La vera storia dell'albero

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2 giugno 2017

LORENZO'S POV
"Caro amico mio, avrei voluto dirti tante cose prima di volare via col vento e lasciare di me solo un eterno ricordo.
Avrei voluto continuare a giocare e scherzare con te, come ai vecchi tempi.
Un legame impossibile da spezzare.
Ma io sono riuscito a distruggerlo.
Ti ricordi le vacanze di Pasqua?
Io perfettamente.
Capii di provare qualcosa per te nell'istante in cui dormimmo insieme quella sera.
Ricordo ancora il tuo dolce profumo e i tuoi battiti che sentivo vicini.
Eravamo ad un fottuto centimetro di distanza.
Avrei voluto baciarti, accarezzarti, dirti che eri mio.

Solo illusione.

Decisi di farmi avanti, dirti tutto ciò che provavo.
Una sera di fine maggio venni da te.
Esattamente 2 giorni fa, ricordi Lorenzo?
Probabilmente saranno passati più giorni, prima che tu riceva questa lettera.
Eri triste, perché avevi litigato con Serena.
Chissà se in un prossimo futuro sarete ancora fidanzati.
Quella ragazza non meritava un briciolo della tua gentilezza e io l'avevo capito.
Provai a farti ragionare in tutti i modi, ma tu non mi ascoltasti.
Quindi, l'unica cosa che mi rimase da fare, fu consolarti.
Mi avvicinai sempre di più a te e anche tu facesti lo stesso.
Infine, cercai di baciarti.

Tu mi rifiutasti.

Ti allontanasti da me, come se avessi visto un mostro.
Cadesti a terra e iniziasti a dire:《Cosa stai facendo?
Io ti raccontai tutto, tutto quello che sentivo per te, aspettando una tua risposta.
E arrivò. Arrivò chiaramente al mio cuore.
Dicesti semplicemente:《Vattene. Non voglio più vederti
Cosa ti spinse a dire ciò?
Non eri omofobo o mi sbaglio?
Accettavi ogni singolo individuo.
Fatto sta che qualcosa dentro di me si ruppe.

Leggerai questa lettera troppo tardi, ma almeno so che capirai le ragioni che mi portarono a scomparire per sempre.

Cercai di avvicinarmi a te, ma ogni passo che compievo, era un passo sempre più lontano da te.
Così mi fermai.
Ti guardai lì, sapendo che quella sarebbe stata l'ultima volta.
Tu invece non mi guardasti, osservavi il pavimento per non incontrare i miei occhi.
Scappai.
Le lacrime mi avvolgevano e scendevano vigorose dal mio volto.
Avrei potuto allagare il condominio.
Il mio migliore amico, in un attimo, era fuggito da me.
Tu mentalmente, io fisicamente.
Nei miei pensieri eri ancora un punto fisso, immobile.
Ti ricercai, ma tu eri un fantasma.
Senza corpo, senza anima.
Adesso ti scrivo, perché è l'unico modo per riuscire ad arrivare alla tua attenzione.
Scusami per averti rovinato la vita.
Adesso sarai più felice, no?"

Il tuo più grande amico,
Giorgio

Leggere questa lettera, mi fa sempre un certo effetto.
Ogni volta è inevitabile piangere e bagnare con una goccia salata la carta che stringo tra le mani.
Conto le lacrime, solo per curiosità.
Diciotto. Diciotto gocce equivalgono alle diciotto volte che ho letto questa lettera.
Auguri amico mio. Oggi avrei voluto essere con te. Purtroppo, ho rovinato tutto, come sempre.
In effetti, questo è lo sbaglio più grande che io abbia mai fatto. Non dovevo permetterti di scappare, andare via da me.
Bastava un passo, un solo passo avanti e forse ora la situazione sarebbe diversa.
D'un tratto, il citofono squilla rumorosamente, disturbando i miei pensieri. Subito nascondo la lettera e asciugo le lacrime ancora vivide sul mio volto.
Lorenzo:"Chi è?"
Pietro:"Sono io."
Lorenzo"Sali."

Nessuno sa la vera storia.
Solo io. Non l'ho raccontata neanche a Pietro. Prima o poi, lo scoprirà probabilmente.
Apro la porta e accolgo Pietro a braccia aperte e gli sorrido.
Lui rimane immobile e mi guarda profondamente negli occhi.
Pietro:"Ma tu..tu hai pianto?"
Lorenzo"N-no."
Cazzo.
Pietro:"Invece sì, che cosa è successo?"
Lorenzo:"Niente.."
Continua a osservarmi, cercando di decifrare i miei pensieri più oscuri. Infine, mi bacia. È un moto lento e ondoso che ogni volta mi scombussola, come la marea.
Incrociamo di nuovo i nostri sguardi.
Pietro:"Adesso vuoi raccontarmi cosa è successo?"
Mi dice con tono calmo e rassicurante.
Lorenzo:"Perché dovrebbe essere successo qualcosa?"
Il suo volto diventa più serio.
Pietro:"Perché stai piangendo."
Mi tocco il viso e noto che è umido.
Non mi ero accorto di star piangendo, non davanti a lui.
Lorenzo:"Io.."
Pietro:"Tra di noi non devono esserci segreti, ricordi?"
Mi sorride dolcemente.
Lorenzo:"H-Hai ragione, è giusto che tu sappia la verità."
Pietro:"Quale verità?"
Lorenzo:"Vieni con me."
Prima di uscire di casa, prendo la lettera e la nascondo in tasca. Se devo raccontargli tutto, devo partire dai principi.
Entriamo nella sua macchina.
Pietro:"Dove andiamo?"
Lorenzo:"All'albero."
Pietro:"All'albero?"
Lorenzo:"Ti ricordi quando ti raccontai di come scoprii l'albero?"
Pietro:"Certo, che ti perdesti e infine lo trovasti."
Lorenzo:"Ho omesso alcuni particolari, o meglio l'intera storia legata all'albero."
Lui mi fa cenno di aver capito e ci dirigiamo verso la nostra destinazione.

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