Cap. 8

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Scesi al Riposo dell'Araldo ancora pensieroso, ci trovai inaspettatamente Elanor al tavolo con Blackwall. Mi sedetti al suo fianco, di fronte all'uomo e ordinai qualcosa da mangiare posando le monete d'argento sul tavolo. "Nonostante la tua esperienza, Solas, non hai il portamento di un soldato..." mi disse il Custode bevendo a piccoli sorsi la poca birra rimasta nel boccale. "Avresti dovuto vedermi quando ero più giovane, ero sanguigno e sempre pronto allo scontro." dissi sorridendo. "Non l'hai fatto perché era giusto, lo hai fatto per salvarli. Entrambi." disse Cole materializzandosi silenziosamente di fianco al Custode. Di colpo ebbi una vertigine e mi si chiuse lo stomaco.

Cole lo sapeva. Cole si era reso conto di chi fossi. Cole probabilmente l'aveva sempre saputo. Vorticai stordito nella nube di pensieri che mi era piombata addosso all'improvviso. Elanor mi fissava: "Solas, di cosa sta parlando Cole?" in fretta rimisi assieme i pezzi della mia mente. "Un errore. – riuscii a dire – Uno dei tanti fatti da un elfo molto più giovane e presuntuoso, che era sicuro di sapere tutto." lei ed il Custode continuarono a fissarmi con i boccali a mezz'aria. "Non hai sbagliato però..." disse infine Cole. Il mio sangue era ancora congelato nelle mie vene. Mi sentivo mancare. Lui lo sapeva. Una voragine mi si aprì sotto i piedi. Cosa sapeva? Se sapeva di Fen'Harel, sapeva anche di Corypheus? Della Sfera? Mille e mille domande mi crollarono addosso non lasciandomi spazio nemmeno per respirare. Ansimai. Il tempo, intanto, riprese a scorrere.

"Abbiamo entrambi visto e vissuto cose terribili, Solas. Abbiamo visto la morte e la distruzione che rendono irriconoscibile tutto ciò che amiamo." riprese Blackwall facendo un cenno al garzone della locanda. "Ci sono guerre in tutto il Thedas in un dato momento, dubito che della mia tu ne abbia sentito parlare..." gli dissi ancora un po' stordito. Ma il fatto che nessuno avesse dato peso alle parole di Cole mi fece restare, almeno per un po'. "Una sconfitta Elvhen?" mi chiese. "...in un certo senso, tu?" risposi vago. "Io ero un soldato. Un mercenario. – rispose Blackwall – Ed io... beh... sai com'è..." "Lo so sicuramente..." risposi triste. Ricordo bene la caduta di Arlathan, la ricordo troppo bene. Non toccai il cibo. Il mio stomaco era chiuso e le gambe tremanti. "Solas, cosa ti succede? Non ti senti bene?" mi chiese il Custode preoccupato. "Niente, non è niente. – farfugliai – Sono solo stanco. Credo che me ne andrò a letto, sempre che io riesca ad arrivare alle mie stanze..." Elanor si alzò con me e mi porse il suo sostegno. Lo rifiutai, non era compito suo sostenere il mio fardello, era una cosa che dovevo fare io ed io soltanto, lei faceva già anche troppo ed io mi sentivo sempre più in difetto.


Quand'è che un mostro smette di esserlo?

Chiesi quasi involontariamente al Temibile Lupo.

Oh, quando qualcuno impara ad amarlo...

Mi rispose. Il cuore mi sprofondò sotto i piedi.


Camminai affaticato lungo la scalinata che porta all'ala principale di Skyhold. Non potevo farci nulla comunque se Cole sapeva chi fossi realmente; se lo sapeva probabilmente l'aveva sempre saputo e non disse mai nulla a nessuno, nemmeno ad Elanor, forse non avrei dovuto preoccuparmi troppo. Non percepisce invidia o malizia. Probabilmente dovevo solo calmarmi e concedermi qualche ora di sonno. Accesi il fuoco nel camino e fissai per un po' le fiamme tranquille che crepitavano allegre, misi accanto alle pietre del focolare un pentolino coperto pieno d'acqua, un trito di melissa e erba esile mi avrebbe aiutato a calmare il dolore alla testa e forse, i troppi pensieri. Elanor entrò, sentii un brivido percorrermi la schiena. "Vhenan, come stai?" mi chiese piano avvicinandosi al camino. "Non è nulla, ma vhenan, ho solo bisogno di dormire. Ultimamente o non riesco o non ho tempo... – le dissi stanco – ...resti? Anche sono per un po' di té?" chiesi in ultima, non volendola costringere a rimanere qui la notte se non lo voleva, l'avrei capito. "Certo... se vuoi che resti, io resto." mi disse dandomi quella fiducia e quella solidità che oggi mi era mancata. Mi avvicinai e la abbracciai. Servii acqua bollente con trito di foglie e ci accomodammo, io sulla poltrona e lei seduta sull'angolo del tavolo. "Ci stiamo preparando per marciare sulle Selve Arboree, qualunque cosa cerchi Corypheus, troverà anche noi. Se ci dovesse sfuggire, almeno gli daremo del filo da torcere." mi disse dura Elanor guardando nel vuoto. "Cos'ha detto Morrigan? Ha qualche idea su che cosa possa cercare Corypheus di così importante dallo spingersi così a sud con così tanta fretta? – le chiesi – Ho scartabellato tutti i manoscritti presenti nella biblioteca di Skyhold senza trovare alcun indizio, se non quelli che sapevo già circa gli immensi tesori degli antichi elfi sepolti in quella foresta inaccessibile..." lei mi guardò con occhi tranquilli, senza commiserazione alcuna. "Morrigan sostiene che potrebbe essere in cerca di un Eluvian. Un Eluvian presente nelle Selve Arboree." io ero stupefatto, ero arrivato alla stessa conclusione dell'Occultista. D'improvviso mi sentii quasi gratificato nella mia paranoia. "...ci sarebbe un Tempio elfico incontaminato, – continuò – Morrigan un tempo provò ad avvicinarsi ma era troppo pericoloso, se però è questo Eluvian ciò che Corypheus cerca, non saranno le antiche magie elfiche a fermare lui e la sua armata di Templari corrotti." Aveva ragione. La sua brama di potere era smisurata ed il suo ego sconfinato. Non sarebbe stata di certo una foresta inaccessibile a fermarlo. Ora però sapevo cosa cercare. Un sorriso deciso mi si stampò in viso. L'avevo in pugno.

"What is the old Dalish curse? May the Dread Wolf take you?"Where stories live. Discover now