente tesoro >> sorride beffardo << è roba forte>> annuisco.

Ne bevo un sorso e mi manca il respiro, il livido comincia a farmi male, ma il dolore mi pervade il corpo.

<< Mi fa male tutto il corpo>> Egon ride.
<< Cosa ti aspettavi >> esclama << Siamo nell'inferno, il male e il dolore è cio' che ci rende vivi e fieri >> cedo il mio alcol a Egon che lo accetta volentieri scolandoselo tutto in un sorso.

Noto Dena parlare con uno straniero, non sembra provenire da queste parti. Indossa una tunica rossastra e ha un naso pronunciate, sospettoso direi. Altrettanto sospettosa è la guida maschile al suo fianco che si guarda introno come se volesse proteggere lo straniero.

<< Quello è Dante >> dice Egon appoggiando i gomiti e la schiena sul bancone << quello in allerta è Virgilio >> continua la sua spiegazione << Dante è qui da due giorni e cerca di andare in Paradiso. Credo che voglia scoprire cosa rende così diverso l'Inferno dalla terra. >> conferma.

<< È ... umano? >> chiedo e lui annuisce bevendo un altro drink.
<< Non farti strane idee ... >> non lo lascio finire che mi avvicino a Dante. Virgilio, vedendomi arrivare, copre Dante con il suo corpo.

<< Voglio parlare con l'umano >> sbotto. Virgilio si avvicina a me e mi scruta, per quello che sembrano ore interminabili, dopo un minuto cede e mi lascia passare.

Dana si alza e ci lascia soli.
<< Anche tu sei umana! >> esclama Dante e Virgilio annuisce.
<< Come lo sai? >> bisbiglio.
<< Il tuo petto si alza e si abbassa, qui nessuno respira così. Come me fai fatica a respirare aria pulita con tutte queste ceneri>> annuisco << cosa vuoi sapere? >>.

<< Come è la terra? >> sembra perplesso << io vivo in paradiso>> adesso è incuriosito << raccontami della terra e io ti risparmierò il viaggio in Paradiso >> sembra accettare.

Dante mi racconta che la terra è circondata da fiumi, sabbia, bambini e odori intensi. L'amore è all'ordine del giorno e tutto ha un colore proprio. Il rosso e il bianco che conosco non sono gli unici colori che predominano sulla terra. Diverse lingue e forme la invadono. Sembra un posto magnifico.

Io gli ho confessato come era il mio mondo e lui ha preso appunti su una pergamena.

<< Grazie >> sorride trionfante e insieme a Virgilio se ne va via dalla locanda infernale.

Mi alzo avvicinandomi verso Egon che non mi ha perso di vista neanche un minuti, mi siedo e mi sorride.

<< Hai attirato lo sguardo di tutti >> mi guardo intorno e noto un ragazzo in un angolo, mi sorride beffardo e si bagna continuamente le labbra.

<< Quello mi fa paura>> faccio cenno ad Egon verso il ragazzo dietro le sue spalle.
Lui si volta e si irrigidisce.

<< Cazzo! >> esclama a bassa voce.
<< Cosa? >> chiedo allarmata.
<< Quello è il figlio di Lucifero. Qualsiasi donna che vuole lui la ottiene.>> dichiara << ha puntato te >> spalanco gli occhi preoccupata << non ti preoccupare >> si alza dallo sgabello.

Inizia ad accarezzarmi il ginocchio, lo spingo via.
<< Che fai?! >> lo ammonisco.
<< Ev ... Evie >> lo incenerisco con lo sguardo << le ragazze qui sono diverse, si fanno toccare. Lascia fare a me se non vuoi essere scoperta e morire qui >>.

Mi accarezza il ginocchio, fisso i suoi movimenti, quando vede che gli do il consenso continua a salire. Alza un po' il mio vestito, afferro la sua mano. Con l'altra percorre verso l'alto, sfiora il mio seno e mi fuoriesce un gemito. Lui se ne accorge e sghignazza. Arrossisco.

Mi accarezza il collo, gli lascio la mano che gli avevo precedentemente bloccato.
Mi costringe ad aprire le gambe per posizionarsi tra di esse. Adesso siamo petto contro petto, le sue mani sono ai lati del mio viso, naso contro naso.
<< Egon ... io >> mi zittisce baciandomi.
Un bacio violento e pieno di passione, sembra che lui avesse bisogno di questo bacio o forse sono io.
Mi afferra una gamba e l'accarezza. Gli circondo la vita con le mie gambe. Mi accarezza i polpacci, la sua intimità preme sulla mia, le sue mani percorrono tutto il mio corpo. Sto iniziando a fremere per tutto questo contatto.

Si stacca da me con il fiato corto, si volta per scrutare il volto del ragazzo di prima, ma noto che è sparito.

Si allontana da me e si risiede sullo sgabello di prima.
Dana mi guarda facendomi un occhiolino, qui tutti hanno visto cosa abbiamo fatto.

Mi volto verso Egon e non sembra essere turbato, mentre io ho un vortice di emozioni che mi sta divorando internamente.

Mi schiarisco la voce per parlargli di quello che è successo, ma lui mi blocca con la sua voce.

<< Un altro giro di alcol Cerbero! >> grugnisce.

THE HUMAN ONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora