I giorni seguenti passarono lenti e freddi. Elanor decise di lasciarmi ancora un po' di tempo per elaborare il lutto. Lei andò a Crestwood assieme a Cole, Vivienne e Blackwall. Alla fortezza rimasero con me Dorian, il Toro di Ferro, Cassandra, Sera e Varric. Io per lo più cercai di concentrarmi a scrivere su pergamena gli ultimi sviluppi della nostra battaglia e nella traduzione di alcuni tomi antichi trovati da Elanor per il circolo di Vivienne. Fu un lento e doloroso percorso di elaborazione di emozioni.
Nella mia ala della torre entrò Cassandra e mi portò del nuovo materiale dagli squarci chiusi. Dopo avergli dato una prima occhiata l'avrei portato di sopra perché un'arcanista lo studiasse più in profondità. "Solas, se te lo posso chiedere... a cosa credi? Non mi sembri un tipo molto legato alle tradizioni Dalish, anche se sei un elfo." la domanda della Cercatrice mi sorprese. "Causa ed effetto. – risposi – Saggezza come propria ricompensa e il diritto di tutte le persone libere di voler esistere." e continuai a redigere i miei appunti. "Non è quello che intendevo." disse lei incalzante. "Lo so. Credo che esistessero gli Dei elfici, così come gli antichi Dei del Tevinter. Ma non credo che nessuno di loro sia stato realmente un Dio, a meno che non si espanda la definizione della parola ad un punto di assurdità. Apprezzo l'idea del tuo Creatore, un Dio che non ha bisogno di dimostrare il suo potere. Desidererei che altri Dei fossero così." risposi non togliendo attenzione al mio lavoro. "Hai visto molta tristezza nei tuoi viaggi, Solas. Seguendo il Creatore potresti offrire qualche speranza." sapevo che la Cercatrice era una persona devota e mistica, ma non credevo arrivasse al proselitismo. "Le persone, Cassandra: umani, nani, qunari o elfi che siano. I trionfi più grandi e le tragedie più brutte che questo mondo ha conosciuto possono essere ricondotte solo alle persone." lei annuì concorde. In cuor suo sapeva che era così. E anche nel nostro caso era così. Era colpa di una persona. E quella persona ero io.
"Te lo confesso, Solas, sono sorpresa che tu abbia deciso di rimanere, dopo quello che è successo. Dopo Haven in special modo..." mi disse in ultima Cassandra uscendo dalla stanza. "Perché me lo dici? Il Varco rimane una minaccia per tutti noi." le ricordai. "Proprio così, mi sono chiesta se potessi lasciarci ora che abbiamo un piano per sigillarlo." "Ah, perché sono un eretico, potrei fuggire prima che l'Inquisizione mi metta in catene? Prendo i miei impegni seriamente, Cercatrice. Qualunque cosa accada, la affronterò per quella che è." le risposi seccato. Non capivo perché le persone associano gli eretici a persone inaffidabili. La cosa mi disturbava. "Come vuoi, anche se non posso garantire quello che accadrà nei giorni a venire." e se ne andò. Scrollai la testa come se potesse servire ad allontanare i pensieri. Sorseggiai il té alla menta e continuai la mia trascrizione. Quando ebbi finito, o almeno così imposi, mi appoggiai all'alto schienale della poltrona, sospirai rumorosamente e lasciai cadere le braccia sui braccioli. Mi chiesi cosa stesse facendo Elanor, senza di lei mi sentivo incompleto, d'impulso decisi che sarei andato a comprare dei nuovi capi di abbigliamento. Dorian decise di accompagnarmi.
Provai una maglia da incantatore: una tunica di lana grezza, tela e cuoio di cane, niente di così eccessivo e sfarzoso, ma non mi convinceva. "Ah, Solas. Mi hai colto di sorpresa. Sei sempre così... anonimo!" Dorian espresse appieno il mio pensiero. "Dorian? Parla più forte! – urlai di proposito a voce alta – Non riesco a sentirti il tuo vestito me lo impedisce." Mi guardò e ridemmo. Il commerciante rimase basito. Acquistai due maglie da mago da battaglia e una giubba da incantatore, dei calzoni e alcuni giustacuore. Dorian approvò il mio abbigliamento e la mia voglia di spendere. Non credevo volesse offendermi di proposito, solo farmi notare che effettivamente ero sciatto. Glielo dissi. "Prego Solas, non c'è di che." mi disse dandomi una pacca sulla spalla andando alla taverna. Io procedevo in direzione della mia stanza.
Poco è ciò che conosciamo di Fen'Harel, perché dicono che non si preoccupasse della nostra gente. Elgar'nan e Mythal hanno creato il mondo come lo conosciamo, Andruil ci ha insegnato i modi del cacciatore, Sylaise e June hanno dato fuoco e abilità, ma Fen'Harel si è conservato per se stesso e ha pianificato il tradimento di tutti gli Dei. E dopo la distruzione di Arlathan, quando gli Dei non poterono più ascoltare le nostre preghiere, si dice che Fen'Harel passò secoli in un angolo lontano della terra, ridacchiando come un pazzo e abbracciandosi da solo per la gioia.
Le leggende narrano che prima della caduta di Arlathan, gli Dei che conoscevamo e veneravamo combatterono una guerra infinita con altri del loro genere.
Non c'è una hahren tra noi che ricorda questi altri: solo nei sogni a volte sentiamo sussurrati i nomi di Geldauran, Daern'thal e Anaris, perché sono quelli dimenticati, gli dei del terrore e della malizia, della malinconia e della pestilenza.
Negli antichi tempi, solo Fen'Harel poteva camminare senza paura tra i nostri Dei e quelli dimenticati, perché sebbene sia parente degli Dei del popolo, i dimenticati sapevano dei suoi modi astuti e lo dipingevano come uno di loro.
· Tratto da "Il Trionfo di Fen'Harel" di Gish'arel, Guardiano del clan Ralaferin.
Posai il libro e incrociai le caviglie lungo il letto. La notte era inoltrata, la mia candela quasi esaurita ed io ero insonne. Lo scontro con l'antico Magister era vicino, Corypheus doveva essere distrutto e avrei dovuto recuperare la Sfera. Mi alzai, misi dei ciocchi di legna ad ardere nel focolare e misi a bollire dell'acqua. Lessi l'ultima lettera che mi spedì Elanor, mi informò della situazione assai critica di Crestwood, che tutto sommato stava bene, ma le mancavo e non vedeva l'ora di rivedermi. Conservavo tutte le sue lettere in un contenitore di legno di acero decorato con un halla ed un Lupo. Guardai il fuoco, il mio viso tinto di rosso era incantato dalla meravigliosa danza delle fiamme. Un'ombra nera mi scivolò affianco.
Fen'Harel? Come pensi di gestire la situazione dopo la caduta di Corypheus? Cosa farai?
Mi chiese il Temibile Lupo.
Non sapevo cosa rispondere. Deviai il discorso.
Dipende. Da tante cose. Morrigan ha con sé un Eluvian, un portale magico. Morrigan sa bene che tutti gli Eluvian convergono in un luogo chiamato 'Crocevia'. Non so cosa stia cercando Corypheus, ma i miei agenti mi dicono che sta setacciando palmo per palmo le Selve Arboree in cerca di altri Eluvian.
Gli confessai con timore, ma non era necessario. Lo sapeva già.Sbuffò.
Sicuro che non stia cercando altro?Disse dileguandosi nell'ombra lasciandomi una nota di amarezza e tormento.
Bevvi silenzioso l'infuso di liquirizia e radice elfica meditando su cosa intendesse il Lupo. Non seppi dare una risposta e la cosa mi causò un nervosismo ansioso. Nella speranza di risvegliare definitivamente i poteri assopiti del Lupo ho creato un essere probabilmente immortale, malvagio, assetato di sangue e potere. L'ho elevato io a quel ruolo, io gli permisi di essere quello che è, io gli permisi di soggiogare i Custodi e i Templari, io gli permisi di distruggere Haven, e sempre io gli permisi di distruggere la Chiesa. Io ero la causa di tutto. Io che creai il Velo per proteggere il mondo mortale da esseri simili a lui che si proclamarono Dei, ero causa stessa della sua imminente distruzione.
Un fruscio mi fece rabbrividire. Mi girai spaventato. Cole era seduto sul ciglio del letto e stava sfogliando il mio libro. "Mi dispiace che il tuo amico sia morto, Solas." mi disse con gli occhi incollati sulla rilegatura. "Grazie, Cole." risposi rattristato, non avrei voluto ricordarlo, ma Cole percepisce il dolore, ne è attratto come l'odore del sangue attrae un lupo. "Non sapevo che ci fossero Spiriti di Saggezza... non ne ho mai incontrati." confessò posando il libro sul tavolo vicino ad un mazzo di camelie. "Ce ne sono pochi. Gli Spiriti si formano come riflesso di questo mondo e delle sue passioni..." "Allora non mancheremo mai di Spiriti di Rabbia, di Fame o di Desiderio. Il mondo gli dà molto su cui riflettere." mi interruppe puntualizzando il ragazzo. "Gli Spiriti più buoni sono molto più rari. Non possiamo più permetterci di perdere anche un solo Spirito di Saggezza, o di Fede ...o Compassione." gli dissi preoccupato. "Cercherò di non morire." mi disse. "Te ne sono grato." rimanemmo in silenzio per un po', entrambi pensierosi ed entrambi scossi. "C'è un modo per salvare più Spiriti?" Cole ruppe ancora il silenzio. "Non appena il Velo sarà guarito. Le fenditure attirano gli Spiriti, e lo shock li rende Demoni." gli dissi "Essere forzati significa non essere abbastanza. Vorresti picchiare tutti, danneggi il tuo essere." ammise lui. "Sì, esattamente. Se deliberatamente decidi di attraversare il Velo significa che c'è la volontà di farlo. Questo fa sì che lo Spirito mantenga la sua natura. Incastrati in questo mondo senza volerlo gli Spiriti subiscono lo stesso destino del mio amico." confermai il concetto dello Spirito di Compassione. "Allora li aiuteremo." mi disse infine caparbio e sparì, facendo cadere il vaso di camelie.
YOU ARE READING
"What is the old Dalish curse? May the Dread Wolf take you?"
RomanceSolas and Lavellan - A Fan Fiction (VERSIONE AGGIORNATA)