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-Dove stiamo andando?
Chiedo, talmente scioccata che quello che mi esce è più un grido che una domanda.
Gli armadietti scorrono veloci davanti ai miei occhi, tutti apparentemente monotoni ed uguali, mentre corro con la ragazza più figa della scuola verso una meta a me ignota.

Perché mi sono presentata? Perchè mi è venuta quell'assurda idea di cercare di attaccare bottone con l'ape regina della Riverdale high? Sono frastornata, intimidita e terribilmente preoccupata. Da dove sia saltata fuori l'idea di presentarsi è ancora un mistero ed il mio stato di shock non aiuta a ragionare lucidamente. La cosa più incredibile è sicuramente lo sguardo con cui mi aveva guardata. Non sembrava minimamente disgustata o infastidita, anzi, sembrava incredibilmente compiaciuta.

La sua mano morbida contro la mia sembra accarezzarmi invece che stringermi e provoca sensazioni primordiali e sconosciute.
Un brivido parte dal braccio e raggiunge il ventre, rivibrando nelle mie profondità più recondite.
Il disagio si impadronisce di me e scosso le spalle per scacciare di dosso quella sensazione.

Dopo alcuni secondi di attesa in cui l'unico rumore è costituito dal rimbombare dei nostri passi sul pavimento finalmente Misty risponde:
-Andiamo a pranzo, ovvio.
Il suo tono è talmente divertito che la sua ilarità inizia a contagiarmi ed iniziao a chiedermi se presentarmi non sia stata sul serio una buona idea.
Il mio umore cambia da preoccupata ad eccitata.
Io, Jessica Ghibli, al primo anno, a pranzo con Misty Pembroke, di un anno più grande e in vetta alla catena alimentare. Possibile che i miei sogni di popolarità si stiano già realizzando il primo giorno di scuola?
Ci fermiamo davanti a quello che deve essere l'armadietto della mia improbabile accompagnatrice per prendere il suo pranzo poi raggiungiamo l'uscita secondaria.

Aperta la porta l'ossigeno riempe finalmente i miei polmoni con aria pulita facendomi girare per un attimo la testa.
Ci fermiamo a respirare con la faccia rivolta al sole crogiolandoci nel calore, poi avanziamo ancora, mano nella mano, in direzione dei tavolini da picnic.
Il verdeggiante prato alberato è costellato di margherite e l'erba sembra così soffice da far venire voglia di accarezzarla.
Guardo l'orologio. È l'una ormai ed il sole, splendente nel cielo senza nuvole, infonde alla mia pelle dorata una sensazione di torpore.
Attorno a noi ragazzi di tutte le età stanno seduti ai tavoli e sul prato, ridendo e scherzando in un effimera felicità per l'inizio delle lezioni che sarebbe probabilmente sparita nel giro di qualche settimana.
Riesco a scorgere dall'altra parte del cortile quelli delle medie, di cui fino a un anno prima facevo parte anch'io, seduti ai loro tavolini di legno. Sembrano così piccoli e distanti ora.

Fra la gente riconosco le ragazze semplici che avevo notato all' entrata. Stanno ridendo coi loro sandwich in mano. Mi volto verso Misty per chiederle se le andasse di sistemarsi in quel tavolo in modo da poter conoscere anche loro ma i suoi piani sembrano differenti.
-Ciao ragazzi!!!
Strilla talmente forte che la metà della gente di volta a guardarci, sbracciandosi in un ostentato saluto.
Cercao di capire la direzione del suo sguardo e proprio sulla sua traiettoria vedo un tavolo a cui stanno sedute alcune delle cheerleader dell'ingresso, tra cui la rossa e la bionda ed alcuni dei ragazzi più belli che abbia mai visto.
Devono essere tutti più grandi di me di almeno un anno o due.

Seguo Misty verso il tavolo finché, una volta arrivate fa le presentazioni.
-Ragazzi lei è... aspetta come hai detto che ti chiami?
-Jessica, ma preferisco Jess.
-Bene Jess, loro sono Tamara,- dice indicando la rossa- Cindy,- indicando la biondina- Helenia e Karoline,- aggiunge indicando le altre due- e questi idioti sono alcuni dei migliori esemplari maschili della Riverdale. Ragazzi prego presentatevi!
Ma il mio cervello si disconnette in preda al panico quando mi accorgo che uno di quei maschioni lo conoso già e fin troppo bene.

Liam Hardy è proprio lì e mi fissa con aria sconvolta almeno quanto la mia.
È ancora più bello del solito ed i suoi occhi con quella luce sono talmente verdi da sminuire l'erba morbida.
Ma ciò che mi colpisce di più sono le sue mani, posate sopra le cosce della brunetta che si chiama Helenia che, con le gambe nude ed abbronzate, gli sta praticamente seduta addosso.
La mia mano si muove come quella di un automa e la mia bocca è impegnata in quelli che devono essere i soliti convenevoli di presentazioni.
Non mi rendo conto neanche di ciò che sto dicendo finché Liam non mi porge una mano.
-Piacere, Liam Hardy. Ci siamo visti per caso al campeggio estivo?
Dice con aria persierosa e corrucciata, come se si stesse sforzando di ricordare.

IT'S ME (storia di una folle scalata verso la popolarità)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora