† Serial Killer † || TaeTen

†TwëñtÿΨ

«Però adesso devi scegliere... o scegli me o scegli di continuare ad uccidere...»

Rimasi spaesato a quella frase, non dipendeva da me, questo io lo sapevo. Ma lui? Probabilmente non lo avrebbe capito.
«Ten, uccidere non é un mio volere, é diventato un bisogno, un qualcosa che devo fare, come tu mangi per vivere io uccido per vivere, ormai mi é naturale» abbassai lo sguardo, dio quanto mi vergognavo ai suoi occhi, solo ai suoi.
«Ah... Quindi scegli di continuare ad uccidere...»
«Non voglio scegliere quello, non dipende da me...!» quasi urlai in tono disperato.
«Beh decidi» disse semplicemente lui. Evidentemente non capiva, ma come lo facevo ragionare?
Avrei dovuto mentire. Era l'unica soluzione.

Io alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi. «Io scelgo l'amore... E visto che amo uccidere...» feci una pausa ridacchiando. «Ma amo di più te.» in quel momento non capii più nulla, lo baciai improvvisamente.
Era un semplice bacio a stampo ma mi era venuto naturale farlo e non mi era mai capitato con nessuno. Quando lo facevo con Jaehyun non volevo che ne nostre labbra si scontrassero, tantomeno volevo che i nostri sguardi so incrociassero.

Dopo qualche secondo mi staccai lentamente e riaprii gli occhi.
«Non l'ho mai detto a nessuno...» guardai in basso, più imbarazzato che mai.
«Ma non voglio forzarti a stare con me...» si limitò a dirmi lui mordicchiandosi le labbra, nervosamente.
«Io voglio cambiare... Cambiare per te.» dissi prendendogli le mani e iniziai a giocare con esse. Lo vidi arrossire leggermente ma tenni lo sguardo basso, sorridendo.
«Adesso dovrei dirlo al dottore che ti sei svegliato...»
«Non dirlo, non serve» alzai lentamente la testa.
«Okay...» rispose lui con tono poco convinto.
«Lo sai che... Ho voglia di uscire da qui.» cercai di convincerlo.
«Anche io, ma devi aspettare, non ti faranno uscire.» insistette il minore.
«Perché? Dobbiamo anche avere il permesso? Sono Lee Taeyong io eh.» dissi scherzosamente cercando di farlo sorridere.
Lui mi guardò male e io ridacchiai debolmente, stavo già mettendo in atto il mio piano.