Capitolo diciotto: Sei cattivo!

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I giorni passarono e il dolore per la perdita di Marco sembrò affievolirsi sempre di più.
I primi giorni era stata dura per tutti, soprattutto a scuola, vedere il suo banco vuoto era difficile, lui non sarebbe mai tornato lì, con il suo astuccio con dentro tutto il materiale possibile, i quaderni in perfetto ordine, il suo zaino immacolato e il diario su cui ad inizio anno avevamo lasciato le nostre firme. Mancava un po' tutto di lui, ma dovevamo tornare a vivere.
Per questo adesso ci trovavamo ad una festa, a cui nessuno voleva davvero essere, ma avremmo fatto buon viso a cattivo gioco.
<Che volete da bere?> chiese Connie per allentare la tensione, eravamo seduti di dei divanetti neri da più di un'ora, e nessuno aveva voglia di alzarsi.
Silenzio, nessuno rispose in altro modo che non fosse un sospiro esausto.
Levi seduto vicino a me si alzò, senza dire nulla, io ero troppo annoiato per alzarmi e rincorrerlo quindi rimasi lì dov'ero.
Tornò poco dopo con un vassoio pieno di bicchieri, non si fece problemi nel sbatterlo sul tavolo per attirare l'attenzione di tutti.
<Sentitemi bene poppanti, o bevete qualcosa e andate a godervi la serata o vi rifilerò non pochi calci in culo>.
Breve, conciso e compendioso, sicuramente la finezza non era il suo forte ma il messaggio era arrivato chiaro e tondo.
Tutti iniziammo a prendere i cocktail dal vassoio, e a me capitò un mojito, ovvero uno dei pochi cocktail che bevevo alle feste data la mia scarsa resistenza agli alcolici.
Sperai che l'alcol riuscisse ad allentare la tensione e magari riuscire a farci tornare quelli di un tempo.

<Levi ma dove mi stai portando?Sulle montagne russe?! Che bello!> camminavo con un braccio intorno alle spalle del corvino per sorreggermi, evidentemente l'alcol non aveva avuto gli effetti sperati...
<Ti sto portando a casa, ma quanto pesi?> iniziai a ridacchiare come un cretino metre Levi borbottava diversi insulti verso di me.
<Peso pochissimo! Non vedi che sono come una piuma?> continuai a ridacchiare <Vedi che non sei costretto a portarmi tu, posso farcela da solo! Tu sei cattivo!> il corvino mi guardò per qualche secondo alzando un sopracciglio.
<Non ci voglio venire con te a casa!> puntai i piedi per terra impedendo al corvino di proseguire, <Moccioso vedi di collaborare> misi il broncio e mi buttai per terra, <Io con uno come te non ci torno!> non so che espressione avesse in quel momento Levi, ma sono sicuro che fosse poco rassicurante.
<Tu mi fai soffrire! Mi tradisci e guardi il culo delle altre, poi mi rispondi male e sei sempre così fottutamente perfetto!> iniziai a sbattere i piedi per terra, <Sono geloso! Ma tu non lo capisci perché sei cattivo! Sei stato più gentile con quel cavallo di Jean che con me! Ti sei fatto una di cui non conosci neanche il cazzo di nome e me no!> credo che stessi piangendo in quel momento, che imbarazzo...
<Eren non sei lucido, andiamo a casa...> mormorò Levi, era tristezza quella nella sua voce?
<No! Io voglio restare qui! In quella casa mi sento solo e triste, voglio rimanere qui, non mi puoi costringere a tornare a casa!> mi sentii tirare le braccia mentre continuavo a dimenarmi, <Lasciami! Non voglio venire con te!> iniziai a muovermi in modo convulso, mentre Levi tentava di non beccarsi un calcio da parte mia, credo che fallì visto che poco dopo si ritrovò un rivolo di sangue uscirgli da un taglio sulla guancia.
<Eren stai fermo!> nonostante i continui richiami continuai a dimenarmi fino a quando non mi ritrovai addosso al corvino.
Credo che alzai la mano per tirargli un pugno, ma guardando il taglio sulla guancia realizzai di avergli fatto del male e che lui non avesse fatto nulla per meritarlo, rimasi in quella posizione per qualche secondo, a cavalcioni su di lui, e credo che se non fossi stato in procinto di tirargli un pugno avrei trovato la situazione abbastanza sensuale.
<Perché ti fermi? Non credi che io meriti quel pugno?> mi chiese Levi mentre io, per niente lucido, non capivo il senso di quelle parole, <Quello che ti ho fatto è peggio di un pugno, quindi non avrò nulla da dire se tu deciderai di farlo, me lo merito> sbattei più volte le palpebre, < E poi sappiamo entrambi che non mi hai perdonato del tutto, quindi regoliamo i conti una volta per tutte>.
Non so cosa mi pensassi in quel momento, so solo che se vivo qualcosa di bagnato scorrermi sulle guance, <Tu fai sempre così! Mi fai sentire in colpa per qualunque cosa! Quando mangio, quando rido e quando tento di essere me stesso! Io non sono come te, io non posso mangiare quello che voglio senza ingrassare, io non posso essere apatico e non posso essere un'altra persona! Ho tentato di essere come vuoi tu, ma non ci riesco; sono giorni che non mangio ma non riesco a scendere di peso più di così! Non voglio che tu vada da un'altra perché io non ti vado bene, ma io non riesco a fare più di questo...> abbassai la testa mentre ero in preda delle mie stesse emozioni: rabbia, tristezza, risentimento, frustrazione.
<Io ho paura di perderti, non lo capisci? Ho bisogno di conferme, ho bisogno di te> abbassai la mano e mi lasciai abbracciare dal corvino <Sei cattivo... e sei anche uno scemo!> mormorai nell'incavo del collo di Levi.

<Che mal di testa...> sibilai tappandomi le orecchie con il cuscino, <Chi cazzo ha aperto la finestra?> borbottai tentando di ripararmi dai raggi del sole che entravano dalla finestra vicino al letto.
<Sono stato io> sentii la voce di Levi forte e chiara, cosa ci faceva in camera mia?
Mi alzai di scatto, quando mi resi conto di essere in mutande arrossii violentemente.
<Cosa ci fai in camera mia?!> urlai, maledendomi poco dopo, sentivo la testa scoppiare.
<Scusa se non ti ho lasciato per strada ubriaco> mi rispose ironicamente il corvino mentre trafficava con la bottiglia del disinfettante, <Che hai fatto alla guancia?> chiesi mentre prendevo il fazzoletto imbevuto di disinfettante per poi passarglielo sullo zigomo.
<Devo ringraziare un certo moccioso per avermi tirato un calcio> sgranai gli occhi, <Mi dispiace Levi> finii di disinfettare e gli misi un cerotto sul taglio, abbassai lo sguardo dispiaciuto, <Non reggo bene l'alcol...> mormorai, <Me ne sono accorto, al terzo mojito hai svalvolato e ti ho dovuto riportare a casa> mi morsi il labbro inferiore, <Scusa se ti ho rovinato la serata...> il corvino sospirò <Non importa, senza di te non mi sarei divertito comunque> sorrisi <Non ho detto nulla di imbarazzante vero? Non ricordo nulla...> il corvino sorrise (a modo suo) felicemente sorpreso dalle mie parole, <Non hai detto nulla, mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di peccaminoso su di te> arrossii nuovamente, <Non c'è nulla da sapere a riguardo... ma sei sicuro che non ti abbia detto nulla? Di solito quando sono ubriaco inizio a dire tutto quello quello che penso, oltre all'accusare le persone di essere cattive e al diventare un po' violento> Levi scrollò le spalle <Con me sei stato solo violento, per il resto sei stato muto come un morto> questa storia non mi convinceva, ma feci finta di nulla.
<Vatti a vestire, andiamo a pranzo fuori> sgranai gli occhi felice, poi però mi ricordai di un piccolo dettaglio, <Mi dispiace, io sono a dieta quindi non posso venire> mi grattai la nuca imbarazzato, <Sei perfetto così, non hai bisogno di nessuna dieta> guardai Levi come se fosse un'extraterrestre, <Cosa? Dici davvero?> chiesi con le guance leggermente rosse, il corvino si limitò ad annuire <Ma mi avevi detto che dovevo ancora dimagrire...> Levi sospirò <Una persona molto importante mi ha fatto capire che tu non hai bisogno di nulla, e poi guardati, sei pelle e ossa!> mi morsi l'interno della guancia <Io volevo solo...> il corvino non mi lasciò finire <Lo so quello che volevi, e per una volta non è colpa tua moccioso, è colpa mia> mi diede le spalle <Ti ho chiesto troppo e ho sbagliato, non hai bisogno di nessuna cazzo di dieta, sei perfetto così e per questo ti devo chiedere scusa per l'ennesima volta. La prossima volta che ti chiederanno una cosa del genere, che sia io o qualcun altro, mandali a fanculo perché non si cambia per nessuno eccetto che per se stessi>.
Lo vidi passarsi le mani sul viso forse per asciugare qualche lacrima fuggita al suo rigido controllo, ma le mie sono solo supposizioni.
Lo abbracciai da dietro, <Io farei di tutto per piacerti Levi> lui si girò verso di me poggiando le sue mani sul mio viso, le sue mani erano sempre abbastanza ruvide ma a me piacevano anche per quello, <A me piaceresti in tutti i casi, mi sono innamorato di te, della tua risata, della tua goffaggine, dei tuoi occhi, non c'è una parte di te che io non ami, e anche se non te lo dico spesso, io lo penso, penso a te sempre, penso a quanto io sia fottutamente innamorato di un moccioso dagli occhi di un verde indefinito ma tremendamente bello, penso a tutto quello che potremmo fare in futuro, penso a come migliorare il mio carattere orribile, penso a quanto mi piacerebbe essere il motivo del tuo sorriso e non delle tue lacrime, penso a quanto sarebbe bello passare tutta la vita con te. Hai cambiato il mio mondo, lo sai moccioso?> per una volta non fui io ad abbracciare lui, ma il contrario, mi sentii stringere in un abbraccio caldo, che mai avrei dimenticato, lasciai un bacio sul collo di Levi mentre i miei occhi si facevano sempre più lucidi.

Tana della scrittrice (satana):
Sono tornata gente!
Ho avuto alcuni problemi quindi non ho potuto postare, chiedo umilmente perdono. *schiva freccia di Sagittarius*
Ho attualmente una fissa per Fairy Tail ma vabbè sorvoliamo, chiedo già perdono per il prossimo capitolo (che ho già iniziato a scrivere) perché non mi convince e lo trovò abbastanza bruttino.
Non ho più nulla da dire, evaporo, alla prossima!
-Beatrice

I want himDove le storie prendono vita. Scoprilo ora