†Twëñtÿ-ÑîńēΨ

398 31 4
                                    

Jisung's POV

Uscii dalla camera di Taeyong, erano così carini che non volevo rovinare nulla, specialmente dato che Taeyong sembrava così.. Cattivo? Se si può usare come parola.
Gironzolai per tutto l'ospedale, ero abituato a sorridere in ogni occasione, infatti lo feci anche in quel momento.
A un certo punto passai davanti a una stanza e vidi un ragazzo, mi fermai e lo guardai, non so precisamente perché mi fermai, semplicemente lo feci.
Ossevai quel ragazzo dai capelli biondi mentre cercava di raccogliere il telefono ma non riusciva ad alzarsi, da quello che capii, così mi avvicinai e glielo raccolsi per lui.
Lui inizialmente sussultò, non aspettandosi qualcuno, specialmente uno sconosciuto, in camera sua.
«Grazie...» disse sorridendo per poi afferrare lentamente il telefono e poggiarlo sulla pancia, sotto alle coperte.
Io lo osservai per un po',  le persone mi incuorisivano e lui aveva qualcosa in più, quei lineamenti così diversi mi affascivano. Quando mi resi conto che lo stavo fissando scossi la testa: «Nulla.» accennai un piccolo sorriso di rimando, ma in modo più timido.
Rimasimo a guardarci per svariati secondi finché mi accorsi che tutta quella situazione era strana.
«I-io vado» dissi velocemente e con la voce tremante, probabilmente per l'ansia avuta a quel contatto visivo.
«Okay... Uhm... Ciao.» disse lui semplicemente, così io mi girai, per uscire dalla camera ma sentii la sua mano fermarmi timidamente e tirandomi leggermente verso di lui, così fui costretto a rigirarmi.
«C-come ti chiami?» chiese lui con voce anch'essa tremante. Che anche lui avesse provato la stessa ansia del contatto visivo?
«Jisung.» risposi io in un sussurro, per non far sentire la voce debole.
«Okay... Chenle, p-piacere» sorrise, ma non in modo timido, mi parve un sorriso stanco, infatti si sdraiò nuovamente sul lettino.
Io mi avvicinai lentamente e sorrisi timidamente, sussurrando un "piacere" di rimando. Lui mi guardò negli occhi e poco dopo abbassò lo sguardo, credo perché si imbarazzò.
Io intanto dondolai sulle punte dei piedi, poi notando che nessuno dei due parlava mi sentii a disagio. «V-vuoi che vado v-via?»
«F-fa lo stesso.» si coprì fino a sopra il mento con il lenzuolo e io subito pensai che avesse freddo, infatti andai verso la porta, ma non per uscire, in realtà per prendere una coperta dall'armadio.
La aprii nel tragitto armadio-letto e poi la posai sopra al ragazzo, rimboccandolo bene.
«G-grazie» sussurrò e io sorrisi nel vederlo arrossire leggermente.
Dato che il ragazzo mi aveva dato libera scelta decisi di sedermi sul bordo del suo letto e lo guardai.
«Tu... Ehm quanti anni hai?» chiesi non troppo tempo dopo che mi ero seduto.
«Diciassette... Tu?» accennò un piccolo sorriso e si ranocchiò tra le coperte.
«Huh, io sedici.» feci un cenno con il capo e sorrisi a mia volta, ma in modo più ampio di quel ragazzo.
«E come mai sei qui?» chiese lui con una leggera nota curiosa nella sua voce.
«Abito con un ragazzo da circa un giorno, storia lunga, e lui é qui per il suo fidanzato, non mi andava di stare solo a casa e tanto meno di stare in camera con loro.» ridacchiai leggermente e feci spallucce.
«Ah... Capito... Mh... Tu non hai una ragazza?» rimasi leggermente spiazzato a quella domanda, non me lo sarei mai aspettato.
«Onestamente non conosco neanche il mio orientamento sessuale, preferirei non affrettare troppo le cose.» ridacchiai in modo nervoso e lui annuì, in segno che aveva capito.
Ci furono altri secondi di silenzio, poi quest'ultimo fu spezzato da un suo sbadiglio. «Quindi verrai anche domani?» mi chiese girando il viso verso di me.
«Penso proprio di sì.» gli sorrisi in modo felice e sembrò contagiarlo, infatti sorrise subito anche lui.
«Ora penso che vuoi riposare... Sono le...» mi fermai un attimo e tirai fuori dalla tasca il telefono, per leggere l'ora. «Sono le dieci meno venti del mattino.»
«Non ho molto sonno, in realtà.» disse lui per poi stiracchiarsi.
«Sei sicuro?» chiesi io, leggermente preoccupato.
Lui annuì, seguito da un mugolio: «Solitamente dormo poche ore alla notte.»
«Ah.. E... Come mai?» portai le labbra al lato della bocca, in un espressione strana ma curiosa.
«Non ho niente da fare e la noia è talmente tanta che mi impedisce di dormire, sì è abbastanza incredulo come fatto ma a me capita così.» fece spallucce e accennò una risata, cosa che fece sorridere anche me. Ero come ammaliato da quel sorriso.
Dopo poco lui sbadigliò ancora. «Anche se un po' ho sonno... Puoi restare non me?» sussurrò l'ultima frase e io accennai un sorriso, arrossendo di poco.
«C-certo.» annuì leggermente, ed ecco che la voce tremante era tornata. Cosa mi stava succedendo?
«Buonanotte.» sussurrò lui dopo qualche minuto passato lui ad osservare il soffitto, mentre io ad osservare lui.
Feci appena in tempo per ricambiare quella frase che lui si addormentò.
Rimasi a guardarlo per un po' e mi mordicchiai leggermente le labbra, lo trovavo estremamente bello. Con un po' di esitazione allungai la mano verso la sua e la poggiai su di essa, in modo delicato, per non svegliarlo.
Poi con l'altra mano tolsi il telefono, che aveva ancora sulla pancia, e lo poggiai su una specie di tavolino lì affianco. Restai a guardarlo e ad accarezzargli la mano per ore, finché non entrò l'infermiera a portare il suo pranzo.
Decisi allora di alzarmi, guardai il maggiore e gli lasciai un dolce bacio sulla fronte: «A domani, hyung.» sussurrai per poi uscire dalla stanza.

† Serial Killer † || TaeTenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora