<Moccioso sveglia> mi chiamò per la centesima volta Levi, e io mi degnai di aprire gli occhi una volta per tutte. Ero stanco e assonnato.
<Finalmente ti se svegliato, sei proprio un moccioso> mi stropicciai gli occhi, <Tu si che mi fai svegliare con dolci parole...> mormorai mentre stendevo le braccia verso l'alto per stiracchiarmi.
<Andiamo a fare colazione?> chiese il corvino, io scossi la testa, <Ti va di rimanere ancora un po' a letto? Però se vuoi...> non mi fece neanche finire che già si era nuovamente allungato. Menomale, avevo evitato una figuraccia.
Poggiai la testa al lato del suo petto, in modo delicato per non dargli fastidio, iniziando a giocherellare con la sua maglietta abbastanza stropicciata.
Sentii le sue dita sottili giocare con qualche ciuffo castano, era davvero una bella sensazione.
<Oggi che facciamo?> chiesi io, <Chi ti ha detto che passerò tutta la giornata con te?> disse freddo il corvino, aveva ragione.
Le mie guance diventarono rosse per l'imbarazzo, ero abbastanza deluso, avrei voluto stare con lui tutto il giorno, ma evidentemente lui non era dello stesso avviso.
Mi tirai su facendo leva sulle braccia, <Scusa, pensavo che avremmo passato un po' di tempo insieme> feci un mezzo sorriso, palesemente finto, e tornai a sdraiarmi questa volta poggiando la testa sul cuscino.
Lo sentii girarsi verso di me, i nostri volti erano a pochi centimetri di distanza, chiusi gli occhi, non potevo avervelo così vicino senza sentire l'irrefrenabile desiderio di baciarlo.
<Moccioso, apri gli occhi> io scossi la testa cocciuto come sempre, poi una leggera pressione sulla guancia mi fece parere gli occhi per la curiosità: mi stata accarezzando il volto.
<Stavo scherzando> battei più volte le palpebre confuso, lui parve percepirlo, <Oggi voglio passare tutta la giornata con te> io aprii la bocca sorpreso e felice, talmente tanto che, dopo qualche attimo di smarrimento, lo abbracciai.
<Grazie, grazie, grazie!> Levi ricambiò, a modo suo, l'abbraccio per poi ordinarmi di togliermi visto che non riusciva più a respirare tanto era stretto l'abbraccio.
Avremmo potuto fare tantissime cose! Andare al cinema, al parco, a cena fuori e altre cose belle, oppure rimanere semplicemente a casa. Era tutto decisamente allettante.
<Cosa facciamo quindi?> chiesi io impaziente, <Prima di tutto andiamo a fare colazione, sto morendo di fame moccioso.><Ma come è possibile che non ti piacciano i dolci?!> quasi urlai io, su serio, non era proprio possibile, a tutti piacciono i dolci!
<Ti ho detto che non mi piacciono i dolci, non che sto per ammazzare qualcuno> la sua voce era piatta come sempre, teneva in mano una tazza di the e nell'altra una sigaretta.
Non mi piaceva il fatto che lui fumasse, quella robaccia non poteva che fargli male però, per questa volta, non gli avrei detto nulla.
<Comunque, ti va di andare al circo oggi?> chiesi io speranzoso, in città era venuto il circo e tutti quelli che ci erano andati avevano detto che fosse davvero bello.
<Non contribuirò allo sfruttamento di quei poveri animali> disse risoluto, <Però questo circo non ha animali, solo persone, ti assicuro che è molto bello!> risposi sorridente, era una vita che non andavo al circo e ci sarei davvero voluto andare con il corvino, che però non era del mio stesso parere.
<No> risposta secca e priva di qualsivoglia emozione, eccezion fatta, una punta di fastidio.
Quando chiesi il motivo il corvino mi guardò male, quasi sentii dolore fisico, quegli occhi sapevano essere più affilati di un coltello.
<Se dico di no è no, smettila di infastidirmi moccioso> sbattei più volte le palpebre incredulo, poi abbassai il capo amareggiato.
Quella reazione era stata sicuramente eccessiva ma non potevo biasimarlo, non sapevo il motivo di tale reazione ed io, come sempre, ero stato fastidioso.
Sentii però una piccola parte del mio cervello sussurrare parole riguardo alla mia ingenuità e alla mia bontà, era un rimprovero bello e buono.
Finii di bere il mio cappuccino in silenzio e con esso sparirono anche i pochi biscotti rimasti, peccato che il silenzio era calato tra di noi come una cortina di fumo, impedendoci di vederci e comunicare.
Mi alzai in piedi, la sedia emise un rumore orribile strisciando sul pavimento, <Io vado a casa, sono stanco> non lo guardai neanche in faccia, poi girai i tacchi e me ne andai a casa, sotto lo sguardo colpevole di Levi.

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I want him
FanfictionPremessa: questa storia d'amore riguarda due ragazzi, quindi se nel caso tu non gradisca questo genere, non sei costretto a leggere,anzi, sei invogliato a non farlo. Eren dopo la separazione dei genitori si trasferisce in una noiosa città con la mad...