Osservo la canina correre a perdifiato lungo il prato sotto casa, seguendola con lo sguardo attraverso la finestra della mia stanza, quella dove sono cresciuta. La vedo rincorrere una farfalla bianca per poi fermarsi ad osservarla quando questa si allontana impedendole di raggiungerla. Ma subito viene distratta da un altro gioco e torna a correre per un'altra direzione. Sorrido benignamente e mi chino per prendere lo scatolone ai miei piedi. Credo che non ci stia più niente, anche se serve ben altro che uno scatolone per portare via tutti i miei libri e le mie cose.
Ho deciso di vendere questa casa. Per me ha troppi ricordi ed è fuori mano per il lavoro. Potrei trovare lavoro qui, ma poi dovrei stare lontana da Logan e non è una buona idea, secondo me. Mi incammino con lo scatolone in mano verso il corridoio, ma prima di uscire dalla mia stanza mi fermo a guardarla. Per ora abbiamo svuotato solo l'armadio e la libreria, ci sono ancora una marea di cose da prendere. Mi volto per uscire e lo sguardo viene catturato dalla foto appesa alla parete, quella che riprende me e papà felici mentre ridiamo all'obbiettivo. Non mi ricordo in quale occasione si fece questa foto, ma ogni volta mi fa tornare alla mente mille ricordi. Ogni volta è come se mio padre fosse ancora vivo, vicino a me.
"Sei il mio orgoglio più grande..."
Le sue parole, o quelle che mi sono immaginata come tali, mi rimbombano nel cervello. So che è stato solo un sogno, ma mi ha fatto stare bene. Per me quelle parole è come se le avesse dette veramente lui. E mi basta.
Mi decido ad uscire dalla mia stanza e scendo le scale con lo scatolone in mano. Vado in cucina e lo deposito sul tavolo, subito Logan mi abbraccia in vita baciandomi tra i capelli.
"Dobbiamo al più presto trovare un nome per quella canina. Prima non sapevo come chiamarla e mi sono ritrovato a fischiettare al vento come un cretino, senza che lei mi degnasse di uno sguardo."
Io scoppio a ridere. "D'accordo, credo che tu abbia ragione."
"Quando ero piccolo Nate aveva una canina che si chiamava Peggy, che ne dici?" Lo guardo scettica... dare un nome di un cane che è appartenuto a Nate non mi sembra proprio il caso. "Ok, hai ragione. Niente Peggy." Esclama capendomi al volo.
Portiamo gli scatoloni con i miei libri nell'auto di Logan e chiamiamo la canina, ma di colpo sembra sparita. "E adesso dove s'è cacciata?" Chiede Logan. Ma poi la sentiamo guaire in lontananza e, preoccupati, ci dirigiamo velocemente verso quella direzione. Appena ci inoltriamo nel bosco la vediamo con la testa conficcata dentro un alveare mentre cerca di scacciare le api scuotendola convulsamente. Un altro guaito e un'altra ape l'ha appena punta.
"Oddio, e ora cosa facciamo?" Chiedo allarmata.
"Bisognerebbe trovare un modo per spruzzare addosso alla canina del fumo. Disorienterebbe le api e potremmo portarla via." Fa Logan.
"Sì, ma come? Non abbiamo gli strumenti di un apicultore!" Esclamo iniziando ad agitarmi. La canina continua a guaire disperata, mentre sembra che le api non vogliano lasciarla andare neanche un attimo. Cerco di avvicinarmi, ma Logan mi tira indietro.
"Sei impazzita? Vuoi che pungano anche te?"
"Ma dobbiamo fare qualcosa!"
"Aspettami qui." Ordina, e si allontana velocemente.
Io resto a guardare la canina mentre continua a dimenarsi, circondata da una nuvola di api che continuano a ronzarle attorno, senza poter fare nulla per aiutarla. Ogni tanto la sento guaire e io mi sento sempre più impotente. Dopo diversi lunghissimi minuti vedo Logan tornare con una coperta. Noto che si è messo i guanti e un cappello. Immediatamente inizia a scuotere la coperta attorno alla canina, scacciando le api che le ronzano attorno.
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Il Cuore ha i suoi Tempi
ChickLit#TERZA PARTE e ultima della trilogia "Il Cuore di Sara". Dopo la morte del padre Sara tenta di rimettere in sesto la sua vita riportandola sui binari giusti, ma non ha fatto i conti col suo cuore che, a quanto pare, non vuole essere messo da parte...