Mio.

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Dopo mezz'ora mi lascia libera ma Daniel deve restare ancora lì, io torno in classe sorridendo come un ebete, amo averlo accanto anche in una situazione del genere.

Mi manca solo un'ora per poter uscire da questa scuola e potrò farmi perdonare da Daniel.
Appena entro noto che Jennifer mi guarda impaurita e questo mi fa ridere, la prof mi guarda male e io rido.

P:"Signorina Handerson cosa c'è di divertente?"
Io sorrido e comincio a parlare mentre mi dirigo al mio posto, ovvero l'ultimo.
I:"Lei è divertente, pensa davvero che guardandomi in quel modo mi sentirò incolpa per aver pestato questa stupida puttana?"

P:"Come si permette, lei non può rivolgersi in questo modo ad una sua compagna di classe"

I:"Beh ovviamente, a differenza sua non mi importa un cazzo che quel cretino di suo padre sia uno di quelli che riempie la scuola di soldi perché sa che sua figlia non riuscirebbe mai a farcela da sola." 

Passa un'ora e la prof non mi calcola, sto tutto il tempo a disegnare su un foglio bianco, alzo il braccio e noto che mancano dieci minuti.

Faccio lo zaino e prendo una sigaretta e l'accendino, mi alzo mettendomi lo zaino sulle spalle e al primo passo che faccio suona la campanella, esco tranquillamente ma vengo scaraventata per terra da Jennifer e Cece che corrono all'uscita.

Mi alzo da terra scocciata e mi avvio alla porta, appena esco accendo la sigaretta e vedo quelle due puttane accerchiate il mio ragazzo.

Mi avvicino lentamente e appena Daniel mi vede allarga le braccia ma Jennifer ci si piomba dentro, il sangue mi ribolle nelle vene e mi incammino verso di loro tocco la spalla di quella puttana e lei si gira stringendo Daniel come se fosse suo.

J:"Cosa c'è idiota?"
I:"Scrostati."
J:"Perché? È tuo?"
I:"Si, è il mio ragazzo puttana."
Detto ciò la scaravento via e mi incollo alle labbra di Daniel che cerca di trattenere le risate.
Posa le mani su i miei glutei e mi stringe forte bisognoso di avermi accanto.

J:"Seriamente stai baciando questa sfigata?"
Lui si stacca riluttante dalle mie labbra e mi sposta delicatamente avvicinandosi a lei che sorride pensando che voglia andare da lei.

D:"Vattene via e lascia in pace la mia ragazza."
Detto ciò si gira e mi bacia aprendo la portiera della macchina per poi aggirarla e salire.
E vado via ridendo per le facce da ebete di quelle due puttane.

D:"Perciò sono tuo eh."
Io divento rossa e mi nascondo fra le mie braccia.
I:"Si."
Lui ride e mi avvicina a lui distruggendo nuovamente le mie barriere.

I:"Dove stiamo andando?"
D:"Devo incontrare una persona, poi andiamo."
I:"Chi?"
Sembro una bambina piccola che non smette di fare domande ma non mi importa.
D:"Un mio vecchio amico, si chiama Matt, fa la quinta nella tua stessa scuola, non so se lo conosci."
I:"È altro biondo con gli occhi neri?"
D:"Si. Ci hai parlato?"
I:"Più o meno, mi ha portato via di peso oggi."
Rido leggermente ricordando la scena prima che Daniel impazzisca.
D:"Cosa?"
I:"Quando stavo picchiano Jennifer mi ha preso in spalla e mi ha portato in bagno."

Noto che siamo arrivati perciò slaccio la cintura e lo fa anche lui, parcheggia e esce sbattendo la porta chiudendomi dentro, si dirige verso Matt chiudendo le porte della macchina e comincia ad urlargli contro.
In tutto ciò sto ancora cercando di uscire, mi alzo per quanto sia possibile e vado nel sedile del guidatore cominciando ad urlare per attirare la loro attenzione.

Daniel si allontana da lui e viene verso di me aprendo la porta e facendomi uscire, esco e lui mi sbatte contro la portiera attaccandosi alle mie labbra per poi staccarsi e parlare.
D:"Tu sei solo mia."

Resto imbambolata a fissare le sue labbra per poi parlare senza accorgermene.
I:"Tua."
Mi da un bacio a stampo per poi condurmi dentro il bar tenendomi la mano.

Appena entriamo dentro il locale l'odore di caffè impossessa i miei sensi guidandomi al bancone per prendere un cappuccino, Daniel è già al tavolo con Matt quando arrivo con la tazza piena di caffè scremato.

M:"Ma tu prendi sempre il caffè?"
I:"Si."
D:"Allora come va la scuola e il lavoro?"
M:"Bene, te?"
D:"Va molto bene, grazie al mio lavoro ho conosciuto lei."
M:"Si droga?"
I:"Cosa?"
D:"Quello era il mio vecchio lavoro."
I:"Tu spacciavi??"
M:"Tessa non hai risposto alla mia domanda, ti droghi?"
I:"Si."

Daniel mi guarda incazzato e cerca spiegazioni fissandomi.
D:"Cosa fai per drogarti? Cocaina? Codeina? Erba? Eroina?"
I:"Solo erba. Ora rispondi alla mia domanda."
Sospira e mi fissa ancora più incazzato.
D:"Spacciavo per poter vivere, avevo bisogno di soldi."

Parliamo per un'ora finché non torniamo tutti a casa propria.

Io e la mia apatiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora