Cap. 3

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Il sole era sceso da qualche ora. Ci rivestimmo, il fuoco era acceso e lì seduti dividemmo della carne essiccata e del pane nero, un recipiente era vicino alle fiamme per il té, arricciai il naso al pensiero di quel suo sapore disgustoso, ma non avevamo molto altro a disposizione decisi di non protestare, e tenni per me le mie lagnanze, non sarebbe cambiato nulla. Elanor alimentò un po' il fuoco, impaziente di entrare con me nell'Oblio ed esplorarlo. Finito il nostro pasto le chiesi se fosse sicura e pronta. Con un cenno del capo mi diede assenso. "Ti farò entrare per prima, non ti muovere ed io ti raggiungerò." le dissi, mentre si infilava dentro il sacco a pelo anche se le notti erano ancora comunque tiepide, non sarebbe stata una pessima idea, mi dissi. "Ti aspetterò." mi rassicurò con un sorriso. La baciai, posai una mano sullo stomaco e l'altra la misi sulla fronte. Con uno scoppio di magia, separai la sua anima dalla carne. La osservai avvicinarsi leggera al confine tra i mondi. Mi stesi e divisi la mia anima dal corpo, salii verso la zona di passaggio, era tagliente e gelida.

Piombammo in un luogo semideserto, vagavano solo poche anime e ricordi. Decisi che non ci fosse alcun amico Spirito nei paraggi. Da quando gli Squarci sono stati aperti ne trovavo sempre meno, alcuni vincolati e trascinati nel mondo sottostante grazie alla magia del sangue che trasformava loro in Demoni, altri semplicemente svaniti. Il terreno sabbioso nemmeno si muoveva al nostro passaggio. "Così è questo l'Oblio... o almeno, un'altra porzione..." disse meravigliata. Eravamo in un canyon: pareti alte si ergevano ai nostri fianchi, il rossastro della pietra e della polvere contrastava di netto con il verde striato di nero del cielo dell'Oblio. Funghi lattescenti spuntavano dalla roccia, Elenor provò a raccoglierli senza successo. Ringhiò. "Sei solo anima, – ridacchiai – non puoi fare nulla, nemmeno spostare il terreno sabbioso, te ne sei accorta?" le dissi sorridendo ancora, cercando di non sembrare troppo presuntuoso, era la sua prima volta da anima cosciente nell'Oblio, ricordo che all'epoca quasi impazzii per lo stesso motivo. Decisi di farle vedere una cosa, la prima volta che la vidi rimasi sbalordito, avevo una piccola speranza che tutto fosse rimasto come nei miei ricordi. Iniziai a camminare sulla parete rocciosa, verso la cima del canyon, lei quasi urlò: "Ma come... ma come ci riesci? Non... non è possibile! Stai... stai camminando su una parete verticale proprio come cammineresti qui... è... è straordinario!" La esortai a provarci, siamo spiriti, non avremmo avuto conseguenze, qui le leggi che muovono il mondo mortale non valgono. "Devo farti vedere una cosa." la incalzai fermandomi a metà percorso. Un po' riluttante iniziò la sua camminata verticale. "Libera la tua mente dai preconcetti, qui non esistono. Vedrai che tutto ti sarà più facile." i suoi primi passi malfermi si trasformarono presto in una camminata salda sul costone rossastro del canyon.

Arrivai in cima più in fretta di lei, quando arrivò la aiutai a rimettersi sul piano orizzontale e le coprii gli occhi con una mano prima che potesse abituarsi al cambio di luce, mi misi dietro di lei e la accompagnai delicatamente un po' più avanti, ci fermammo e le tolsi la mano dagli occhi: "Guarda, l'Oblio." Aprì gli occhi e divenne stupore. Il panorama era mozzafiato. Interi cunei di terra rosso scuro fluttuavano nel vuoto, carichi di vegetazione dai colori vivaci, soffi di fresca aria verde si muovevano sopra di noi, un morente e pallido sole schiariva ancora per poco il verde del cielo alla nostra sinistra, il tramonto era vicino. Anche se non c'era alcuna traccia vivente, era il momento più vicino alla perfezione. Guardai la sua meraviglia crescere ad ogni attimo, le chiesi comunque titubante: "Ti piace?" Mi guardò stupefatta: "Prima quella strana scalata ed ora questo, è semplicemente... mozzafiato. È meraviglioso! Esistono davvero meraviglie di questo genere nell'Oblio?" risposi con un sorriso alla retorica della sua domanda, annuii con un cenno del capo; ero contento di averla affascinata dal mondo che sto studiando, da averle fatto capire una delle mie ragioni di vita. Ero rincuorato che capisse cosa provassi ogni volta che esplorando questi luoghi in sogno e trovavo nuove meraviglie. "Quello che puoi solo immaginare qui esiste. È il primo mondo nato, un mondo immortale, popolato da Spiriti." i suoi occhi brillavano di meraviglia. "Raccontami, raccontami di questo luogo, dei tuoi studi..." quasi mi implorò assetata di conoscenza. Nessun Dalish lo aveva mai fatto, nessuno pendeva così tanto dalle mie labbra come la mia Elanor in questo momento. "Va bene, ti racconterò quello che so, ma non qui. C'è tanto da dire, e qui siamo intrusi. Prima di tornare volevo però mostrarti cosa succede al calar del sole..."

"What is the old Dalish curse? May the Dread Wolf take you?"Where stories live. Discover now