Il destino

1.2K 79 57
                                    

21 maggio 2017

PIETRO'S POV
Il dolce canto degli usignoli mi sveglia delicatamente.
Sì, ho impostato una sveglia con questo tipo di suono.
Mi alzo in fretta e come ogni giorno rifaccio il mio letto, dopodiché mi guardo allo specchio e noto i miei occhi particolarmenti spenti, stanchi.
Questi ultimi giorni ho dormito ben poco. Ogni volta che cercavo di addormentarmi, l'immagine di Lorenzo compariva nella mia mente.
Rimanere svegli è l'unico modo per non incontrarlo, o almeno non adesso.
Lentamente apro la finestra e mi affaccio. È una splendida giornata di sole. Soffia un vento caldo, scirocco, che porta con sé un odore diverso dalle solite puzze di gas e petrolio.
È odore di primavera, di alberi in fiore, di albicocchi e di arance cadute dagli alberi.
Questa fragranza mi è familiare, è la stessa che sentivo sempre da piccolo, quando in estate andavo dai miei nonni alla villetta estiva.
Si trovava presso una collinetta di bassa quota dove ben volentieri passavo le mie ore, guardando mio nonno lavorare i vari vigneti e raccogliere i grappoli di uva e le patate.
All'improvviso il rumore di una porta che sbatte, mi riporta al presente.
Mamma P:"Scusa, il vento l'ha fatta sbattere mentre entravo."
Pietro:"Non fa niente."
Mamma:"Buon compleanno, tesoro."
Mi porge un piccolo cupcake con una candelina sopra.
È vero, oggi è il mio compleanno. Me ne sono completamente dimenticato.
Pietro:"Grazie mamma."
Soffio sulla candelina, ma prima esprimo un desiderio.
Sono felice che si sia ricordata del mio compleanno.
Sono sicuro di aver preso da mio padre il talento di dimenticarmi le cose.
Mamma:"Espresso un desiderio?"
Pietro:"Sì."
Mamma:"Dopo vieni in salotto che tuo fratello e tuo padre vogliono farti gli auguri."
Pietro:"Arrivo subito."
Prima controllo il telefono.
Mi ritrovo una sfilza di chiamate perse da Sabri e vari messaggi di auguri. Decido di chiamarla, dato che ci ha provato insistentemente.
Sabrina:"Alla buon'ora."
Dice con tono ironico e scherzoso.
Pietro:"Scusa, mi sono svegliato solo adesso."
Sabrina:"Auguriii Piè."
Pietro:"Grazie."
Sabrina:"Cosa succede? Un gatto ti ha mangiato la lingua?"
Pietro:"Sicuramente non è stato Arturo."
Sabrina:"..."
Lo so, potevo risparmiarmela.
Sabrina:"Te la abbono, solo perché è il tuo compleanno."
Pietro:"La ringrazio, signora."
Dico sarcasticamente.
Sabrina:"Oh signora a chi? Io sono una signorina."
Pietro:"Ceerto."
Immagino la sua faccia in questo momento. Sicuramente avrà messo il broncio.
Sabrina:"Comunque, stasera serata bowling, ti va?"
Pietro:"Una festa di compleanno alternativa."
Sabrina:"Sì, non è una bella idea?"
Col cazzo. Vorrei risponderle così, ma mi limito a fare un verso di approvazione.
Pietro:"A che ora vi vengo a prendere?"
Sabrina:"Oh no caro mio, stavolta vengo a prenderti io."
Pietro:"Sul serio? Non è un sogno?"
Sabrina:"Non stai sognando. Ho sentito che hanno aperto un nuovo bowling ad Arcore, quindi vorrei andare."
Pietro:"Allora a stasera e grazie ancora per gli auguri."
Sabrina:"A stasera."
Riattacco. Subito mi precipito in salotto dove i miei familiari mi aspettano esultanti.
Dopo qualche chiacchierata e due sorrisi, tutto ritorna alla normalità, come se fosse un giorno normale.
Neanche a me importa festeggiare così tanto il mio compleanno.
Non se non c'è lui con me.

La sera
Devo dire che il pomeriggio è stato molto tranquillo.
Dopo aver caricato un video, sono venuti alcuni miei parenti per farmi gli auguri, dopodiché mi sono riposato per questa sera.
Fuori il sole già sta tramontando e ciò mi fa ricordare che il mio compleanno è quasi terminato, fortunatamente.
Dovendo andare al bowling, mi sono vestito comodamente.
Una maglietta semplice, ma carina, dei pantaloni abbastanza lunghi, troppo lunghi e le mie solite scarpe che mi accompagnano in ogni viaggio.
Circa dieci minuti fa, Sabrina mi ha contattato, dicendomi che è già partita per venire verso di me.
Così, saluto i miei ed esco di casa. Appena esco dall'edificio in cui vivo, noto subito l'auto di Sabrina accostata al marciapiede.
Entro in fretta in macchina e saluto tutti quanti. Per tutto il tragitto mi tengono compagnia e cercano di distrarmi in ogni modo.
A volte, osservo il telefono, in caso Lorenzo si ricordasse del mio compleanno. Tuttavia, lo schermo rimane costantemente nero, spento.
Probabilmente sto chiedendo troppo.
Andre:"Allora, procedo?"
Sabrina:"Procedi."
Pietro:"Di cosa state parlando?"
Andre fa comparire un sacchetto scuro da dietro la schiena e con esso mi copre l'intera faccia.
Pietro:"Ragazzi, se questo è uno scherzo, non è divertente."
Cerco di dimenarvi, ma continuano a rimettermi il sacchetto in testa.
Sabrina:"Non è un rapimento, giuro."
Giulio:"Legalo Andre."
Pietro:"Ah sì? Questo non lo chiami rapimento?"
Scandisco bene le parole in modo che capiscano perfettamente il mio tono infastidito.
Sabrina:"Non esiste nel mio vocabolario."
È inutile divaricarmi. Più volte ci provi, più loro continuano ad insistere col sacchetto. Alla fine, decido di farmi trasportare e di lasciarli fare.

A Pietrenzo story Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora