Black Shed [kth,,jjk] reupdated

13

Jungkook sentì il campanello di casa sua suonare ripetutamente.
Sbuffò scendendo dal letto per andare ad aprire, e quasi gli venne un infarto.

Taehyung era davanti a lui.
Non si trovava in quel posto oscuro, emanando la sua solita aura nera. Ma sembrava un semplice adolescente. Jeans strappati e una maglia nera.

Era bellissimo.

Jungkook rimase spiazzato sia per il fatto di trovarselo davanti sia per quanto era bello. Con la luce riusciva a vedere ogni suo particolare. Dal neo sul nasino alla piccola cicatrice vicino la bocca. Era una creatura eterea e questa ne era la prova.

Taehyung non doveva necessariamente fare qualcosa per risultare misterioso e affascinante, aveva quel qualcosa di diverso che nessun altro possedeva.

«C-cosa ci fai q-q..» Il minore non riuscì a terminare la frase che Taehyung entrò dentro casa spingendo il più piccolo con il dito per poi richiudere la porta con la gamba.

Era dannatamente lento e Jungkook si sentiva prigioniero di quei occhi, che non osavano staccare la presa su di lui.

Taehyung non rispose, si avvicinò per leccare il collo del piccolo, per poi baciarlo. Jungkook si lasciò scappare un mugolio, mentre sentiva già un calore diffondersi per tutto il corpo.

«T-Taehyung, i-io..» Non riusciva a parlare senza balbettare. Taehyung lo zittì posando un dito sulle sue labbra, facendolo scorrere lentamente tastando la morbidezza di esse.

Stava letteralmente divorando il corpo del minore, per poi cingergli sensualmente i fianchi e avvicinarlo a se. Lo fece voltare spingendo il suo sedere sul suo rigonfiamento, facendo capire a Jungkook l'effetto che aveva su di lui. Era assettato.

Taehyung incominciò a mordicchiare avidamente l'orecchio di Jungkook, che stava impazzendo sentendo gli ansimi del maggiore.

Buttò la testa all'indietro, poggiandola sulla sua spalla dando libero accesso a Taehyung su tutto il suo collo.

E così fu.

Il castano iniziò a tracciare una linea continua di baci bagnati su tutto il collo, stava letteralmente sbavando su di esso. Ma più leccava e più ne voleva di più.

Per far aumentare gli ansimi del piccolo, Taehyung fece scendere una mano che prima era poggiata sul fianco lungo tutto il petto per poi iniziare a massaggiare lentamente il suo membro ricoperto dai jeans.

Era così duro per lui.

Gli ansimi di Jungkook diventarono veri e propri gemiti. Non riusciva più a resistere. «Cazzo..»

Taehyung non voleva ancora parlare. Voleva che i suoi movimenti parlassero. E Jungkook poteva scommettere che quello era il miglior discorso che avessero mai fatto.

Si sentiva in paradiso. Ed erano solo a semplici baci e carezze da vestiti.

Taehyung continuando a divorare il collo di quest'ultimo, sbottonò i suoi jeans facendo fuoriuscire il suo cazzo e iniziare a massaggiarlo su e giù, soffermandosi ogni tanto alla punta.

Jungkook rimase un attimo col fiato sospeso prima di continuare a gemere. Riusciva a percepire quanto piacere stesse dando al piccolo dai rumori sporchi e sfacciati che uscivano dalla sua bocca.

Iniziò a pomparlo velocemente, e quando era sul punto di venire si fermò, facendo boccheggiare un Jungkook tutto rosso in faccia che stava raggiungendo l'apice del piacere. «Ma che cazzo!» gridò esasperato.

Taehyung ridacchiò per poi spingerlo sul divano, e iniziare a spogliare il ragazzo. Gli alzò la maglietta rivelando i suoi addominali scolpiti, per poi chinarsi e baciarli. Con la mano prese a stuzzicare i capezzoli mentre con l'altra iniziò a slacciare i suoi pantaloni.

Jungkook gettò la testa all'indietro in estasi. Non voleva fermarsi.

«C-continua.. A-ah..» gemette.

Fece un urletto quando il maggiore si posò sul suo pene con le labbra. Succhiò leggermente facendo impazzire del tutto il minore, voleva venire.

Non riusciva più a resistere, il cazzo gli faceva dannatamente male.

Ma Taehyung sapeva cosa stava facendo. Lo stava distraendo per la prossima mossa. Infilare le dita nel suo culo.

Prima di farlo, mise in bocca a Jungkook sue due falangi, facendogliele lubrificare per bene. Inutile dire che mentre lo faceva, Taehyung immaginava che al posto delle sue dita ci fosse il suo cazzo. Ma dettagli. Le estrasse per poi infilarle con forza nel culo del piccolo, che sobbalzò inarcando la schiena.

«Ma che cazzo s-santo dio» gemette di dolore e sorpresa.

Ma il maggiore non gli diede il tempo di capire perché iniziò a muoverle velocemente e in modo circolare, facendo provare nuove sensazioni al piccolo che si sentì una scossa di piacere invadergli tutto il corpo. Taehyung ne introdusse un'altra soddisfatto dalla reazione del piccolo.

Cominciò a masturbarsi a quella vista, ci stava riuscendo. Jungkook era troppo preso per capire quello che stava per accadere, ma un qualcosa lo distrasse facendolo tornare alla realtà.

Lo squillare di un telefono.

Alzò la testa sbarrando gli occhi, capendo la situazione. Taehyung stava per penetralo.

Urlo improvvisamente, «NO TAE!» Il maggiore per quasi morì, ci mancava pochissimo.

E iniziò a maledire quel telefono del cazzo che aveva impedito l'avvenire di un qualcosa stupendo. Jungkook scioccato dal momento, andò a rispondere alzandosi con gran difficoltà sentendo un leggero fastidio all'ano. «Pronto?»

Aveva l'affanno impossibile da nascondere.

«Jungkook?»

Era Jimin.

Cazzo.

«Jungkook, perché hai il fiat.. Oh.. Sto arrivando aspettatemi!» Gli attaccò il telefono in faccia.

Il corvino si girò, per vedere Taehyung incazzato nero sul divano. Si alzò di scatto facendo sobbalzare il piccolo ancora in piedi.

Si avvicinò velocemente per poi sbatterlo al muro prepotentemente per poi ringhiargli, «Senti. Mi sono scocciato. Lo so che lo vuoi tanto quanto io. Lasciati andare cazzo.»

«Devi andartene, Taehyung subito. Un errore del genere non ricapiterà più.» lo spinse via.

Davvero era solo questo?
Insomma, anche per lui era solo una scopata ma perche sentiva non fosse così?

Taehyung di risposta diede un pugno al muro, sfiorando il viso del minore.

Ribolliva di rabbia.

Mai gli si deve negare piacere.

Fece per andarsene quando il minore gli chiese come aveva fatto a sapere dove abitasse, Taehyung semplicemente rispose

«Devo andare.»