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Idea!

-Ops scusa, mi sa che mi sta suonando il telefono.
Che scusa infima.
Mi volto e prendo il cellulare dalla borsa facendo attenzione a non rivolgere lo schermo verso di lui.
- Ah no! È un messaggio di mia madre,- che bugiarda senza pudore- dice che ha bisogno di me a casa. Devo andare, scusami. È stato bello uscire con te! Scrivimi qualche volta se ti annoi e non sai come passare il pomeriggio.
E questa come cavolo mi è uscita.

Sposta lo sguardo dal sole a me.
Le lunghe ciglia formano ombre profonde intorno ai suoi occhi dandogli un'aria misteriosa, ma la sua faccia sembra davvero dispiaciuta.

Ehi bello è inutile che fingi. Tanto lo sanno tutti che in realtà non ti interesso e non so come tu abbia potuto trovare il coraggio di scrivere proprio a me, Jessica Ghibli, tamente in basso nella catena alimentare da non farne neanche parte.

- Dai tranquilla, ti accompagno a casa. Ci saranno altre occasioni per parlare un po e conoscerci meglio.
La sua richiesta, anche se non malvagia, mi sembra sospetta.

Poi sfoggia il suo sorriso da copertina. Sexy, talmente sexy che non lascia altra scelta.
- Certo con piacere, facciamo la strada assieme.
Oh no! Ma che cavolo! Perché, perché hai detto ti può accompagnare? Così mentre ti accompagna a casa non riuscirai a fare a meno di guardare ogni secondo tutti quei muscoli che sbucano dalla canottiera e lui se ne accorgerà di sicuro. Attenta Jess, non fare la figura dell'idiota.

Ci incamminiamo nel lungo viale in direzione della piazza. Il ciottolato è talmente rovente che le nostre sneakers sembrano doversi sciogliere da un momento all'altro e l'umidità rende faticoso persino respiare.

O forse è colpa della tensione fra di noi. Mi volto per rimirarlo. Nulla in lui sembra teso, eccetto i possenti muscoli delle braccia che ho la tentazione di accarezzare per sentire se siano davvero solidi come sembrano.

Chiudo gli occhi per dimenticare i miei assurdi pensieri e provo a rompere il ghiaccio.

-Come mai questa uscita?
Dico non resistendo all'impulso di dipanare i miei dubbi.
Il suo sguardo si fa sorpreso. Alza un sopracciglio e incurva la bocca in un sorriso divertito.
-Non saprei. È che dal campo estivo non ti ho più sentita e avevo voglia di sapere come stavi.
Ovvio, voleva sapere come stavano le mie labbra.
-Io benissimo. Scusa se non ti ho scritto, non pensavo ti interessasse mantenere i rapporti.
Arrossisco leggermente, consapevole di stare dando una pessima immagine di me e della mia serietà.

-Beh, in realtà dopo quello che c'è stato non vorrai che dimentichi tutto... In realtà oggi speravo di conoscerti un po' meglio, non abbiamo mai avuto molto modo di parlare né prima né dopo quella sera.

E certo, lui è costantemente circondato dalla squadra di pallavolo femminile e da quella di cheerleading, mentre io sono sempre circondata dai miei libri e beh da nessun altro.

Ma possibile allora che oggi volesse davvero conoscermi sul serio e che il suo avvicinarsi a me sia stato un terribile scherzo della mia immaginazione? Oddio sono ancora più confusa di prima.
Se non ha provato a baciarmi, come evidentemente mi sono solo immaginata, allora forse posso interessargli davvero e non solo come divertimento. E sempre ipoteticamente magari lui non è un completo idiota come ho dedotto dalla battuta sulla temperatura bollente.
Forse l'aveva detta solo perché voleva sembrare ancora più fico.

Giriamo a destra e ci ritroviamo ai piedi del cancello d'ingresso in ferro battuto.
-Bhe allora ci si vede Jess. Fatti sentire ogni tanto.
-Scusa se ho dovuto interrompere così l'uscita, mi farebbe piacere provare a conoscerci... se ti va ancora.
Abbasso lo sguardo sulle mie ridicole All Star bordeaux. Mi fanno sembrare ancora più bambina di quanto non fossi. Una volta entrata in casa le butterò nel pattume.

Ma poi rialzo lo sguardo e lui è lì, a 2 centimetri da me.

I suoi occhi sembrano studiarmi, come se potessero leggermi dentro. Profondi come una foresta nella quale cerca di filtrare la luce del sole, nascosta fra le fronde degli alberi.
Il suo profumo mi da alla testa, mi inebria, mi fa sentire come ubriaca di lui.

Mi mette una mano dietro la schiena e io finalmente posso afferrare quelle braccia.
Lui mi avvicina a sè, spingendosi con forza contro di me.

Questo è il momento giusto per un bacio.

Avevo dimenticato la sensazione dei sui baci, d'altronde è passato parecchio tempo da quelle notti al campo estivo, ma appena le sue labbra sfiorano le mie i ricordi riemergono è mi sovrastano come uno tsunami.

Non è gentile o amorevole.
È un bacio caldo, umido, pieno di eccitazione, uno di quei baci che vorresti non finissero più. Appassionato e travolgente.

La sua lingua nella mia bocca si fa strada intrecciandosi con la mia e guizzando con la sicurezza che solo un tipo come lui può avere.

Stringo più forte le sue braccia per non farlo allontanare, per non far finire quel bacio, ma dopo un po' inevitabilmente si stacca dalla mia faccia.

Mi guarda e sorride, con i suoi perfetti denti da modello.

- Buona giornata, fatti sentire ogni tanto!

Ancora ubriaca del suo profumo lo guardo allontanarsi in tutta la sua fiera statura, spalle dritte petto in fuori, coi capelli mossi dalla leggera brezza che tira sotto gli alberi del mio vialetto.

Il mio dio greco se ne sta andando lasciandomi qui, sola e inebetita. Cavolo Jess! Non dovevi guardargli i muscoli! Ecco, vedi cosa succede? Tappati gli occhi la prossima volta... e anche la bocca già che ci sei.

Piano piano nella mia testa si sta facendo strada la consapevolezza che non si farà vivo e che non lo rivedrò fino all'inizio della scuola.

Mi sento uno schifo per essere caduta nella trappola ed aver baciato di nuovo quel ragazzo così insulso. Ma è pur sempre un fico e la mia dea interiore sta facendo in realtà i salti di gioia.

IT'S ME (storia di una folle scalata verso la popolarità)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora