●Alessandro●
Mi sveglio sentendo la sveglia, che suona insistentemente e la spengo.
Sospiro e mi alzo per iniziare un'altra giornata di merda.
Mi vesto con una T-shirt bianca e nera, giacca di pelle nera, jeans neri strappati sulle ginocchia e delle Adidas del medesimo colore.
Quando finisco di prepararmi mi dirigo verso la porta e, prima di uscire, osservo un'ultima volta la mia stanza composta solamente da un letto, un'armadio vecchio e un piccolo comodino. Esco e chiudo la porta per recarmi in salone, dove trovo delle bottiglie di birra vuote, sparse un po' ovunque. Poi vado in cucina per cercare qualcosa da mangiare, ma trovo il frigo vuoto.
«Fantastico.» Chiudo il frigo e cerco qualcosa tra gli stipetti: Niente.
Alzo gli occhi al cielo ed esco di casa per andare in un panificio qui vicino a comprarmi un pezzo di rosticceria. Dopodiché mi reco a scuola e mi appoggio al muro in attesa che i ragazzini arrivino. Dopo mezz'ora iniziano ad arrivare i primi e mi avvicino a loro per vendergli la roba. Passo tutta la mattina a vendere cocaina e poi ritorno a casa all'ora di pranzo. Apro la porta con le chiavi ed entro. Come al solito, la cucina è vuota.
Nessun genitore che prepara il pranzo.
Non si vede neanche l'ombra del cibo.
Sospiro ed esco per comprarmi qualcosa da mangiare. Appena ritorno sento dei rumori in casa e salgo in camera di mio padre.
Guardo dalla serratura e vedo delle cose raccapriccianti: sta facendo sesso con due donne.
Saranno due prostitute, come al solito. Vado in camera e, dopo aver contato i soldi guadagnati oggi, mi sdraio sul letto.
Odio la mia vita.●Stella●
Mi alzo dal letto puntuale e mi preparo per il mio primo giorno di scuola.
Che noia...
Sospiro e apro l'armadio tirando fuori un maglioncino color panna, jeans bianchi e infine delle Stan Smith bianche.
Credo che possano andare bene.
Sospiro e mi piazzo davanti lo specchio una volta finito di vestirmi. Prendo l'elastico che ho al polso e mi faccio una coda alta.
Ora si che va meglio.
Mi allontano e prendo il mio zaino che ho lasciato a terra il giorno prima. Metto all'interno i libri e un pacco di sigarette Marlboro. Appena finisco esco dalla stanza e raggiungo il piano di sotto dove non trovo anima viva.
I miei saranno andati a lavoro.
Guardo l'orario ed esco prima da casa. Comincio a camminare e mi fermo allo stazionamento degli autobus.Ore 7:30.
Vedo l'autobus sostare e salgo andando agli ultimi posti. Mi siedo e prendo il telefono con gli auricolari. Scelgo le canzoni e le ascolto finchè non arrivo a destinazione.Ore 8:00.
Finalmente arrivo e poso il cellulare con le cuffie. Esco dal pullman e vado insieme agli altri alunni dentro l'istituto. Mi guardo intorno e salgo le scale arrivando al secondo piano.
Dovrebbe essere qui.
Noto le classi e dopo un po' trovo la 2C. Entro e vedo la professoressa che fa l'appello.
«Ehm...scusi.» entro in classe e chiudo poi la porta.
Professoressa «È in ritardo.»
«Scusi. I prossimi giorni arriverò puntuale.» mi avvicino all'insegnante di Storia.
Professoressa «Sarà meglio. Si sieda lì.»
Annuisco e mi siedo in terza fila, da sola.
Fantastico.
Professoressa «Ragazzi, da oggi avrete in classe una nuova compagna. Che ne dici di presentarti?»
Mi alzo dalla sedia davanti a tutta la classe e mi presento «Mi chiamo Stella Modica, vengo da Firenze ed è da tre giorni che mi sono trasferita qui, a Roma.» dico seccata e mi siedo velocemente.
Mi stanno guardando tutti, che vergogna. Sento come sottofondo le risate da parte di tutta la classe e faccio un sospiro.
Bene...
Professoressa «Ci fa piacere che tu sia con noi.»
Faccio un leggero sorriso e prendo i libri dallo zaino sotto lo sguardo di tutti. Dopo che li prendo ascolto la lezione attentamente.Ore 11:00.
Suona la campanella della ricreazione e subito mi alzo insieme agli altri. Tiro fuori dallo zaino le sigarette ed esco fuori dall'aula con il cellulare in mano. Scendo le scale e raggiungo gli altri che sono fuori.
Finalmente un po' di libertà!
Vado verso il muro e mi appoggio ad esso estraendo dal pacchetto una sigaretta. La accendo con l'accendino e poi faccio un tiro.Ore 11:09.
In lontananza scorgo un gruppo di ragazzi e ragazze, in un angolo, che si spingono a vicenda. Cerco di capire che succede e mi avvicino per osservare meglio. Avanzo sempre di più ma poi sento la campanella suonare insistentemente. Sbuffo e noto gli altri ragazzi ritornare indietro. Li guardo, spengo la sigaretta e poi la butto dentro il cestino.
Chissà cosa nascondevano.
Ritorno in classe e seguo le lezioni fino alla fine.*******
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Il Figlio del Boss
RomanceStella ha 16 anni ed è stata costretta a trasferisi in una delle città più belle d'Italia, Roma, a causa del lavoro dei suoi genitori. Qui si avvicinerà inevitabilmente a un ragazzo che la trovolgerà in un turbine di emozioni. Ma quando scoprirà l...