Cap. 20

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L'Oblio, dopo la caduta di Corypheus era tornato un luogo tranquillo. Spiriti mesti lo popolavano vagando leggeri immersi nei loro ricordi. appoggiai un piede sul terreno chiaro e mi guardai attorno: cascate color porpora cadevano da ripide pareti cangianti delle quali non scorgevo neppure la cima, alberi enormi le cui foglie violacee erano ben saldi sul terreno secco di quel bosco, cercai con calma di orientarmi. Spesso quando l'oppressione del mondo si faceva troppo pesante fuggivo qui in sogno, era come avere un luogo da chiamare casa, dove si dovrebbero incontrare familiari e amici, quelli erano i miei unici amici adesso, lo sono stati anche un tempo, prima di Corypheus e prima di Elanor. Sbuffai triste e mi incamminai, chissà se l'aura dello Spirito di Saggezza, del mio amico, si stava riformando. Presi a camminare in quella direzione, tranquillo, silenzioso e avvolto nei miei pensieri, mi estraneai comletamente. Vagai tra quegli alberi enormi dai tronchi spugnosi ricoperti di rampicanti dai colori accesi, mi arrampicai su un crinale roccioso poco più alto di me, sulla cima spoglia e brulla mi sedetti e osservai il cielo verde sopra di me, posai le mani sotto la testa sbadigliando e ciondolai le gambe rimaste a penzoloni. Era raro ultimamente che riuscissi a tranquillizzarmi, pregai di riuscirci qualche minuto prima di voltarmi e scoprire se l'aura del mio amico Spirito c'era e stava crescendo. Non sarebbe stato il mio amico, certo, ma mi rincuorava l'idea che almeno lui potesse ritrovare la pace rinascendo qui. Sorrisi speranzoso. Mi ritrovai a pensare, malinconico e sognatore, al mio primo bacio con Elanor. Dopo il nostro insediamento a Skyhold, quando la fortezza versava in uno stato di abbandono ed i lavori di messa in sesto erano appena iniziati, la riportai ad Haven in sogno. Per lei sarebbe stato un luogo chiave, un punto di partenza, un fulcro da dove fare leva per vincere la battaglia che è stata. Quando la prima volta le sollevai il braccio verso lo Squarcio, provai qualcosa, sentii cambiare il mondo attraverso la mia pelle a contatto con la sua. "Hai sentito il mondo cambiare?" chiese lei guardandomi con quegli occhi grandi, sorrisi impacciato. "In senso metaforico." tossii imbarazzato. Non era facile essere solo con lei, nemmeno nell'Oblio dove tutto mi era estremamente più facile. "Quello l'avevo capito, ma... – disse avvicinandosi a me lenta e snella, potevo perfino sentire il profumo dei suoi capelli sciolti, mossi dal vento – vuoi dire che hai provato qualcosa?" chiese infine fermandosi con il viso a pochi centimetri dal mio. "Tu cambi... tutto." risposi cercando di indietreggiare da lei, avevo paura di quello che stavo provando, il mio corpo sembrava non rispondermi e il mio cuore martellava nel petto emettendo un suono sordo. Abbassò lo sguardo. "Adulatore." mi disse. Girai il viso teso e imbarazzato da quel momento, avevo per la prima volta espresso i miei sentimenti ed ora ero immerso nella paura, paura dell'ennesimo rifiuto, paura dell'ennesima incomprensione, paura, semplicemente paura. Sentii una mano sulla guancia, Elanor mi girò il viso verso di sé e mi baciò. Sgranai gli occhi dalla sorpresa. Le sue labbra si posarono sulle mie e si mossero in un bacio dolce. Esitante e carico di speranza quel bacio continuava lento. Sentivo che questa volta sarebbe stato diverso, che quest'amore era diverso. Si staccò in fretta ed io non mi resi nemmeno conto di avere un sorriso stampato in viso. Scossi la testa. Non l'avrei lasciata così, mi dissi, assolutamente no. La presi con delicatezza e la riportai davanti a me, la baciai con passione: la volevo, mi resi conto di volerla più di qualunque altra cosa, la baciai e la mia lingua si fece strada lenta e dolce nella sua bocca. La strinsi a me in un abbraccio caldo, non avrei voluto smettere mai. Trovai il coraggio di staccarmi dalle sue labbra morbide "Non dovremmo. – dissi balbettando – è inopportuno, perfino qui." dissi allontanandomi da lei. Lei si guardò intorno qualche secondo: "Cosa intendi? Non è reale?" chiese guardandomi, risi "Su questo si potrebbe discutere, magari al tuo risveglio..."

Attesi qualche minuto nel mio angolo della torre al piano terra, mi raddrizzai con uno sbadiglio dal piccolo divano impagliato appoggiato ad una delle pareti. Sentii dei passi veloci rimbombare nella navata, cercai di fare qualcosa, dissimulando la mia speranza di una sua richiesta di spiegazioni. Elanor aprì la porta: la casacca fina di colore chiaro a girocollo molto ampio, larga alle spalle e i calzoni stretti le donavano quell'aspetto semplice e spontaneo che adoravo in lei. Le intravedevo le scapole così perfette e dritte, il delizioso solco sotto al suo collo lungo si metteva in mostra fiero tra una ciocca di capelli corvini sfuggita alla crocchia. Sorrisi fingendo di mettere ordine sulla scrivania al centro. "Dormito bene?" chiesi rivolgendole uno sguardo sorridente, lei fece un respiro profondo alzando le piccole spalle "Non ho mai fatto niente di simile prima d'ora... sotto un certo numero di livelli." rispose cercando di trovare le parole. Risi piano. "Mi scuso, il bacio è stato... impulsivo e non avrei dovuto incoraggiarlo." cercai di scusarmi il meglio che potei, portai una mano alla nuca e svicolai imbarazzato dal suo sguardo. Incrociò le braccia ed un sorriso di sfida le comparve sul volto. "Oh, tu lo dici, ma sei tu che ha iniziato con la lingua!" disse appoggiandosi all'angolo della scrivania avvicinando il suo volto al mio, arrossii cercando di allontanarmi. Maledizione! "Non ho fatto una cosa del genere!" le mentii spudoratamente, l'avevo fatto eccome e con assoluto piacere "Oh, quindi non conta se nell'Oblio si bacia con la lingua?" chiese sarcastica con un sorriso prendendomi con un pizzico per la tunica di lino grezzo. Sorrisi cercando di non incontrare quegli occhi, altrimenti non sarei riuscito a resisterle anche se forse avrei dovuto "È passato molto tempo, – cercai di dire – e le cose sono sempre state più facili per me nell'Oblio. Non sono sicuro che questa sia una buona idea, potrebbe portare a problemi." tentai di dissuadere almeno lei senza troppi risultati, si avvicinò e con una mano posata sul mio viso mi obbligò a guardarla negli occhi. Era bellissima, confermai. "Sono disposta a rischiare, se tu sei d'accordo." mi disse con un filo di voce. "Io... forse, sì... se potessi prendere un po' di tempo per pensarci... ci sono considerazioni." balbettai imbarazzato e teso toccando delle pergamene a caso sulla mia scrivania ingombra. "Prendi tutto il tempo che ti serve." mi concesse lei con un sorriso, la ringraziai con un cenno del capo. "Grazie, non mi sono spesso gettato a capofitto sulle cose che accadono nei sogni, ma sono ragionevolmente sicuro che ora siamo svegli e se vuoi discutere di qualcosa, mi piacerebbe parlare con te, se ti va..." abbozzai cercando di trattenerla con me ancora un po', sorrise sedendosi sull'unico angolo libero della scrivania. Un pensiero mi solleticò l'angolo più istintivo e nascosto della mia mente, allontanai quel pensiero malizioso con un sorriso ebete. "Dimmi, raccontami di qualche Spirito che hai incontrato..." incalzò lei incrociando le caviglie, mi posai affianco a lei e le raccontai di quello Spirito amichevole che osservava le ragazze dei villaggi alle prese col loro primo amore in boccio, era uno Spirito curioso e simpatico, il suo ricordo era fonte di tenerezza per me. "Ed io Solas? Cosa vedi quando mi guardi?" chiese ad un certo punto sorridendomi. "Vedo una bellezza che non è mai stata vista prima. Non nel mio passato, non in nessuna parte dell'Oblio, e mai più si vedrà in futuro." le risposi, vidi il suo viso incupirsi, ringhiai quasi al mio essere così stupidamente ossessionato dall'Oblio. "Potresti non esserne così certo dopo Corypheus..." disse abbassando lo sguardo, mi sposai di fronte a lei, le presi il viso tra le mani e lo alzai verso il mio, sorrisi rassicurante "Se tu dovessi precipitare nell'Oblio, ti troverei." le dissi con un filo di voce. "Che tipo di Spirito diverrei secondo te?" chiese riprendendo un po del suo buon umore, deviai lo sguardo pensieroso: "Uno Spirito d'amore. – dissi dopo una poco attenta riflessione – Sei meravigliosa e sincera... e romantica anche. O forse sarai uno Spirito di Saggezza, dimostri un acume sottile e profondo in tutto ciò che fai. Sei una persona brillante dopo tutto. Ah, no so che cosa diventeresti... un Demone del Desiderio, tentatore e malvagio." dissi dipingendomi sul volto un sorriso malizioso, i miei occhi si intrufolarono tra le pieghe larghe della sua casacca. "Un Demone? Perché?" chiese quasi spaventata ritraendosi sopra la scrivania. "A causa di tutto quello che sarei in grado di fare con te in questo momento. A causa delle cose che un tempo ho fatto e che non potrei dimenticare." le dissi appoggiando le labbra alle sue piccole orecchie a punta. "Beh, penso di avere alcune offerte che potrebbero tentarti..." rispose lei maliziosa e tenace mi morse delicatamente il collo, la sollevai dalla scrivania, era leggera come una piuma e la stesi sul divano, mi sedetti al suo fianco con un manoscritto in mano e lei si accoccolò vicino a me sorridendo tranquilla.

"What is the old Dalish curse? May the Dread Wolf take you?"Where stories live. Discover now