Capitolo quattordici: Tra cene e passato.

424 16 29
                                    

<Ciao Levi! Ma che bella casa!> urlò una voce familiare, tesi le orecchie e restai in ascolto, <Quattrocchi ci sei già venuta, non fare questa sceneggiata ogni volta> se non sbaglio la quattrocchi era Hanji Zoe, <Siamo circensi, la nostra vita è uno spettacolo> sentii il corvino sbuffare, <Ancora con questa storia? Io non lavoro più al circo, quindi non sono un circense.>
Allora era vero che lavorava per quel circo, chissà che ruolo ricopriva e perché si era trovato a fare quel genere di vita...
<Quante volte ti devo dire che l'essere circensi non è un lavoro? Si nasce per esserlo, non lo puoi diventare> sono sicuro che in quello momento Levi stesse roteando gli occhi, <Che grandissima stronzata, dove sono gli altri?> proprio in quel momento sentii la porta, lasciata socchiusa, aprirsi del tutto.
<Ciao Levi, mi daresti una mano con questo?> era la voce di un uomo, fu solo allora che non mi bastò più il semplice ascolto, mi appoggiai al muro che divideva l'entrata dalla cucina e guardai la scena senza che nessuno notasse davvero la mia presenza.
<Grande e grosso e poi ti fai aiutare dal piccolo Levi, sei una delusione Smith> ironizzò l'occhialuta beccandosi un'occhiata omicida dal corvino, avevo paura per lei.
<Che è sta roba?> domandò il corvino prendendo una delle sue grosse, e a mio avviso pesanti, scatole che portava l'uomo alto e con due sopracciglia da far spavento.
<Ricordi, ci piacerebbe molto se tu decidessi di tenerli, in queste ci sono cianfrusaglie, medaglie, e tutto quello che avevi e che non hai ancora portato via, nelle altre scatole che stanno portando gli altri ci sono i tuoi vecchi costumi di scena. Che te ne pare?> Levi roteò, falsamente scocciato, gli occhi <Tsk, siete sempre i soliti rompipalle sentimentali, con questi in giro per casa non riuscirò neanche più a muovermi>.
<Moccioso che ci fai lì impalato?> sobbalzai, mi ero incantato nel vedere quella scena, se pur il corvino fosse stato scontroso (tanto per cambiare) era chiaro che avesse apprezzato il gesto fatto dai suoi amici.
<Ehm...> iniziai a torturarmi le mani, <Tsk, moccioso... dai vieni con me ordiniamo il sushi.>

<Non posso crederci che tu abbia preso la pizza> la nostra consegna era appena stata effettuata, tutti avevano preso il sushi, anche a me piaceva, il problema? Sono totalmente negato con le bacchette, quindi avevo optato per una semplice pizza margherita, avrei voluto prendere il tipo con i wrüstel e le patatine, ma mi vergognavo.
<Leviuccio manca una sedia> vidi la vena sulla tempia di Levi pulsare pericolosamente, <Quante volte ti devo dire di non chiamarmi così quattrocchi del cazzo!> la donna fece spallucce in e con nonchalant ripetè la domanda, evitando il nomignolo questa volta.
<Non fa nulla, lui mangia con me> diventai rosso come un peperone e guardai Levi alla ricerca di risposte, <Che bella coppietta> commentò quel ragazzo che dimostrava molto di più della sua reale età, come si chiamava? Oruo?
<Ma state insieme?> demandò Erd, non sono sicuro si chiami così, mentre io avevo perso l'uso della parola Levi aveva pensato bene di non rispondere girando i tacchi e andando in cucina, traditore.
<Non scappare codardo! Voglio sapere tutti i dettagli!> lo rincorse l'occhialuta mentre io avevo gli occhi degli altri addosso, <Allora siete fidanzati? Sai sarebbe una bella novità anche per noi...> alzai un sopracciglio <Non si è mai fidanzato con nessuno, al massimo qualche scappatella con qualcuno, eppure molte ragazze gli facevano il filo...> disse Mike il tipo che mi aveva, letteralmente, annusato.
<Non siamo fidanzati... in realtà non siamo nulla> commentai aspramente, i ragazzi mi guardarono senza dire nulla poi si intromise una voce femminile <Sai a me è piaciuto Levi per molti anni, ho tentato di ricevere amore e attenzione da lui, ma ho sempre fallito> mi irrigidii, Petra mi stava dicendo che non avrei mai avuto l'amore di Levi?
<Però, con te è diverso, ho visto come ti guarda, e le minuscole attenzioni che ha verso di te, sappi che non sono cosa da poco, non avrebbe mai permesso a qualcuno di stare con noi a questa cena, ma tu evidentemente sei abbastanza speciale da poterci essere, perché lui ti vuole con se.
Pensa che prima mi è anche sembrato di vederlo ridere mentre ti guardava... abbi pazienza e sono sicura che verrai ricompensato> sicuramente avrebbe volto aggiungere altro, ma fummo interrotti.
<Hai finito di sputtanarmi sparando cazzate? Vedi che vi butto furi di casa a calci.>
Mentre gli altri sghignazzavano Petra mi si avvicinò mormorando "dopo continuiamo, ho qualche cosa da dirti" attenta a non farsi vedere, per poi tornare subito da Ouro.
Devo ammettere che mi sentii molto rincuorato dalle parole della ragazza, con un sorriso smagliante andai vicino al corvino che apparecchiava borbottando, <Che hai da sorridere moccioso?> presi alcuni bicchieri e iniziai a posizionarli, <Io? Nulla, comunque mi piacciono i tuoi amici> Levi roteò gli occhi, <Tu e quel branco di pettegoli sentimentali e sorridenti siete uguali> feci spallucce e continuai ad apparecchiare.
<Disgraziati venite a mangiare> si levarono esulti da parte di tutti, che presero posto a tavola in tempo record, era rimasta solo una sedia per me e Levi, cazzo.
<Ehm, io dove mi siedo?> chiesi anche se sapevo già la risposta, più o meno.
<Te l'ho già detto, ti siedi con me, pensavo di aver abbastanza sedie per tutti> che vergogna, perché proprio a me?
<Tre sedie le ho prestate io ai tuoi vicini due giorni fa, devi fartele ridare> Hanji si beccò un occhiata fulminate dal corvino <Perché hai prestato delle sedie ai miei vicini rompipalle? E poi, che cazzo se ne facevano delle mie sedie?> l'occhialuta fece spallucce mentre iniziava a versare la salsa di soia, <Magari anche loro avevano una cena> ipotizzò Petra.
Nel frattempo Levi si era già seduto a capotavola, con le guance in fiamme mi avvicinai e mi sedei su una piccolissima parte della sedia.
<Siediti sulle mie gambe o ti ritroverai con il culo per terra tra meno di un minuto> sempre più imbarazzato acconsentii, <Da notare quanto ci tenga al tuo fondoschiena> constatò qualcuno che non identificai a causa dell'imbarazzo.
Iniziammo a mangiare, io la mia piazza e loro il sushi, mentre parlavano di persone che non conoscevo e di cose di cui ignoravo l'esistenza.
<Moccioso hai le guance rosse> constatò Levi portando il bicchiere alle labbra, <Chissà perché> commentai ironico, <Sei proprio un moccioso> alzai un sopracciglio <E tu un pervertito> il corvino alzò le spalle, <Può darsi> l'attenzione di Levi venne nuovamente attirata dai ragazzi e da una strana cosa che dovevano prendere per il circo.
Ero molto curioso di sapere quale fosse il ruolo di Levi nel loro circo così, dopo averci pensato cento volte e pentito novantanove, chiesi ai presenti quale fosse il ruolo rivestito dal corvino. Silenzio.
Calò il silenzio tra tutti, non mi sembrava di aver chiesto qualcosa di tanto sbagliato.
<Io facevo il trapezista> tutti lo guardarono increduli, come se fosse strano che lui me lo dicesse, <Levi solo a me questa cena riempie di malinconia?> chiese Erwin che quella sera aveva parlato poco e niente, che avevo combinato?
<Anche lei avrebbe sicuramente preso la pizza> commentò tristemente Erd, <Oramai è storia andata ragazzi, non pensiamoci e continuiamo questa serata, non vedete la faccia di Eren? Sembra un fantasma> alleggerì la situazione Hanji, dovevo sembrare proprio un fantasma.
Levi però mi sembrava strano, poggiai da sotto al tavolo una mano sopra la sua, la strinse subito con forza, e spostò lo sguardo che teneva puntato nel vuoto su di me, "vai in bagno" mi mormorò senza farsi vedere, che cosa voleva dirmi di tanto segreto da non poterlo dire davanti ai suoi amici?
Mi alzai con la scusa del dover andare in bagno e aspettai l'arrivo di Levi che arrivò pochi istanti dopo.
Si avvicinò a me in modo abbastanza minaccioso, non so descriverlo bene, aveva la testa bassa e i pugni chiusi, mi si avvicinò a grandi falcate, che volva fare?
Pensai a tutte le cose che avrebbe potuto dire o fare, ma fece l'unica cosa che non mi sarei mai aspettato, mi abbracciò stringendosi il più possibile a me.
D'istinto ricambiai la stretta, senza però sapere il motivo di essa, <Non dire nulla...ti spiego tutto dopo> non risposi, evidentemente era stato toccato un nervo scoperto.

I want himDove le storie prendono vita. Scoprilo ora