Lunus atterrò pesantemente su una spianata polverosa davanti a quella che poteva sembrare una profonda grotta. Davanti a noi una strada levigata e scura era sferzata da una debole brezza. Con qualche difficoltà scesi dalla schiena di Lunus, la grossa testa del drago mi guardò quasi divertita dal mio indolenzimento. Una volta sceso mi strofinai i calzoni e gli stivali alti al polpaccio, saltellai sul posto per sciogliere la muscolatura e riprendermi dallo stordimento. Mi sentivo svuotato e confuso, ero ben oltre l'essere stanco, ma non avevo molto tempo: dovevo trovare Hawke e riportarla nel mondo sottostante. Mi sedetti e chiusi gli occhi cercando di concentrarmi, Lunus si era distanziata da me, nonostante la sua mole, entrò nella caverna buia. Strinsi i denti e cercai di percepire la vita, sperai fosse sopravvissuta anche se in cuor mio sapevo che non era facile, nemmeno per la donna che si fregia del titolo di Campione di Kirkwall.
Il basso brontolio di una voce femminile sembrava esitare: toccava la mia mente, la solleticava, chiedeva aiuto, ridacchiava, scostante e pensieroso e spesso si spegneva del tutto. Riaprii gli occhi confuso e sbalordito e vidi che Lunus era al mio fianco, le sue braccia argentee risplendevano cangianti nella luce surreale dell'Oblio. Le piccole squame sotto agli occhi ora erano visibili anche nella sua forma umana, le guardai sentendomi in colpa per averla sfigurata. "Hai percepito qualcosa, elfo?" chiese impaziente, era tesa e ansiosa. "Forse, dovremo spostarci in quella direzione." le dissi indicando il sentiero scosceso che sembrava chiamarmi, invitarmi a percorrerlo. "Sbrighiamoci allora, fammi strada." disse la donna-drago, procedendo dietro di me con passo che avrei giudicato insicuro. Tentennava annaspando, alla cieca, seguendomi nel mio mondo. Mi chiesi se mi temeva ora che eravamo qui e non nel mondo sottostante, accantonai il sogghigno che mi si stampò in volto sentendo quel richiamo sempre più forte: la voce femminile si faceva sempre più chiara, nitida e forte percorrendo quella strana e tortuosa via levigata che correva in mezzo ad una foresta di pietra grigia. Mi sentii quasi a disagio, digrignai i denti, il Temibile Lupo procedeva al mio fianco circospetto e ansioso, il suo pelo nebbioso era alzato e le sue orecchie girate indietro, i suoi occhi incandescenti dardeggiavano ovunque irrequieti.
Cosa ti prende?
Gli mandai un pensiero.
C'è qualcosa che non va, qui...
Mi rispose ringhiando.
...stai attento Fen'Harel.
Finì la frase, sorrisi abbassando lo sguardo verso il grosso Lupo nero.
Camminammo ore lungo quella via scoscesa ed il paesaggio pareva sempre lo stesso: alberi di pietra spogli e spettrali ai nostri lati, alcuni avevano volti che trasudavano dalla pietra porosa: volti contorti e disperati, strazianti. Mi portai una mano al volto contratto, ero a dir poco sfinito. Lunus procedeva lenta dietro di me affianco allo Spirito del Temibile Lupo. "C'è qualcosa di strano qui... ma non riesco a capire cosa. Mi sembra così surreale questo posto... sembra sempre lo stesso, da ore." mi guardò perplessa avvicinandosi "Che ti succede Lupo?" chiese con un sentore di preoccupazione che non avevo mai avvertito prima nella sua voce. "Non lo so, mi sento strano." dissi sedendomi sulla strada scura, da vicino era percorsa da venature verdi e pulsanti, la toccai e al tatto era liscia come pelle, mi sentivo sempre peggio, una fitta allo stomaco mi colpì facendomi abbassare il capo verso quella superficie liscia, troppo liscia. "Fermiamoci qualche ora, usala per dormire Lupo. Io starò di guardia." mi disse guardandomi aggrottando leggermente le sopracciglia. Appallottolai il mantello di Avallac'h che avevo attorno alle spalle e cercai di farci una superficie soffice dove posare la testa qualche minuto, nella speranza che l'affanno e la stanchezza mi passassero chiudendo gli occhi, mi stesi e non seppi più nulla.
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"What is the old Dalish curse? May the Dread Wolf take you?"
RomanceSolas and Lavellan - A Fan Fiction (VERSIONE AGGIORNATA)