Capitolo undici: Tradimento.

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<Eren! Disgraziato non ti sei fatto vedere per giorni!> urlò Mikasa, in effetti avevo saltato un sacco di giorni di scuola <Dettagli, comunque non urlare che sono ancora rincoglionito> mormorai strofinandomi gli occhi, <Tu rincoglionito ci sei nato> borbottò la corvina, <Armin dopo mi fai copiare chimica?> chiesi io, non avevo fatto nulla ieri, menomale che avevamo ginnastica e religione quel giorno.
La mia domanda però non ricevette risposta, il biondino stava guardando un punto indefinito e non sembrava aver voglia di tornare nel mondo reale.
Dopo averlo chiamato altre tre volte finalmente Armin tornò nel mondo dei vivi, alleluia.
<Stai ancora pensando a lui?> chiese Mikasa al biondino che arrossendo annuì.
<Di chi parlate?> la corvina di guardò intorno, nessuno ci stava ascoltando fortunatamente,
<L'altro giorno, quando tu non c'eri, il cavallo ha baciato Armin> per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, <Cosa?! È uno scherzo vero?> in risposta mi bastarono le facce da funerale degli altri due.
<Sicuro che non ti abbia infettato con qualche strana malattia da cavallo? Sai oggi non hai una bella cera> il biondino abbassò mestamente la testa e Mikasa poggiò una mano sulla sua spalla per confortarlo, <Lo so che che si è rivelato per l'essere spregevole che è, ma non è nulla che non si possa risolvere con qualche pugno sulla sua brutta faccia equina> conclusi con leggerezza, <Eren la cosa è più grave...> cosa poteva aver mai fatto? <Non dirmi che ti ha...insomma, molestato...sessualmente intendo> il biondino scosse la testa, <E allora che ti ha fatto?> mi beccai un'occhiata torva da Mikasa mentre mi bisbigliava qualcosa che sapeva di "lascialo parlare idiota" <Il problema non è Jean, sono io> si fermò per qualche istante, <Eren, io sono innamorato di lui> spalancai gli occhi al limite del possibile, <Che cosa?!> urlai beccandomi un calcio dalla corvina <Zitto cretino!> massaggiai la parte dolorante, mentre meditavo vendetta contro il cavallo.
<Sapevo che avevi avuto una cotta per lui al primo anno, ma poi quando lui si mise con Marco ci dissi che non ti piaceva più> Armin abbassò nuovamente lo sguardo, <Non ho mai smesso di amarlo, semplicemente dato che tu lo odiavi ho fatto finta di nulla, Jean ama Marco, io non posso farci nulla> terminò il biondino con la voce rotta dal pianto, lo abbracciai seguito da Mikasa.
<Ma chi abbiamo qui? Il trio delle meraviglie, cos'è adesso Jaeger ci degni della tua nobile presenza?> assottigliai lo sguardo minaccioso, avevo imparato dal migliore quindi riuscii nell'intento facendolo spaventare.
<Jaeger mi ricordi il nano, ti ha preso come discepolo?> il suo tono era ironico come sempre, in quel momento lo avrei ammazzato.
<Zitto, o ti taglio quella brutta testa da cavallo che ti ritrovi> mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai in modo che potesse sentirmi solo lui, <Tocca di nuovo Armin o fammi arrabbiare e il tuo amato Marco saprà del bacio, poi sai, i pettegolezzi ingigantiscono sempre tutto e un bacetto ingenuo e innocente potrebbe diventare qualcosa di più serio> lo guardai, era bianco come un cadavere.
Mi allontanai da lui ed entrai a scuola, mancavano pochi secondi all'inizio delle lezioni.

<Eren come mai non è venuto oggi Levi?> Armin sembrava essere tornato quello di sempre fortunatamente, <Non lo so> abbassai la testa <È successo qualcosa?> chiese Mikasa scrocchiando le nocche, <No, ieri mi ha invitato ad un appuntamento...> risposi vago, suscitando comunque la curiosità della corvina e di Armin.
<Devi raccontarci tutto!> urlò il biondino appoggiato anche dalla ragazza, non avevo via di scampo.
Dopo aver raccontato per filo e per segno tutti gli avvenimenti del giorno precedente, mentire non sarebbe servito a nulla, evitai però di raccontare la parte in cui mi diceva di mettermi a dieta.
<Che bastardo> commentò la corvina, che evidentemente aveva ascoltato solo la parte finale, <Eren il tuo forse fidanzato ha lavorato in un circo, chissà cosa sa fare...> disse Armin, <Comunque deve imparare a trattarti un po' meglio, non può fare prima il fidanzatino affettuoso che ti porta i fiori per scusarsi e poi abbandonarti per stare con i suoi vecchi amici il giorno del vostro primo appuntamento> commentò piccata Mikasa, <Non hai tutti i torti, ma credo che sia una cosa caratteriale> rispose il biondino, il quale mi chiese subito dopo <Come bacia Levi?> fortunatamente venni salvato dalla corvina, <Non voglio sapere questo tipo di particolari!> fece una faccia schifata, mentre Armin la guardava male (per le sue capacità).
<Oggi non mangi nulla?> chiese apprensiva la mia migliore amica, <Ho deciso di mettermi a dieta> risposi fiero, entrambi sbatterono le palpebre più volte esterrefatti, Mikasa alzò un sopracciglio <Chi sei e cosa ne hai fatto di Eren?> io roteai gli occhi, <Sto ingrassando, e poi mangiare in modo più sano non potrà che farmi bene.>

Chiusi il libro di matematica, finalmente avevo finito! Non ne potevo più di vedere numeri (anche se oramai erano più lettere che numeri), mi stiracchiai le braccia e sbadigliai, erano già le otto di sera, che noia.
Levi non mi aveva ancora scritto e nella mia testa si era affacciata da un po' l'idea di scrivergli io.
Presi il telefono e scrissi un semplice "ciao".
Fortunatamente questa sera mio padre avrebbe avuto una cena di lavoro quindi ero solo in casa, il mio stomaco era particolarmente felice di ciò.
Preparai un tramezzini con tonno e pomodoro e tornai in camera per prendere il mio telefono, Levi non aveva ancora risposto.
Iniziai a mangiare mente cercavo un film da vedere su internet.
Sentii il telefono squillare proprio prima di premere play, inutile dire che mi precipitai a vedere se a mandarmi il messaggio fosse stato Levi.

                                                                             Ciao
Oi, che vuoi moccioso?
                                   Sempre molto simpatico :|
...
                              Comunque volevo solo sentirti
Ah okay.
Adesso che mi hai sentito
possiamo concludere questa
conversazione.
                      Tu si che mi fai sentire considerato
E va bene parliamo, certo che sei
proprio un rompipalle.
Che fai?  
                                 Mangio e guardo un film, tu?
Ma stai sempre a mangiare tu?
Comunque io sto preparando la cena,
vengono a casa mia dei miei amici.
                                                 Perché tu hai amici?
Fanculo Jaeger.
                                             Dai stavo scherzando!
Scherza con i tuoi amici
dementi, non con me.
                                                          Va bene, scusa.
Sono arrivati i miei amici, ciao.
                                               Va bene, buonanotte.
Notte, non mangiare troppo.
                                                                      Va bene.

Spensi il telefono, quella conversazione non era andata esattamente come speravo.
Guardai il tramezzino rimasto, non avevo più fame, poggiai il piatto sul comodino e spensi il computer, volevo solo dormire.

<Buongiorno ragazzi> salutai allegramente Armin e Mikasa che come sempre mi stavano aspettando, io ero sempre stato quello più ritardatario (e ritardato, come diceva la corvina) del gruppo.
<Ciao Eren> salutarono glia altri due, il biondino e Mikasa erano abbastanza assonnati, vidi Jean fissarmi da lontano e sorrisi malevolo, il cavallo puntò subito il suo sguardo da un'altra parte.
<Ma avete dormito 'sta notte? Sembrate due zombie> avevano entrambi due pesanti occhiaie, erano usciti ieri sera senza dirmi nulla? No, impossibile.
<Ieri sera siamo andati in perlustrazione e siamo tornati a casa tardi> alzai un sopracciglio, <Perlustrazione?> Mikasa sbadigliò, <Intende dire che abbiamo stalkerato Jean tutta la sera in un locale, e siamo tornati tardi> rispose la corvina.
<Voi due siete strani, comunque perché non mi avete chiamato?> Mikasa roteò gli occhi, <Abbiamo pensato che se fossi venuto pure tu avresti finito col litigare con Jean> disse Armin paziente come sempre. Annuii non avevano tutti i torti.
<Avete visto Levi?> chiesi io, non lo vedevo nel cortile della scuola, <Dopo la nottata di ieri dubito che verrà scuola...> Mikasa si tappò la bocca con entrambe le mani con gli occhi sgranati, mentre Armin la rimproverava con lo sguardo (per i suoi standard).
<Nottata? Di che parli? Ieri lui ha passato la serata a casa con dei suoi amici> ero tranquillo, mi fidavo delle parole di Levi.
<Devo essermi sbagliata> Mikasa non era per nulla tranquilla, stava mentendo, assottigliai lo sguardo, <Cosa mi nascondi?> lei abbassò lo sguardo, <Mikasa dobbiamo dirglielo...> intervenne Armin e la corvina annuì.
<Eren, ieri abbiamo visto Levi in compagnia di altri ragazzi nel locale dove siamo andati, si è ubriacato e credo sia andato a letto con una ragazza>.
No, non era possibile. Vero?
<Lui mi aveva detto che sarebbe stato a casa con dei suoi amici...> la mia voce era un mormorio, Armin mi poggiò una mano sulla spalla, <Mi dispiace Eren, ma ieri quello nel locale era senza ombra di dubbio Levi> si percepiva rammarico e rabbia nella voce di Mikasa.
Sentii le lacrime spingere per uscire, quel bastardo...
Salutai velocemente i ragazzi, che tentarono invano di fermarmi, non volevo piangere davanti a tutti, in realtà non avrei voluto piangere in generale.
Uscii a grandi falcate dal cortile della scuola, mi sentivo tradito, lo so che non eravamo fidanzati ma io speravo tanto che un giorno saremmo potuti esserlo.
Era andato a letto con una ragazza, mi sentivo uno schifo.
Mi veniva da vomitare, in quel momento avrei tanto voluto urlare ma non lo feci, mi limitai allo sbattere la porta di casa per poi entrare in bagno e rimettere la mia colazione.
Quella mattina piansi, l'amore faceva male, molto male.

I want himDove le storie prendono vita. Scoprilo ora