Nulla è più importante di noi

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27 luglio 2017

LORENZO'S POV
Credevo che la vita fosse un gioco. Che ognuno avesse un proprio ruolo nella vita e che fosse impossibile da cambiare.
Che cambiare qualcosa significasse continuare a giocare, utilizzando pedine diverse, ma con lo stesso effetto. Morirai prima o poi, perché negarlo?
Sembrerò sadico, ma è la verità. L'importante è trovare qualcuno che ti faccia rivivere. Non abbattersi nei tempi più buii e continuare a sperare che un angelo ti salvi dall'oscurità perenne. E io l'ho trovato, sì. Ho trovato qualcuno che mi ama per come sono e che non mi abbandona alle prime difficoltà. Il mio angelo custode che è sempre accanto a me, proprio come in questo momento.
Pietro:"A cosa stai pensando, Lore?"
Le mie labbra accolgono un sorriso sfuggente che viene subito represso non appena decido di lasciare un segno sulle sue di labbra.
Lorenzo:"Niente."
Lui mi guarda perplesso, poi si avvicina a me e inizia a fissare i miei occhi, facendo delle smorfie, e di conseguenza rido, notando il suo comportamento alquanto bizzarro.
Lorenzo:"Ma che stai facendo scemo?"
Pietro:"Sto cercando di capire cosa ti passa per la mente."
Lorenzo:"Non penso funzioni così, piccolo mio."
Lui arrossisce di colpo. Amo quando cambia colore e soprattutto quando posso controllare questa cosa.
Pietro:"Piccolo mio?"
Lorenzo:"Sei più piccolo di me, no?"
Pietro:"Sì, ma non mi aspettavo mi dessi dei soprannomi."
Lorenzo:"Non ti piacciono?"
Gli dico, fingendo una voce più acuta e malinconica, e d'un tratto, il suo viso rosso combacia perfettamente con il mio, creando qualcosa di unico e perfetto. Le sue labbra calde premono sulle mie e riescono a riscaldarmi.
Pietro:"Certo che mi piacciono se sono dette da te."
Mi dice con tono sensuale, facendo arrossire anche me.
E non solo questo.

If u know what I mean.

Mi alzo in fretta e vado in bagno. Mi do una sistemata veloce ai capelli e al viso, ancora paonazzo e accaldato da quell'unione da brivido. Pietro si avvicina a me, aggrottando la fronte.
Pietro:"Che stai facendo?"
Lorenzo:"Preparati, usciamo."
Gli dico, mentre ancora sto facendo i gargarismi.
Pietro:"Lore, ma sono le 22:00! Dove vuoi andare?"
Lorenzo:"Vedrai, ciuffetto mio."
Dico, scompigliandogli i suoi capelli ricciolini. Appena entrambi siamo pronti, usciamo dal mio appartamento e ci dirigiamo subito verso la macchina di Pietro. Prima di andare, saluto Toni e gli lascio le chiavi di casa, come al mio solito. Infine, partiamo verso la nostra nuova meta notturna.

Pietro:"Allora, dove siamo diretti?"
Lorenzo:"In un posto bellissimo."
Pietro:"Non Firenze, vero?"
Lorenzo:"Tranquillo, è vicino."
Poggio la mano sulla sua e gliela tengo stretta. Con l'altra mano alzo il volume della radio. È una notte magnifica. Anche da Milano si riescono a vedere bene le stelle.
Lorenzo:"Credi nel destino?"
Noto il suo volto confuso da questa improvvisa domanda.
Pietro:"Non avevi detto che non dovevamo essere condizionati dal nostro destino?"
Lorenzo:"Sì, ma tu credi esista? Insomma.."
Pietro:"Secondo me sì. Credo che non tutto sia datato al caso, ma qualcosa sia anche già predestinato ad accadere."
Lorenzo:"Lo credo anch'io."

Raggiungiamo il luogo tanto atteso. È una radura, semplicemente una radura. Un rilievo collinare, lontano da tutto e da tutti. È immerso nell'oscurità, nascosto da un bosco fitto di pini silvestri e arbusti di piccola taglia. Il silenzio invade questo luogo, distrutto solo dal fruscio del vento. Osservo lo sguardo di Pietro, pieno di meraviglia e stupore. I suoi occhi brillano alla luce della luna che si eleva alta nel cielo. Si gira verso di me, permettendomi di vedere quegli occhi ancora più attentamente.
Lorenzo:"Perché cazzo brillano i tuoi occhi? Perché cazzo mi fanno sempre questo effetto?"
Lui tende le mani verso di me e mi tira a sé, come se io potessi scappare in qualunque momento, ma non lo farei.
Pietro:"Quale effetto?"
Mi sussurra dietro l'orecchio, facendomi sussultare quasi.
Lorenzo:"Guarda queste stelle. Non credi siano bellissime?"
Pietro:"Sì, a Milano non si vedono così bene."
Con l'anulare, inizio ad allineare le varie stelle.
Lorenzo:"Guarda! Quella è l'Orsa Maggiore. Se vedi bene, puoi trovare la sua Orsa Minore."
Lui mi fa cenno di averla trovata, e potrei sembrare un idiota in questo momento agendo in questo modo, però lui non mi giudicherebbe mai, perché insomma, lui è stramaledettamente lui.
Pietro:"È a sud rispetto alla grande."
Lorenzo:"Le stelle, i pianeti, il Sole sono cose che non capirò mai, ma allo stesso tempo mi affascinano.
Da bambino, volevo toccare le stelle, ma sapevo di non esserne all'altezza."
Mi giro verso di lui, in modo che i nostri sguardi si uniscano.
Lorenzo:"Ed è quando incontro i tuoi occhi, capisco di star toccando le stelle.
Perché tu sei la mia stella."
Pietro:"Io..Lore.."

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