Sentii la sveglia suonare, era ora di alzarsi.
Se pur pigramente e molto lentamente mi feci forza e lasciai il mio letto caldo e confortevole. Trauma.
Poggiati i piedi per terra rabbrividii per il freddo, pur essendo settembre quella mattina le temperature erano particolarmente basse.
Il pavimento quasi non si vedeva più, a causa dei vestiti che avevo malamente buttato per terra senza curarmi di rimettergli a posto, nell'ultimo periodo ero diventato più disordinato di quanto già non fossi.
Presi i vestiti che avevo preparato la sera prima, almeno il primo giorno di scuola volevo andare vestito in modo decente.
Dopo aver superato il trauma dell'acqua gelata sul viso, scesi in cucina per fare, finalmente, colazione.
Mio padre non c'era, come sempre, però aveva lascito un biglietto attaccato al frigorifero:Scusami sono dovuto uscire prima del solito, ti ho lascito i soldi per il pranzo sul tavolo.
-PapàAccartocciai il biglietto e lo buttai nella spazzatura poi iniziai a mangiare il cornetto al cioccolato che avevo comprato la sera prima.
Arrivato davanti scuola mi fermai, anche questa era perfettamente uguale all'ultima volta che l'avevo vista.
Entrai nell'edificio ed entrai in quella che sarebbe dovuta essere la mia nuova classe, avevo richiesto di di essere messo nella stessa sezione in cui ero prima, mi ero sempre trovato bene e tutti noi eravamo molto affiatati pur essendo solo al primo anno.
Entrai in classe, tutti erano già seduti, ma non c'era traccia dell'insegnante di storia.
Tutti si fermarono, non importa cosa stessero facendo, smisero di farla.
Tutti tranne un ragazzo seduto da solo in ultima fila, lui continuò a guardare fuori dalla finestra senza degnarmi di uno sguardo.
Finalmente qualcosa di nuovo, io quel ragazzo non lo avevo mai visto.
I miei pensieri vennero interrotti da due voci, che ricollegai ad Armin e Mikasa, che dissero all'unisono: <Eren?! Che ci fai qui?!> erano tutti abbastanza sorpresi.
Mi passai una mano dietro la testa, non avevo più i numeri telefonici di nessuno di loro, e poi volevo fargli una sorpresa, quindi non avevo avvertito nessuno del mio ritorno "in patria" e avevo imposto a mio padre di fare lo stesso, <Sono tornato, farò di nuovo parte di questa classe> dissi con il sorriso sulle labbra.
Armin e Mikasa senza pensarci neanche un secondo si fiondarono su di me e mi abbracciarono <Sono felice che tu sia tornato!> disse Armin che, emotivo come sempre, aveva già delle lacrime ai lati degli occhi, Mikasa al contrario di tutte le mie aspettative si staccò quasi subito, e senza dire nulla prese le sue cose e le rimise nello zaino.
<Cosa fai?> chiesi confuso, nel frattempo anche gli altri si erano alzati e mi stavano salutando, lei scrollò le spalle <Ti lascio il posto, sono sicura che tu voglia stare seduto vicino ad Armin, e poi quello seduto lì in fondo, Levi, non è particolarmente simpatico e conoscendoti potresti litigarci praticamente sempre> guardai quel ragazzo e lui fece lo stesso ma con aria di sufficienza, beh non era sicuramente la simpatia in persona, ma non sembrava terribile come lo dipingeva Mikasa.
<Tsk, chi lo vuole un moccioso come quello vicino, e tu, siediti ma vedi di non rompermi le palle, ragazzina> vidi Mikasa stringere i pugni <Per te vale lo stesso, nano, dammi fastidio e ti faccio diventare alto un metro e sessanta, ops, lo sei già> Mikasa sapeva essere davvero odiosa a volte, ma era chiaro che quei due avessero anche dei trascorsi personali burrascosi.
Livai o come si chiamava, si alzò, pur essendo veramente basso faceva paura lo stesso.
<Dai state calmi, dovremmo festeggiare il ritorno di Eren, non litigare!> disse Historia pacifica come sempre, quella ragazza era sempre molto buona.
<Non ti intromettere> sibilò a denti stretti il "nano" di cui continuavo a non ricordare il nome <Io non festeggio proprio un cazzo, figurati quanto me ne frega di quel moccioso, voi fate quello che cazzo volete ma non rompetemi le palle, e tu, non osare mai più parlarmi in quel modo .>
In quel momento avrei voluto spaccargli la faccia, sentivo caldo, così mi tolsi lentamente lo zaino e la giacca e poggiai entrambi sul mio banco, presi un bel respiro, se pensava di potermi mettere i piedi in testa si sbagliava di grosso <Non sei nessuno per dire agli altri cosa fare o meno, quindi vedi di darti una calmata, e stai tranquillo, da te non voglio proprio niente tantomeno una festa> tutti gli altri mi guardavano sorpresi, ero sempre stato una persona pacifica, ma quel tizio mi dava sui nervi.
<Tsk, prendi le difese della tua fidanzatina? E io che pensavo che fosse il contrario, sai tra i due la femminuccia mi sembri proprio tu> lui mi si avvicinò minaccioso, era più basso di me di almeno dieci centimetri.
Io sbuffai, <Sai sei noioso, queste battute sono vecchie oramai e non fanno più ridere, ma evidentemente la tua età mentale va di pari passo con la tua altezza> feci un sorriso finto e gli diedi le spalle per poi andarmi a sedere.
<Jaeger da quanto sei così cazzuto?> chiese abbastanza stupito Jean, io scrollai le spalle, il nano mi stava ancora guardando in cagnesco, si avvicinò i nostri volti erano così vicini che i nostri nasi si sfioravano, <Abbassa la cresta moccioso, o te ne pentirai amaramente> e detto questo se ne tornò a posto, poco prima dell'arrivo della prof di storia.<Quindi torni a vivere qui? Che bello!> esultò Sasha, <Nel posto dove sei stato si mangiava bene?> continuò la ragazza, <Idiota è stato a sei ore di macchina da qui mica in un altro continente!> la rimproverò Ymir.
<Perché sei sempre così cattiva con me?!> si lamentò Sasha, era sempre stata una ragazza divertente, e soprattutto affamata, <Perché sei un'idiota.>
<Connie perché non mi difendi mai?> sbuffò scocciata Sasha, per evitare guai al povero Connie mi intromisi nella conversazione, <Ma alla fine vi siete fidanzati? Io ero il vostro fan numero uno> la ragazza diventò rossa e Connie non fece in tempo ad aprire bocca che Ymir lo aveva già preceduto, <Si, e si sono lasciati anche quattro o cinque volte nel frattempo> io iniziai a ridere, quei due erano sempre i soliti.
<Dai Ymir non essere cattiva> la riprese Historia, <Non deve fargli piacere sentirtelo ribadire ogni volta!> la diretta interessata roteò gli occhi, <Bruttona, ogni tanto dovresti ascoltare la tua fidanzata!>
Avevamo deciso di passare la ricreazione in classe, volsi lo sguardo in direzione del nano, mi ero pentito di avergli risposto male, ma se l'era cercata!
Continuava a stare seduto al suo posto, ma a differenza di questa mattina stava usando il telefono, nonostante la sua bassa statura non era brutto, anzi, era molto bello.
Era vestito interamente di nero, sia la felpa che i jeans, la sua pelle era particolarmente chiara, in netto contrasto con gli occhi e i capelli più neri della pece. Devo ammettere che mi dispiaceva per aver deriso la sua bassa statura, ma quel ragazzo era davvero antipatico!
Tornai a focalizzare la mia attenzione sugli altri ragazzi, mi avvicinai ad Armin e chiesi <Come si chiama il ragazzo con cui ho litigato oggi?> bisbigliai per non farmi sentire da nessuno a parte il mio migliore amico, <Levi, e ti conviene non tentare la sorte, prima ti è andata bene, di solito non è così...> io confuso chiesi <"Così" come?> Armin lo guardò per qualche secondo <Lo so che è difficile da credere, ma di solito è più aggressivo, e più scontroso e soprattutto non si sarebbe fatto troppi problemi a tirarti un pugno> mi appoggiai con la schiena al muro, nel frattempo ci eravamo allontanati dagli altri ragazzi.
<Quindi è un bullo? Avrei fatto meglio a spaccargli la faccia allora...> sibilai a denti stretti, <Io lo vedo più come una vittima, che come un bullo> guardai il mio amico con scetticismo <Vittima? A me non sembra proprio...> Armin era sempre stato bravo nel leggere dentro le persone, ma in quel caso proprio non riuscivo a credere alla sua intuizione.
<Vedila in questo modo: ogni bullo prima di essere tale è, o è stato una vittima, per questo credo che il suo modo di fare non sia altro che un modo per difendersi dagli altri, e poi lui non è un bullo, è solo inavvicinabile> guardai il mio amico sorpreso, <Quindi lui sta solo cercando di difendersi...> sospirai <Sono stato un cretino, l'ho anche preso il giro, tra i due adesso il bullo sono io> il biondo scrollò le spalle <Puoi sempre rimediare, sono sicuro che tu potresti essere un buon amico per lui> alzai un sopracciglio <Come fai a saperlo? L'unica volta che ci ho parlato abbiamo litigato> Armin fece qualche passo in avanti, <Intuizione, sai che sono bravo in queste cose> detto questo se ne andò.
Armin a volte sapeva essere davvero incredibile.
Presi un bel respiro e mi avvicinai a Levi, gli avrei chiesto scusa per averlo insultato, e sarei diventato suo amico.To be continued...
Tana della scrittrice:
Comunicazione di servizio: volete che metta immagini a inizio capitolo?
Comunque, direi che come primo incontro è andato bene... (vi autorizzo ad odiarmi)
Armin si è già calato nel suo ruolo da psicologo, Levi è un disadattato e Eren pensa a quanto sia figo Levi nonostante gli abbia dato del nano cinque minuti prima, viva la normalità!
-Beatrice/ビアトリス
![](https://img.wattpad.com/cover/138300791-288-k62575.jpg)
STAI LEGGENDO
I want him
FanfikcePremessa: questa storia d'amore riguarda due ragazzi, quindi se nel caso tu non gradisca questo genere, non sei costretto a leggere,anzi, sei invogliato a non farlo. Eren dopo la separazione dei genitori si trasferisce in una noiosa città con la mad...