I giorni passarono portando con loro le poche speranze che Marco aveva di sopravvivere, ne avevo parlato con mio padre, e lui mi aveva riferito che il medico che lo aveva in cura era praticamente certo del fatto che il ragazzo non ce l'avrebbe fatta, e mio padre era dello stesso avviso, un po' come tuti i medici.
Solo noi, i suoi amici, credevamo che si sarebbe svegliato, che avrebbe di nuovo mostrato al mondo i suoi dolcissimi occhi nocciola.
Passavamo in ospedale tutti i pomeriggi, studiando e confortandoci vicendevolmente, per la scuola facevamo a turni lasciando sempre qualcuno in compagnia di Jean che a malapena mangiava pur di non lasciare Marco da solo, eravamo sicuri del fatto che continuasse a respirare solo perché era un'azione involontaria, altrimenti si sarebbe dimenticato anche di quello.
Levi era particolarmente provato da questa situazione, pur non conoscendo bene Marco mi aveva confessato che ogni volta che lo guardava sul suo viso si sovrapponeva quello di Isabel, stessa cosa valeva per Jean con quello di Furlan.
Mi aveva raccontato che l'espressione dei due ragazzi era la stessa, un misto di dolore e rimpianto, un senso di colpa profondo come un'abisso senza fine, un baratro da cui fondo non si vede mai la luce.
Nel frattempo aspettavamo, nell'angusto corridoio che ormai era diventato una seconda casa, quel grigio non lo sopportavo più, mi dava alla testa e mi faceva tornare alla mente le immagini dell'agonia di mia madre e soprattutto della mia, la speranza che diventa rassegnazione, la rassegnazione che diventa dolore e perdita.
Eravamo in quel maledetto corridoio quando sentimmo le porte aprirsi rivelando la figura di mio padre con il camice bianco e la minuta figura di Armin con la testa bassa e le occhiaie talmente tanto profonde da solcargli le guance.
Mi alzai dalla sedia che mi aveva ceduto Levi poco prima e andai incontro alle due figure appena entrate, salutai il mio migliore amico che però era già andato verso il vetro che separava il corridoio dalla camera di Marco, Jean era andato a casa a lavarsi, lo avevamo costretto con l'aiuto dei medici, Levi però non sembrava d'accordo con la nostra decisione.
Salutai mio padre che abbracciandomi la schiena con un braccio mi condusse vicino ai miei amici, a detta dei suoi pazienti che avevo conosciuto era un medico molto gentile e umano.
<Sono venuto a parlarvi della situazione del vostro amico, adesso che Jean non c'è, deciderete voi se dirglielo o meno> esordì mio padre mentre a me tremavano le gambe dalla paura, una volta gli avevo già sentito pronunciare quelle parole, e sapevo che non portavano nulla di buono.
<Marco non ha possibilità di salvarsi> fu come una stilettata al cuore di tutti, e alcuni iniziarono già a versare le prime lacrime.
Mio padre aveva sempre cercato di rassicurarci nonostante fosse convinto del fatto che il nostro amico non avrebbe potuto farcela.
<Gli restano pochi giorni di vita, forse ore, abbiamo tentato tutto, ma il suo cervello è gravemente danneggiato e ha grandi difficoltà nel respirare visto che i suoi polmoni sono stati compromessi, non riusciamo a spiegarci come un incidente del genere abbia portato a tutto questo, il ragazzo è stato molto sfortunato, ma nella sfortuna il fatto che lui non si svegli è quasi una benedizione, perché in tal caso per lui sarebbe stato un'inferno senza fine>.
Calò un gelido silenzio, interrotto solo dai singhiozzi di alcuni di noi, Historia aveva pianto talmente tanto da non avere neanche più lacrime da versare.
<Allora qual è la decisone che dobbiamo prendere?> chiese Ymir mentre abbracciava il corpo esile della sua ragazza stretto tra le braccia, <Dovrete scegliere se dire o meno a Jean del "futuro" di Marco. Abbiamo già avvisato la famiglia, ma visto che Jean è il fidanzato di Marco e viste anche le condizioni in cui versano entrambi vogliamo lasciare a voi la scelta, fate quello che ritenete più giusto, poi Eren mi riferirà la vostra scelta, okay?> come temevo, anche questa volta la decisone la lasciava agli amici del malato.
Dopo qualche altra parola gentile mio padre ci lasciò soli a combattere contro quella terribile scelta.
Il silenzio era diventato insopportabile, cosa dovevamo fare? A dar voce a questo pensiero fu Connie, che ultimamente non aveva la voglia e la forza neanche di fare commenti stupidi.
<Dovremmo dirglielo, ha il diritto di sapere> disse stranamente provato Berthold, molti annuirono, non aveva tutti i torti.
<Secondo me non dovremmo dirlo> intervenne Levi sorprendendo un po' tutti, Mikasa lo guardò stupita <Perchè?> chiese la ragazza, mentre Levi si alzava dalla sedia.
<Pensate davvero che sia così stupido? Per Jean Marco è già morto, non ha bisogno che siate voi a dirglielo> Ymir lo guardò male, <E tu che ne sai? Tu sei nuovo non sai nulla di Jean> il corvino sospirò, <Non conosco Jean, ma conosco il suo sguardo, si comporta come se si aspettasse un suo eventuale risveglio, ma nei suoi occhi si legge chiaramente la tristezza tipica di qualcuno che ha perso per sempre qualcuno di importante, nella mente di Jean, Marco è già morto, adesso deve solo elaborarlo.
Per questo non possiamo dirglielo, perché se perdesse anche le speranze che nutriamo noi nel risveglio di Marco, andrebbe a sbattere contro un muro troppo duro, dobbiamo dargli il tempo di elaborare il lutto, o farebbe una pazzia. Non avete capito che Jean si sente in colpa? Se capisse così repentinamente che Marco è morto, perché Marco è morto da quando è stato investito, non lo sopporterebbe e tenterebbe di rimediare nei modi più assurdi.
Ogni secondo è prezioso per il distacco che devono avere, in questi giorni o ore che abbiamo prima che Marco se ne vada, dobbiamo far in modo che Jean lo lasci andare a sua volta.
È come se in tutto questo tempo Jean gli avesse tenuto la mano destra, una mano che lui non ha più ma che se idealmente gli togliessimo di colpo porterebbe via con se anche il braccio di Jean, noi dobbiamo staccare le loro mani piano e farlo nel modo meno doloroso possibile.
Jean sa in cuor suo che Marco non si sveglierà, che non si alzerà e che non parlerà più con lui, ma continua a dirci che farà tutte quelle cose perché tentando di illudere noi illude anche se stesso, è come se mettesse in pausa il tempo per passarne di più con lui, tenta di frenare l'inevitabile. E noi non possiamo impedirglielo ma non possiamo neanche lasciaglielo fare, perché in tal caso con Marco morirà anche Jean, il senso di colpa lo mangerà dentro e poi saremo noi a dover tentare di fermare l'inevitabile.
Dopo l'addio definitivo di Jean verso Marco inizieremo a fargli capire che non è colpa sua, che lui dovrà vivere comunque, e soprattutto che la morte di Marco è stata l'alternativa migliore perché non avrebbe potuto vivere nelle condizioni in cui versava, perché si sarebbe limitato ad esistere>.
Tutti, me compreso, eravamo a bocca aperta sicuramente Levi aveva ragione.
<Levi ha ragione> sentimmo la voce di Armin arrivare da dietro le nostre spalle, ero talmente tanto preso dal discorso di Levi che mi ero dimenticato della sua presenza.
<Una cosa non mi torna nel tuo ragionamento, perché Jean dovrebbe sentirsi in colpa?> chiese Reiner, in effetti anche io me lo ero chiesto, un po' come tutti.
<Questo non lo so, ma è quello che ho capito dal suo modo di comportarsi, ci sono solo tre persone che possono dircelo, Marco, Jean e Armin> tutti lo guardavano come se avesse appena rivelato qualcosa si assolutamente incredibile.
Solo pochi guadavano Armin, che era diventato una statua di sale per l'agitazione.
<Vi spiego il perché, in questi giorni c'era qualcosa che non mi tornava né nel comportamento di Jean, né nel comportamento di Armin.
Jean oltre al dolore provava anche un eccessivo senso di colpa, ma la cosa che ho capito e che mi ha portato a Armin è stato il fatto che Jean non sia sicuro di amare Marco, cosa che ho capito parlando privatamente con lui.
In questa situazione ci doveva essere per forza una terza persona in questa storia, ed escludendo tutte le ragazze, i ragazzi fidanzati e quelli che con Marco e Jean ci parlavano poco e niente è rimasto solo Armin>.
Sbattei più volte le palpebre, da quando Levi era diventato Sherlock Holmes?
<E perché hai escluso le ragazze e i ragazzi fidanzati?> chiese ingenuamente Sasha, <Non l'ho detto? Ovviamente perché in mezzo a questa situazione c'è un bel tradimento, proprio per questo ho escluso le ragazze, da cui Jean non è attratto, e i ragazzi fidanzati che non sono attratti da Jean, poi ho escluso le persone che non parlavano molto con Jean.
È rimasto solo Armin, persona verso cui nutrivo qualche sospetto dall'inizio, e questo ha confermato la mia ipotesi su un'eventuale tradimento da parte di Jean.
Ecco perché Jean ha cacciato Armin quando è venuto a fare visita a Marco, il motivo è che lo ritiene erroneamente colpevole, è normale in queste situazioni dare la colpa a persone che non c'entrano nulla. Il mio ragionamento è giusto, Armin?>
Ci voltammo tutti a guardare Armin, mentre annuiva mestamente, Levi si avvicinò a lui e facendogli alzare la testa gli disse, <Non è colpa tua> stupendo un po' tutti.
Le lacrime iniziarono a solcare le guance del biondino, <Invece è colpa mia, è tutta colpa mia... se io non mi fossi immischiato nella loro relazione allora Jean non lo avrebbe tradito, non avrebbero litigato e Marco adesso sarebbe sano e salvo> il mio migliore amico iniziò a singhiozzare, mentre Mikasa tentava di rassicurarlo.
<Eri tu quello fidanzato con Marco? Non credo, Jean ha tradito Marco con te perché non lo amava abbastanza o perché i sentimenti nei tuoi confronti erano molto forti, non ha avuto con te una semplice scappatella, o Marco non si sarebbe arrabbiato tanto.
Non guidavi tu la macchina, non hai spento tu i lampioni, non lo hai spinto tu a correre, non lo hai tradito tu. Non è colpa tua, tu hai solo assecondato i tuoi sentimenti, l'ho visto come guardavi Jean da lontano, tu lo amavi e lo ami tuttora, vero?> ancora una volta Armin annuì <Marco era mio amico, e io ho messo il mio interesse personale davanti al loro rapporto...> riuscì a dire il biondino tra un singhiozzo e l'altro, il corvino poggiò le mani ai lati delle sue esili braccia.
<Non potevi sapere quello che sarebbe successo, tu ti sei solo lascito amare, la situazione è sfuggita a Jean> sentii Armin ringraziare Levi prima di abbracciarlo, se pur in modo molto impacciato il corvino ricambiò per poi allontanarlo.
<Sono d'accordo con Levi> disse Historia, seguita dagli altri che corsero ad abbracciare Armin, doveva essersi sentito molto in colpa.
Mi avvicinai al corvino, e presi la sua mano,
<Grazie per quello che hai fatto per Armin, sentirlo dire da te credo che per lui sia stato meglio> Levi sospirò guadando Marco dal vetro, <Ho solo ricambiato quello che i miei amici hanno fatto per me, in questa situazione non riesco a non fare parallelismi con la mia storia, è più forte di me. Magari in questo modo riuscirò a ripagare il debito che ho con Isabel e soprattutto con Furlan> posai una mano sul suo viso, <Non hai nessun debito, il dolore che hai provato dopo la loro morte ha saldato tutti i conti aperti. Sei una persona magnifica Levi, una delle migliori che conosca> gli baciai la fronte per poi abbracciarlo teneramente, gli sguardi di tutti erano su di noi, ma non provavo imbarazzo.
<Almeno in questa tragedia c'è qualcosa di buono, siete una bellissima coppia ragazzi> disse amorevolmente Historia supportata da tutti.
<In realtà non siamo proprio fidanzati...> dissi imbarazzato, Levi alzò un sopracciglio <Tu ritieniti fidanzato, all'ufficializzazione ci penseremo alla fine di questa storia> arrossii diventando praticamente rosso come un peperone, metre Mikasa guardava Levi soddisfatta, <E tu metti la testa apposto, vedi che il mio migliore amico merita il meglio, e se lo farai soffrire ti ritroverai con diversi centimetri in meno> la ragazza enfatizzò il concetto scrocchiando le dita.
Alla fine eravamo una squadra, il nostro compito era supportarci l'un l'altro, ci aspettavano tempi duri, ma ne saremmo usciti fuori, avremmo potuto superare qualsiasi ostacolo, Marco avrebbe voluto così.To be continued...
Tana della scrittrice:
Ciao pimpi belli! Mi sono resa conto da poco di scrivere il nome di Furlan nel modo sbagliato, chiedo umilmente perdono ma è il mio telefono a modificarlo senza il mio volere, mi scuso anche per il ritardo ma a dirla tutta mi ero dimenticata.
Al prossimo capitolo, adios!
-Beatrice
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I want him
FanfictionPremessa: questa storia d'amore riguarda due ragazzi, quindi se nel caso tu non gradisca questo genere, non sei costretto a leggere,anzi, sei invogliato a non farlo. Eren dopo la separazione dei genitori si trasferisce in una noiosa città con la mad...