L'autobus è un veicolo automotore che trasporta esclusivamente persone, anche con bagagli personali.
-WikipediaPiù che persone io direi animali che non sanno neanche cosa sia l'educazione.
Alcuni ascoltano musica (improponibile) senza cuffie, altri urlano come come banditori di strada, alti invece puzzano come cassonetti ambulanti. Che nervoso.
La giornata non era assolutamente iniziata bene, avevo dimenticato di mettere la sveglia e avevo fatto tardi, quindi per non perdere la scuola e arrivare in orario ero stato costretto a prendere l'autobus. Un suicidio.
Fortunatamente però ancora nessuno era stato così masochista da sedersi vicino a me, evidentemente tutti tenevano alla vita.
Misi le cuffie e tentai di isolarmi, ci ero quasi riuscito, ma ad un certo punto avevo sentito una soave voce provenire da poco distante da dove mi trovavo io.
<Ma questo catorcio lo lavano o no?> solo lui avrebbe potuto dire una cosa del genere. Maledizione.
Non potevo essere stato così sfortunato da incotrarlo anche lì. <Posso sedermi?> mi riscossi dallo stato di trance, una ragazza dai capelli rosa mi aveva appena salvato, credo di aver visto una strana luce angelica circondarlo in quel momento.
<In realtà dovrei sedermi io.> No! Non è possibile!
<Ah, scusa allora vado a sedermi da un'altra parte> feci per fermarla ma lui si era già seduto vicino a me.
<Vattene> sibilai acido, <Volevi portartela a letto e ho rovinato i tuoi piani?> chiese quasi ironico il corvino.
<In realtà volevo andare a farci colazione insieme> risposi io rancoroso.
Lo vidi sospirare, <Senti moccioso...> non lo lascia finire <Punto primo non voglio parlare con te, punto secondo se proprio devi rompermi le scatole chiamami Eren> il corvino indurì lo sguardo per qualche secondo, voleva rispondermi per le rime, ma non lo fece semplicemente disse "okay."
<Senti Eren, ti volevo chiedere scusa> io alzai un sopracciglio, esortandolo a continuare.
<Sono stato stupido, lo so. Ma io...> lo esortai nuovamente, <Io ero spaventato, okay? Era il mio primo vero appuntamento, e io non riesco a fare queste cose, non sono portato, non sono un ragazzo romantico ne nulla del genere. Sono solo Levi.> disse abbassando la testa, era la prima volta che lo faceva.
<Sono stato un cretino lo so, non avrei dovuto farlo, ma non riesco a fare più di così.
Io non voglio perderti, io voglio te.>
<Allora dimostramelo> dissi semplicemente, ancora una volta non avevo collegato il cervello prima di parlare.
Il corvino abbozzò un piccolo sorriso, <Andiamo a fare colazione?><Ecco a voi, un tè nero per lei, e una cioccolata calda per lei, il cornetto arriva subito> disse la cameriera per poi congedarsi.
Né io, né Levi avevamo avuto il coraggio di aprire bocca.
<È un bel bar, ci eri già venuto?> chiesi per stemperare un po' la conversazione, ma Levi si limitò ad annuire. Fantastico.
Nel frattempo era arrivato il mio cornetto e io lo avevo anche mangiato. Era rimasta solo la parte finale, allungai la mano per prendere l'ultimo pezzettino, ma qualcuno fu più veloce di me. Maledetto ladro.
Lo vidi mangiare soddisfatto e guadarmi in segno di sfida, imprecai un po' poi misi il broncio mormorando che quello era il mio cornetto.
<Fin da piccolo l'unica parte che mangio dei cornetti è la parte iniziale e finale, non so perché> disse tranquillo, <Forse perché è meno dolce rispetto al resto, ed è più croccante> incrociai le braccia al petto, <Era comunque il mio cornetto, ladro> poi per nascondere il sorriso che mi era nato sulle labbra portai alla bocca la tazza di cioccolata calda.
Restammo in silenzio, era tutto abbastanza imbarazzante, io non facevo altro che continuare a bere e ogni tanto lanciargli un occhiata a furtiva, lui faceva lo stesso con l'unica differenza che al posto della cioccolata calda lui beveva il tè nero, tra l'alto teneva in mano la tazza in modo stranissimo, fossi stato in lui avrei rovesciato tutto.
<Ecco perché non sono venuto> disse con tono amaro il corvino, <Te l'ho detto, io non so nulla di appuntamenti e cose del genere, questo è il massimo che io possa fare, e il mio massimo non è abbastanza> disse sempre con lo stesso tono.
Mi si stinse il cuore, come potevo non perdonarlo? Ero stato uno stupido, lo so, un bambino che fa i capricci.
Poggiai la mano leggermente tremante, per paura di un rifiuto, sulla sua e lo guardai negli occhi.
<Va tutto bene, beh non sarà una storia da romanzo rosa, ma credo che andrà bene lo stesso, perché sarà la nostra storia. Ma solo se tu lo vuoi...> dissi sicuro, ma sulla parte finale, un po' imbarazzato.
Levi mi guardò abbastanza sorpreso, <Sei sicuro che possa bastarti?> io annuii con fermezza, ero più che sicuro.
<Sai cosa ho imparato in queste settimane che sei stato il mio compagno di banco?> chiese il corvino lasciandomi interdetto, dove voleva andare a parare?
Risposi con un'alzata di spalle, <Quando dici una bugia le tue orecchie diventano rosse> il suo tono di voce tranquillo e abbastanza cadenzato, io portai una mano all'orecchio destro un po' imbarazzato, <E allora?> non riuscivo a capire il nesso tra la nostra conversazione e le mie orecchie che diventano, per davvero, rosse quando mento.
<Mentre parlavi, le tue orecchie non sono diventate rosse neanche una volta> disse soddisfatto.
Sbattei più volte le palpebre stupito, poi sorrisi, <Che pensavi? Io dico sempre la verità!> Levi scosse la testa <Adesso le tue orecchie sono rosse, moccioso bugiardo> portai entrambe le mani alle orecchie tentando di nasconderle.
<Uffa, non è giusto> mi lamentai rosso in viso per l'imbarazzo, <Almeno saprò sempre quando menti, moccioso ti avverto, odio le bugie> portai una mano alla fronte ad imitare una saluto militare <Non le mentirò mai capitano Levi!> il suddetto capitano alzò un sopracciglio scettico, <Capitano? E di cosa?> mi passai un dito sul mento <Di...una squadra che...ammazza dei giganti!> il corvino mi guardò come se fossi io stesso un gigante comparso dal nulla in una nuvola di fumo.
<Tu vedi troppi film moccioso, i giganti non esistono.><Camera tua come vedo è di nuovo nel più totale disordine, oltre all'essere un porcile> il tono di voce del corvino era severo e freddo, passai una mano dietro la nuca imbarazzato, <Beh sono stato occupato> dissi per poi buttarmi a peso morto sul letto.
<Alzati da quel letto, devo cambiare le lenzuola> abbracciai il cuscino con fare protettivo, <Non ti lascerò toccare il mio bambino!> l'oramai martire si passò una mano sul volto, mormorando insulti che non riuscii a capire.
Inaspettatamente si sfilò le scarpe e si accomodò vicino a me nel letto. Ero sotto shock.
<Invece di startene lì impalato abbracciando quel cazzo di cuscino, abbraccia me> disse senza mezzi termini, se pur borbottando.
E come potevo io rifiutare?
Mi girai verso di lui e gli cinsi la vita con un braccio, affondando leggermente la testa nell'incavo del suo collo.
<Questa cosa è molto romantica, stiamo salendo di livello> dissi a mezza voce, senza neanche girarsi verso di me mi arrivo la dolce risposta del corvino <Zitto e dormi, o farò scendere il livello di romanticismo a livelli storici> sorrisi e mormorai <Mi piaceresti lo stesso.>
La conversazione terminò e dopo poco mi addormentai, cullato dal dolce profumo di Levi. Ero finalmente felice.
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I want him
FanfictionPremessa: questa storia d'amore riguarda due ragazzi, quindi se nel caso tu non gradisca questo genere, non sei costretto a leggere,anzi, sei invogliato a non farlo. Eren dopo la separazione dei genitori si trasferisce in una noiosa città con la mad...