Lucinda's pov.
Ci incamminammo verso il gruppetto dei suoi amici che in quel momento erano praticamente sommersi dalle ragazze che urlavano, gridavano di gioia e scattavano foto in continuazione. C'erano un sacco di flash delle macchine fotografiche che mi fecero passare del tutto la voglia di unirmi a quella folla.
-Senti Lucinda... che ne dici se invece andiamo a ballare?- domandò lui fermandosi all'imorovviso.
Rimasi stupita della sua reazione anche perché si era tirato il cappuccio della sua felpa grigia in testa coprendola tutta, anche gli occhi. Esattamente come me.
-Err ti senti bene?- chiesi vedendo lui che si comportava come avrei dovuto comportarmi io.
-Certo, andiamo?-
-Non vuoi che io conosca i tuoi amici?- arrivai dritto al punto.
Lui non voleva che conoscessi i suoi amici, era chiaro ormai, ma non capivo il perché. Li guardai. Sorridevano a quelle ragazze come se fossero dei foto modelli in servizio, qualcuno faceva foto con le ragazze ed era tutto strano. Di solito i ragazzi che conoscevo non facevano così, certo Brandon era un vulcano di egoismo e modestia e attirava l'attenzione di tutti, ma nemmeno lui si comportava così. Anche Zayn guardava i suoi amici da lontano mentre sorridevano a quelle ragazze, magari stava così male perché tra quelle c'era una ragazza che gli piaceva?
No, dai infondo che mi importa di lui? Giusto? Non posso impedirgli di fare certe cose.
Poi mica sono innamorata di lui. Ci mancherebbe altro se mi innamorassi di un ragazzo appena conosciuto.
-Non é questo il punto...- disse guardandomi. Sorrise e intando io ero morta e rinata. Abbassai il cappuccio della felpa.
-Metti il caso che i tuoi genitori vengano a sapere che stavi fuggendo da uno sconosciuto, insieme ad un ragazzo di cui non sai un bel niente, ti rinchiuderebbero in quella torre con quel drago volante a sorvegliarti e questo sarebbe stato l'unico giorno in cui ti saresti divertita.-
Lo fermai prima che cercasse altre scuse.
-Okay okay, hai ragione. Andiamo a ballare!-
Non sapevo nemmeno da dove avevo tirato fuori tutto quel coraggio di comportarmi più naturale possibile davanti a lui. Per mia cugina Bonnie io ero Miss buone maniere o l'esempio vivente della ragazza perfetta, quella che non bestemmiava, quella che chiedeva scusa anche se non aveva fatto niente, quella che sorrideva nonostante tutto, quella che non si metteva troppo in mostra. Insomma la classica ragazza casa e chiesa. Per lei io ero una ragazza con tutti i pregi possibili e immaginari di una assoluta perfezione. Di una perfezione che non mi assomigliava per niente. Nessuno della mia famiglia sapeva chi ero veramente da dentro, nessuno riusciva a leggere il dolore e la solitudine nei miei occhi e nemmeno io se per questo sapevo chi ero. La mia vita è stata tutta organizzata e pianificata per me dai miei genitori e io avrei dovuto solo seguire i loro piani, da fare la modella per Feith a fidanzarmi con Brandon e prendere in mano le redini della nostra azienda in futuro. Io non potevo obiettare, non avevo una voce in capitolo sulla mia vita. Io ero solo quella che gli altri aspettavano da me che fossi. Sono diventata quella che i miei genitori volevano che diventassi. Io non sapevo nulla di me o di come ero realmente. Sapevo soltanto che ero confusa. Tanto confusa.
Ci immischiammo in quella folla a ballare sotto la neva, accanto a quel falò artificiale, ma bellissimo.
-Sei bravo a ballare?- gridai per via della musica troppo alta. Stavano mandando una canzone molto ritmica che non conoscevo.
Lui rise, si chinò su di me poi sfiorò il mio orecchio destro con le sue labbra.
-Ti dico un piccolo segreto: sono un pezzo di legno... io sono un pessimo ballerino praticamente.- ultima frase disse lentamente e il suo respiro sul mio orecchio mi fece venire i brividi lungo la schiena e quei pochi secondi mi sembravano anni. Le nostre dita si intrecciarono, io lo guardai cercando di catturare il suo sguardo ma lui era distratto. Pensava lei. Ne ero sicura. La canzone finì e cominciò una nuova. Era abbastanza lenta. I suoi occhi si illuminarono a sentire la melodia di quella canzone estranea e nuova per me e poi rise gettando la testa all'indietro. Mi concentrai sulla canzone. Le parole erano bellissime, ovviamente e sicuramente io avevo gli occhi lucidi perché all'improvviso cominciai a vederlo un po' sfocato. Lui mi prese per mano e mi fece girare su me stessa. Ero felice, anzi felicissima.
Dopo quella magnifica sera in compagnia di lui, tornai a casa in taxi e sgattaiolai a passo felino dentro il cancello sperando con tutto il cuore che nessuno fosse accorto della mia assenza, ma notai che le luci erano spente e di quella gente che era presente alla festa non c'era ne anche la traccia, come biasimarlo, infondo erano le tre del mattino. Entrai dalla stessa porta in cui ero uscita, con il cuore che batteva all'impazzata per paura di essere scoperta e corsi subito in camera mia. Aprii la porta e accesi la piccola luce neon e vidi Nolan seduto sul mio letto.
Sussultai trattenendo un urlo vedere il suo viso semi nascosto nella penombra.
-Sai che sono infuriati con te?- esordì senza ne anche salutarmi.
-Certo, ma ne è valsa la pena!- dissi felice, con un sorriso stampato sul viso e mi tolsi la felpa e le scarpe e mi infilai tra le lenzuola.
Lui si girò.
-Mi sei mancata, Lucy. Tantissimo!-
Di colpo mi sedetti sul letto e lo abbracciai fortissimo.
-Anche tu mi sei mancato moltissimo fratellino!- mormorai con le lacrime agli occhi e gli diede un lungo bacio sulla guancia. Quella notte ci addormentammo insieme, nel stesso letto, abbracciati come da piccoli.
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The secret love ||z.j.m.|| IN SOSPESO
Fanfiction(Momentaneamente la storia è sospesa e lo so, nella storia ci sono alcuni errori. Prima di ricominciare a scrivere li correggerò!) Cosa siamo noi? Siamo l'alba durante la notte, la neve ad agosto e la gravità sulla luna. Nulla di ordinario. Qualcos...