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«Scusatemi avete una sigaretta?» chiese Jungkook ad un agente che gentilmente gliela diede. 

Il piccolo non poteva crederci che sarebbe arrivato ad un punto della sua vita in cui avrebbe ricominciato a fumare. 

Durante tutta la sua adolescenza, adorava la sensazione di fumo nel suo corpo ma col tempo aveva capito che era inutile distruggersi in questo modo. 

Si era promesso che avrebbe ricominciato solo per una causa estremamente grave. 

E quale situazione più grave di questa? 

Uscì fuori dalla stazione, mettendo la sigaretta in mezzo le labbra, accendendola con l'accendino che teneva sempre in tasca, inalando per la prima volta dopo anni. 

Jungkook si sentì libero per un momento. 

Dovette appoggiarsi al muretto perché si stava già formando un mal di testa forte.

Era passato troppo tempo. 

Continuò a fare lunghi tiri. 

Ad ogni tiro cercava di cancellare ogni traccia di Taehyung nella sua mente.  Doveva fidarsi di lui? 
Cosa aveva fatto in realtà?
Ma sopratutto, credeva davvero di conoscerlo così bene?
Non era stata solo una finzione la sua? Era davvero innamorato di lui? 

Jungkook neanche si rese conto di aver finito completamente la sigaretta in meno di due minuti.
L'aveva divorata.
E il mal di testa ne era la prova. N
e voleva un'altra.

Con la mano si asciugò una lacrima che gli era caduta dall'occhio, ma la sua manica poco dopo non bastava più.

Era scoppiato a piangere.

Era piegato sulle ginocchia e la testa poggiata sul muro. 

Si sentiva un miscuglio di emozioni dentro di se che non sapeva come spiegare. 

Dopo essersi ripreso, si incamminò verso il primo tabaccaio che trovò aperto, e fu molto fortunato perché ne trovò uno a pochi metri di distanza.

Comprò ben due pacchetti. 

Ringraziò il commesso ed uscì fuori scartando un pacchetto e iniziando a fumare una  sigaretta dopo l'altra.

I suoi amici arrivarono dopo un'ora, scusandosi per il ritardo. Ma quando si ritrovarono davanti a Jungkook, Jimin camminò davanti il corpo del minore scansando gli altri violentemente.

Gli puntò il dito contro, assottigliò gli occhi e con una sguardo furioso ed accusatorio disse

«Hai ricominciato a fumare

Jungkook non rispose, sapeva benissimo che aveva ragione. Fece spallucce e rientrò dentro. 

I suoi amici lo seguirono e andarono a parlare con degli agenti chiedendogli come potevano fare per scarcerare l'amico e altre spiegazioni per tranquillizzare il minore. 

«Avevi detto che non avresti ricominciato..» parlò ferito Jimin, seduto vicino a Jungkook che abbracciava le sue ginocchia. 

«Avrei ricominciato solo quando mi sarei ritrovato di nuovo nella disperazione.» e con questo chiuse il discorso. 

;;

Jungkook passò giorno e notte nella stazione nella speranza che rilasciassero Taehyung o gli dessero il permesso di vederlo. 

«Ragazzo, potrai vederlo tra una settimana, te lo abbiamo già detto.» gli disse gentilmente la segretaria porgendogli una tazza di caffè. 

Jungkook la prese ringraziandola e bevendone un sorso. Faceva schifo. 

«Come sta?» chiese con occhi spenti e la
voce in un sussurro.

Non dormiva da giorni. E se pure ci riusciva, aveva gli incubi.
Immaginava come si sentisse Taehyung lì dentro, come aveva potuto uccidere qualcosa, come poteva averlo ferito così tanto.

Se stava bene, se sentiva la sua mancanza, si chiedeva se prima di chiudere gli occhi pensava al suo sorriso.
Perché lui lo faceva.
E piangeva finché il suo corpo rimaneva disidratato e il cuore faceva male.

«Non si sa. Hanno chiamato uno psichiatra per analizzarlo e vedere come sta la sua sanità mentale. Credono che sia psicopatico.» disse Seoungwan cercando di consolare il ragazzo ma con scarsi risultati.

Anzi, lo fece agitare ancora di più. 

«Bella notizia, no? Invece di andare in carcere sarà rinchiuso in un manicomio, davvero stupendo. La storia d'amore più romantica di sempre!» ironizzò Jungkook prendendola sul ridere con gli occhi spalancati dal dolore e dalle lacrime.

Il solo pensiero di Taehyung in quei posti lo uccideva. 

Seungwan non gli rispose per compassione, immaginava cosa stesse provando e decise di lasciarlo da solo.

«Lui è fortunato ad averti.» gli sorrise.  Jungkook la guardò prima di annuire. 
«Nessuno sarebbe stato così forte.»

Era così innamorato di Taehyung.
Ma no, non era forte.
Era debole.
E quella ne era la prova, era terrorizzato al pensiero che il suo fidanzato fosse psicopatico, che non lo avrebbe più rivisto.

;;

  Era ormai mezzanotte passata.

Jungkook aveva pregato  il capo di quel posto per lasciarlo rimanere tutta la notte in stazione, e dopo pianti riuscì a convincerlo.

Era una persona molto umana. 

Il telefono del piccolo squillò, era un messaggio da Hoseok.

  da: Stallone🐴 
Ti stiamo venendo a prendere 

a: Stallone🐴
per andare dove? 

da: Stallone🐴
ad una festa, nessun no come risposta, ne hai bisogno, a tra poco 

Jungkook sbuffò rumorosamente.
Non aveva nessuna intenzione di andare a qualche stupida festa. 
Non si trovava nell'umore giusto. 
Voleva rimanere lì. 
Ma infondo una serata diversa gli avrebbe fatto bene, doveva staccare la spina.

Forse arrivato lì dopo qualche bicchiere di alcool sarebbe stato bene. 
Decise di andarci, e dopo un po' arrivò la macchina con tutti i suoi amici.

Gli sorrise falsamente prima di entrare e partire per andare in città alla festa di Yugyeom.
Il miglior organizzatore di feste della città.











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Black Shed [kth,,jjk] reupdatedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora