2 giorni dopo
LORENZO'S POV
Un dolore improvviso al petto mi induce a svegliarmi, distogliendomi dall'incubo che stavo vivendo.Mi trovavo in un bosco completamente buio. Iniziai a vagare senza meta in quel luogo sperduto, cercando una via d'uscita, ma qualunque parte io guardassi, ritornavo indietro. Ad un tratto, sentii dei rumori provenire dall'oscurità più assoluta, in cui mi ero ripromesso di non andare. Il solo pensiero mi faceva deglutire. E fu in quel momento che sentii di nuovo la sua voce, la voce di Pietro che mi chiamava. Decisi di affrontare la mia paura e gettarmi in quel buio perenne. Appena quell'aura tenebrosa mi avvolse, qualcosa mi trafisse il corpo, facendomi cadere nel baratro assoluto.
Le uniche cose che si ripetono nella mia testa sono le parole di Pietro."È finita, il tempo è scaduto"
E come un orologio svizzero il mio telefono inizia a vibrare, segno che sta per accadere qualcosa di catastrofico.
Allungo la mano rigida, decidendo se rispondere o no. Il dolore che provo ancora adesso non mi aiuta, ma scelgo di rispondere.Lorenzo:"Pronto?"
Sabrina:"Corri all'ospedale. Sto andando anche io."
Mi risponde con tono impassibile, non facendo trapelare alcun sentimento nella sua frase un po' ambigua.
Lorenzo:"Che è successo?"
Sono allarmato dalle sue parole così decise e precise, e ancora una volta è come se qualcuno mi squarciasse il corpo.
Sabrina:"Non lo sai?"
Ride ironicamente, ma noto il suo sforzo nel farlo e adesso sembra che ogni sua emozione stia venendo a galla, così come la notizia peggiore della mia vita.
Lorenzo:"Cosa è successo?"
E stavolto dimostro di essere preoccupato, serio, tanto che la mia voce fuoriesce come un sospiro silenzioso e tremolante.
Sabrina:"Si tratta di Pietro."
Il dolore che provo si tramuta in qualcosa di più forte che inizia a stringere interamente il mio corpo e a immobilizzarlo. In un istante, mi sembra di vedere tutto nero e grigio, come se i colori non fossero mai esistiti e io stessi vivendo in un film degli anni 60, e infine una stretta così forte che mi impedisce di respirare regolarmente.
Sabrina:"Un auto a tutta velocità l'ha investito, mentre stava tornando a casa. Adesso è in terapia intensiva."
E adesso un nodo in gola mi impedisce di parlare, e le mani adesso rigide, adesso deboli, non aiutano.
Sabrina:"Lorenzo?"
Riaggancio, senza dire nulla. I miei occhi stanno diventando sempre più lucidi, finché non inizio a versare le prime lacrime salate. I singhiozzi si trasformano in un vero e proprio pianto disperato, lasciando che ogni emozione fuoriesca dalla mia pelle. Le lacrime bagnano il cellulare e le pagine strappate del mio quaderno. E lo rivedo, lì, il barattolino in cui, al suo interno, sono contenute le mie pillole.
Lorenzo:"Cazzo"
E poi un colpo veloce, lo getto a terra, e le pillole iniziano a rotolare sul pavimento, producendo un rumore fastidioso e insopportabile.Di qualcosa che cade e si spezza.
Adesso, all'interno del mio corpo, è in corso una vera e propria battaglia. L'amore sta lottando contro le altre emozioni, cercando di non farle fuggire via. Distruggo ogni cosa si ponga davanti a me. Urlo, piango, mi dispero, sapendo che tutto ciò è soltanto colpa mia. Il mio egoismo ha offuscato l'amore per Pietro, portandolo ad allontanarsi da me. Ho di nuovo rovinato tutto, come la vera prima volta.
Il giorno prima
Pietro:"Perché continui a farti del male così, Lore?"
Lorenzo:"È per lavoro. Devo farlo per le persone che credono in me, capisci?"
Pietro:"No, non capisco. Non pensi a te stesso? Non pensi al fatto che tu stia morendo dentro?
Se tu muori, io muoio con te."
Lorenzo:"Non capisci quanto il mio lavoro sia importante per me."
Pietro:"E noi? E tu? Tu non sei importante? Il nostro amore non è niente per te?"
Inizio a urlare anche se non sono arrabbiato davvero, è solo uno dei tanti effetti delle pillole.
Lorenzo:"Cosa c'entra adesso quello che proviamo?"
Pietro:"Per le tue stupide pillole, ti stai dimenticando di cosa è davvero importante."
Lorenzo:"Non ti permetto di giudicare cosa faccio o no. Non sei nessuno."
E i suoi occhi cristallini diventano più lucidi, tanto che mi sembra di potermi specchiare dentro.
Pietro:"Tu non sei il mio Lorenzo. Dimmi chi sei. Chi sei?"
Strilla con la poca forza che gli rimane in questo momento. Io inizio ad avanzare verso di lui, ma per conseguenza lui indietreggia lentamente.
Lorenzo:"Tu hai paura di me?"
Non risponde, e gli darei tutte le ragioni del mondo. Ma adesso non ho io il controllo del mio corpo.
Lorenzo:"Hai davvero paura del tuo fidanzato?"
Pietro:"Tu non sei il mio Lorenzo. Quelle pillole ti stanno controllando."
Lorenzo:"Sei così sicuro?"
Inizio a ridere spietatamente, e senza che me ne accorga sono già accanto a lui.
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A Pietrenzo story
FanficÈ semplicemente la storia di due ragazzi, due grandi amici, ma che all'inizio erano solo sconosciuti, non riuscendo a capire davvero cosa provassero l'uno per l'altro. Copertina by faivseconds