Mi alzo stiracchiandomi, svegliata dal sole che filtra dalle finestre.
Dopo la giornata precedente sono piena di dubbi e perplessità .
Perché Liam ha finto di conoscermi a malapena e poi mi ha inviato per due volte la richiesta di amicizia?
Per quale motivo passa da indifferente a stalker seriale come se niente fosse?Mi ero spremuta le meningi a tal punto che alla fine ero crollata sul pc addormentandomi profondamente.
Almeno però ero riuscita a dissuadermi dall'accettare quella stramaledetta richiesta di amicizia.Controllo l'orologio.
7.20
Bene. Arriverò in ritardo.
La mia immagine allo specchio urla "caso disperato" e capisco che neanche tutto il trucco del mondo potrebbe nascondere i profondi cerchi blu che mi ritrovo attorno agli occhi.
Purtroppo, grazie alla mia abitudine al riinviare le sveglie, non ho abbastanza tempo per tentare di aggiustare, per quanto possibile, quel disastro che sono.
Così rinuncio in partenza.
Infilo jeans e canottiera ed esco di corsa.~
La classe è gremita di persone che si affollano come una mandria imbufalita attorno alle ultime file, cercando di accaparrarsi i banchi più nascosti.
La maggior parte dei miei nuovi compagni hanno già preso posto e parlano affiatatamente coi vicini di banco.
Sembrano conoscersi tutti da una vita ed io mi sento l'unica reietta esclusa dal mondo, senza nessuno con cui chiacchierare né un amico su cui fare affidamento.
Allungo il collo per intercettare un banco libero quando all'improvviso ne vedo uno in penultima fila accanto alla finestra che sembra fatto apposta per me, nè troppo avanti, nè troppo indietro e con una visuale perfetta del parcheggio.
Mi fiondo verso il mio obbiettivo e ci lancio sopra la borsa per marcare il territorio quando all'improvviso vedo un paio di manine delicate che posano un quadernino rosa proprio sul mio banco perfetto, spostando la mia borsa di lato.-Scusami c'ero prima io.
Dice una biondina con qualche chilo di fard di troppo e due seni enormi che sbucano dalla profondissima scollatura della maglietta.
Aggrotto le sopracciglia.
-Veramente ho appoggiato la borsa prima io.
-Non credo proprio.
Dice spostando la sedia e piantandovisi sopra con un sorriso trionfante.Ma chi cavolo crede di essere?
A quanto pare la sua simpatia è inversamente proporzionale alla grandezza del suo davanzale.
Sto per voltare i tacchi e andare a sedermi altrove quando mi torna alla mente il mio proposito: non sarei più stata la ragazza invisibile e sottomessa di prima.
Così tiro fuori gli attributi e piazzandomi nella sedia di fianco alla sua dico, sorridendo in modo incredibilmente falso:
-Non c'è problema, a quanto pare saremo vicine di banco allora.La sua faccia scioccata ed inorridita mi riempie il cuore di orgoglio.
-Sai che ti dico? Penso sia meglio che mi sieda di con le mie amiche, credo che mi abbiano tenuto un posto.
Così dicendo alza i tacchi sbattendomi praticamente in faccia quegli enormi airbag e si dirige verso il gruppo di ragazze nella fila centrale tutte risolini e sorrisetti.Mi sto sistemando nel banco perfetto gongolante per la mia presa di posizione quando vengo affiancata da due ragazze familiari.
-Hai fatto bene, se lo meritava.
-Già, quella era alle medie con me, brutto affare essere in classe con lei.
Cerco di ricordare dove abbia visto quei volti quando mi viene in mente il gruppetto di ragazze che avevo addocchiato fuori da scuola il giorno prima.
Erano sicuramente loro.Le ragazze a cui avevo pensato di presentarmi sono proprio li davanti a me e si stanno congratulando per il mio coraggio!
-Non vorrei essermi creata dai problemi col mio comportamento però. Comunque io sono Jess, piacere.
-Io sono Bonny.
-Ed io April.
Bonny ed April sono due ragazze abbastanza ordinarie ma non per questo insignificanti.
La prima è abbastanza alta e tondetta, con un caschetto di capelli corti marroni che le snellisce il viso, la seconda invece è più bassa di me, con folti capelli mossi tendenti al biondo e due enormi occhi castani.
Le due si siedono nella coppia di banchi davanti al mio senza smettere di chiacchierare.Mi stanno raccontando di come si fossero conosciute al primo anno di asilo quando la sedia di fianco alla mia si muove graffiando il pavimento.
-È occupato?
Quelle parole sono appena uscite dalle labbra carnose di un ragazzo slanciato col taglio da marines.Evidentemente è il mio giorno fortunato.
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IT'S ME (storia di una folle scalata verso la popolarità)
Ficção AdolescenteJess in occasione del suo primo anno di liceo vuole prendere in mano le redini della sua vita ed iniziare ad essere popolare. Dopo un incontro a luci rosse con il ragazzo più inn della scuola ed una serie di improbabili amicizie la vita di Jess ver...