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●Stella●
L'indomani, ore 14:30.
Ritorno a casa dopo una faticosa mattinata passata a scuola ed entro in stanza tirando lo zaino per terra.
Non ne posso più.
Ma quando finisce la scuola?!
Sbuffo e vado in cucina a mangiare la pasta con le lenticchie. Appena finisco tutto ritorno in stanza e prendo i libri per cominciare a studiare.

Dopo ore finisco di fare gli esercizi e poi chiudo il libro.
Che stanchezza.
Guardo l'orario e sono ancora le cinque e mezza.
Forse Alessandro non viene...
Aspetto un altro po' ma di lui nessuna traccia. Alla fine accendo la televisione e mi guardo un film per far passare il tempo.

Ore 19:00.
Sento qualcuno bussare alla porta della mia stanza e mi giro «La porta è aperta.»
Successivamete noto il mio ragazzo entrare e io mi alzo per andare incontro a lui «Sei venuto tardi. Come mai?» mi avvicino e lo bacio.
Alessandro «Discussioni con mio padre.» ricambia il bacio.
«Oh, capisco. Grave?»
Alessandro «No.» si sdraia sul letto.
«Ne sei sicuro?» lo raggiungo sul letto.
Alessandro sospira «Insomma.»
«Se vuoi, puoi parlarne.» mi sdraio vicino a lui e intreccio la mano con la sua.
Alessandro «Vuole che faccia il suo lavoro ma non voglio.»
«Sei abbastanza grande per decidere da solo quindi prova a parlargli.»
Alessandro «Ci ho provato. È inutile.»
«Ma non può obbligarti...»
Alessandro si volta verso di lei «Non penso di avere altra scelta.»
«Sono sicura che andrà bene. Forse, dopo, ti piacerà lavorare in una banca, no?»
Alessandro «No...»
«Dai, amore. Cerca di non pensare il peggio. Forse tuo padre cambierà pure idea, che ne sai.»
Alessandro «Non importa tanto. Voglio andare via da qui, con te. Solo tu ed io.»
«Andare via? Un po esagerato, non credi?» rido e mi metto cavalcioni sopra di lui.
Alessandro «A me sembra un'idea magnifica.»
«Meglio pensarci più avanti.» sorrido e mi chino per baciarlo sulle labbra e poi sul collo.
Alessandro «Più avanti? Appena finisci il liceo, andiamo via.»
Lo guardo per capire se è una battuta ma dall'espressione del suo viso noto che non sta scherzando «Dici sul serio?»
Alessandro «Si, perché?»
«Perchè non lascerei mai la mia famiglia. So che vuoi stare con me ma possiamo rimanere qua. Non cambia nulla.»
Alessandro «Sono io la tua famiglia.»
«Si, ma ho anche dei genitori e non posso andarmene. Cerca di capirlo.»
Alessandro «Prima o poi dovrai andare via. Non puoi stare sempre con loro.»
«No, ma finchè posso starci...»
Improvvisamente mette una mano vicino la mia guancia e mi avvicina facendo sfiorare le sue labbra con le mie. Dopo mi bacia e io ricambio mettendo le mani sul suo petto.
Alessandro «Voglio portarti a cena stasera.» dice improvvisamente.
«Adesso?! Non sono nemmeno pronta.» mi sposto.
Alessandro «Ti vesti.»
«E tu devi restare qua?»
Alessandro «Va bene, esco.»
«Grazie amore. Faccio subito.» dopo mi dà un bacio ed esce.
Vado verso l'armadio e aprendo l'anta noto un vestito a maniche lunghe di colore blu e bianco.
È perfetto per l'occassione!
Lo indosso e abbino con esso delle scarpe color panna con il tacco non troppo alto. Dopo mi trucco leggermente ed esco dalla stanza con la borsa blu in pelle.
«Pronta!» esclamo appena sono davanti al mio ragazzo.
Leonardo la vede e gli dice «Dove credi di andare? Sei ancora in punizione.»
«Ma papà...»
Leonardo «Niente papà. Torna in camera tua.»
«Voglio uscire.»
Leonardo «Cosa hai appena detto?! Non ricordi cosa è accaduto pochi giorni fa?!»
«Non accadrà più! Ti prego! Mamma, diglielo pure tu!» guardo mia madre venire verso di noi.
Alessandro «Stella sarà con me, non vedo il problema.»
Sabrina «Amore, calmati.»
Leonardo «Sono calmissimo. È in punizione, dovrebbe saperlo.»
Sabrina «Lo sa, ma forse dovremmo darle un altra possibilità.»
Leonardo «Ma siamo impazziti in questa casa?!» dice esasperato «Non esce. Punto.»
Alessandro «Ci sono io con lei! È perfettamente al sicuro!»
Sabrina «Vedi? Ci chiamerà, ne sono sicura.» guarda Stella.
«Avrò pure il telefono a portata di mano. Ti prego papà...» cerco di fare la voce più dolce del mondo.
Leonardo fa un sospiro e guarda sua moglie.
Sabrina «Dobbiamo fidarci, no?»
Leonardo «Va...bene.» dice forzatamente.
«Oddio davvero!?»
Leonardo «Si, ma dovrai chiamare e rispondere se tua madre ti chiama o io.»
«Si, starò attenta stavolta.» annuisco e intreccio la mano con quella di Alessandro «Possiamo andare?...»
Leonardo annuisce e poi si gira andando in cucina.
Sabrina «Gli parlerò io. Divertitevi e state attenti.»
«Ok, si.» dopo averla salutata usciamo.
Alessandro «Grazie.» sorride.
Dopo usciamo e cammianiamo per strada «Dove si va?»
Alessandro «In un ristorantino qui vicino. L'ho cercato su internet. Si chiama "La pizza tonda".»
«"La pizza tonda"? Che nome fantasioso.» sorrido.
Alessandro «Ha una buona valutazione infatti è sempre pieno, per questa ho già prenotato.»
«Mh, va bene. Spero che non manchi tanto per arrivare, sto morendo di fame.» comincio a lamentarmi.
Alessandro «Anch'io ho fame.»
Sbuffo e dopo dieci minuti arriviamo davanti la pizzeria. Entriamo e ci sediamo ai posti che Alessandro ha prenotato solo per noi due. Mi guardo intorno e noto che il locale ha uno stile interamente rustico.
È davvero bello.
Guardo il tavolo in legno con sopra una bottiglia d'acqua naturale, due bicchieri, due tovaglioli e infine due forchette e due coltelli. Successivamente osservo Alessandro che si sistema la camicia blu aderente e mi blocco a fissarlo.
Ma quant'è fantastico?
Alessandro «Io credo che prenderò una pizza.» sfoglia il menù.
Prendo il menù e lo guardo «Ok, allora la prendo anche io. Mh...una San Daniele.»
Alessandro «Io non lo so.»
«Ce ne sono tantissime e sono tutte buone.»
Alessandro «Allora prendo una Capricciosa.»
«Ok, va bene. Chiami tu il cameriere?»
Alessandro «Si.»
Chiama il cameriere e poi ordiniamo le pizze, una lattina di coca cola e una birra per lui.
«Alla fine hai parlato con tuo padre?»
Alessandro «Possiamo pensare a noi?»
«Si...è che l'altro giorno eri distrutto per quello che ti aveva annunciato e quindi volevo sapere come era andata tra voi.»
Alessandro «Va e basta. Non voglio rovinare questo momento.»
Sospiro e annuisco «Va bene, allora lasciamo stare.»
Alessandro «Grazie.»
«Okay, allora pensiamo a noi due.» mi mordo leggermente il labbro «Per quano riguarda quello che è successo a casa mia, ieri pomeriggio, insomma...so di non essere il massimo ma sto cercando di mettercela tutta.» dico a bassa voce per non farmi sentire da altre persone.
Alessandro «Vuoi parlare di questo? Sul serio?»
«E che...non so. Mi sembri più esperto al contrario di me.»
Alessandro «Stella io non sono più esperto di te. La prima volta è stata con te. Ho guardato un po' in giro, tutto qui.»
«Lo so lo so.» sospiro «Solamente mi sembra che faccio...un po schifo a letto.» ammetto.
Alessandro ride «Schifo? Sei bravissima. Non dire scemenze.»
«Ne sei sicuro? Se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo.»
Alessandro «Stella, non c'è niente che non va.»
«Va bene...» sospiro e poi vedo il cameriere portarci le pizze. Successivamente cominciamo a mangiare e ogni tanto lo guardo di sottecchi.
Alessandro «Per fortuna che tuo padre si è lasciato convincere a farti uscire.»
«Già. È stato grazie a mia madre.» sorrido «Ogni tanto sta dalla mia parte.»
Alessandro «Menomale. Mi piace tua madre, è simpatica e dolce. Proprio come dovrebbero essere le mamme, credo.»
«Beh, si. La maggior parte delle mamme dovrebbero essere così.» sorrido e allungo la mano fino a sfiorare la sua.
Alessandro «Comunque, volevo chiederti se domani pomeriggio potessi venire in biblioteca con me. Volevo leggere qualcosa con te.»
«In biblioteca? Certo che si.»
Alessandro «Ci vediamo al solito orario.»
Annuisco e poi riprendiamo a mangiare la pizza. Appena finiamo, arriva di nuovo il cameriere con in mano i nostri menù.
Questa volta scegliamo il dolce e sfoglio le pagine «Oddio, ma sono tutti buoni!»
Alessandro «Io prendo il tiramisù.» dice sorridendo.
«Io un tortino al lampone e cioccolato.» dico soddisfatta della mia scelta.
Alessandro «Se vuoi dopo possiamo fare una passeggiata.»
«Si, meglio di si. Dopo tutto quello che ho mangiato ho bisogno di camminare.» rido.
Alessandro «Anch'io. Spero che arrivi presto il dolce. Nel frattempo vuoi un po' di birra?»
«Solo un po', non la bevo spesso.» avvicino il bicchiere a lui.
Alessandro «Dovresti, é davvero buona.»
«Allora versamene un poco.»
Alessandro gliela versa «Certo amore, tutta quella che vuoi.»
Me ne versa un po' e assaggio la birra «Ha un sapore...amaro.»
Alessandro «È buonissima.»
«Diciamo.» sorrido e poi ci servono i dolci. Cominciamo a mangiare e in pochi minuti finiamo «Tutto buonissimo!» esclamo.
Alessandro «Per quello che costa, ci credo.»
«E ne è valsa la pena.» dopodichè ci alziamo e Alessandro paga il conto.
Dopo usciamo e, mentre camminiamo, ci teniamo per mano.
Alessandro «Piaciuta la serata?»
«Tantissimo. A te pure?»
Alessandro «Certo.» le sposta una ciocca di capelli dal viso.
«Menomale.» lo guardo e gli tocco ad uno ad uno i bottoni della sua camicia. Mi mordo il labbro e sposto la mano.
Alessandro «Vogliamo andare da qualche parte?»
«Che ne dici di andare a casa? Solo noi due...» lo avvicino lentamente a me dalla giacca.
Alessandro «A casa di chi?»
«A casa tua.» lo guardo negli occhi.
Alessandro «Forse c'è mio padre.» la guarda.
«Allora a casa mia.» sorrido.
Alessandro «Non ci sono i tuoi? Potrei farti urlare parecchio...» dice malizioso.
«Cercherò di trattenermi anche se sarà difficile.» mi avvicino e lo bacio sulle labbra.
Alessandro «Ne dubito, amore.»
Rido e riprendiamo a camminare «Ti va bene andare a casa mia?»
Alessandro «Andiamo a casa mia. Possiamo entrare dalla mia finestra.»
«Va bene okay. Allora a casa tua.» sorrido e poi dopo qualche minuto fermiamo un taxi. Entriamo dentro la vettura e poi ci dirigiamo a casa sua.
Prima di andare verso le scale mando un messaggio a mia madre con scritto che rimango a dormire da Alessandro e dopo saliamo fino ad arrivare davanti la finestra. Il mio ragazzo la apre ed entriamo insieme.
Alessandro «Controllo se c'è mio padre, tu aspetta qui.»
«Si.» dopo esce dalla stanzetta e io lo aspetto.
Dopo cinque minuti arriva e chiude la porta a chiave «Controllato?»
Alessandro «Si, sta dormendo.» si avvicina a lei e la bacia «Tra poco andrà via quindi non ci saranno problemi. Possiamo stare soli.»
Successivamente comincia a levarmi il vestito facendolo cadere per terra e poi passa all'intimo. Sorrido e lui mi bacia sulle labbra, sul collo e poi comincia a scendere fino al seno.
Appena siamo completamente nudi mi fa sdraiare sul letto mentre mi sussurra parole dolci e in men che non si dica ci ritroviamo a fare l'amore sotto le coperte.
Appena finiamo si adagia su di me e pian piano ci addormentiamo profondamente.

L'indomani, Ore 10:00.
Apro gli occhi e trovo Alessandro che dorme con una mano sul mio seno e il viso sereno rivolto verso di me.
Gli scosto una ciocca dal viso e gli lascio piccoli baci sul collo, sulle guancie.
Ovunque.
Sorrido e poi mi sposto per lasciarlo dormire. Mi guardo intorno in cerca di un indumento e trovo la sua camicia. La metto e, poi senza fare rumore, esco dalla stanza.
Mi prendo un bicchiere d'acqua naturale e bevo.
Mi serviva proprio.
Bevo ancora un altro po e poi guardo attentamente la casa.
Il salone è infinito.
Cammino e mi fermo davanti al divano nero in pelle. Lo tocco e poi passo vicino al cammino con la legna spenta.
Wow! Pure il camino!
Lo guardo sorpresa e poi alzo lo sguardo notando alcuni quadri di pittori famosi.
Oddio...ma sono fantastici.
Esco dal corridoio e salgo le scale.
Chissà cos'altro c'è al piano di sopra.
Arrivo al piano superiore e guardo le stanze. Ne apro una con il pomello d'oro e trovo all'interno un letto matrimoniale con le coperte cadute per terra e dei mobili con i cassetti aperti.
Penso sia la stanza del padre.
Entro facendo attenzione e trovo dei reggiseni vicino al cuscino, dei preservativi usati e altri ancora dentro la confezione...
Forse si consola in questo modo per la perdita della moglie?...
Meglio non sapere la risposta.
Esco subito e poi richiudo la porta.
Meglio vedere altre camere.
Sbuffo e poi ritorno in stanza dove trovo ancora Alessandro che dorme. Sposto lo sguardo verso i mobili e vedo il cassetto aperto dove penzola la manica di una felpa nera. Mi avvicino e apro del tutto il cassetto.
Prendo la felpa che è bucata e mi viene alla mente il ricordo di quel ragazzo che spaccia nella mia scuola.
È identica...
Mi giro e guardo sia la felpa che Alessandro.
È impossibile che sia lui.
Che pensieri strani...
Riposo la felpa ma vedo dei soldi. Tanti soldi nascosti vicino a dei jeans neri.
Sento il rumore del materasso e mi sposto dal mobile. Mi giro e vedo Alessandro passarsi una mano sul viso «Ehy, dormiglione.» sorrido e cerco di non pensare a quello che ho visto pochi secondi fa.
Alessandro «Amore.» si stiracchia.
«Ben svegliato.» mi avvicino e lo bacio sulle labbra. «Scusa se ho messo la tua camicia ma ho visto questa per prima.»
Alessandro «Sei sexy da morire. Te la regalo.»
«Allora la userò per stare a casa.»
Alessandro «Vieni qui.» indica sopra di lui.
Faccio come dice e mi metto cavalcioni sopra di lui. Con una mano gli tocco il petto e scendo lentamente fino all'orlo della coperta.
Alessandro «Sei andata in giro per casa?» dice serio.
«Sono andata solo a prendere l'acqua e sono ritornata. Tutto qui.»
Alessandro «E che hai visto?» chiede preocupato.
«Cosa avrei dovuto vedere dentro un frigo?» rido.
Alessandro «Niente infatti.»
«Perfetto. Non credo di trovare un morto dentro il frigo quindi calmati.» rido «E comunque da quel poco che ho visto avete una bella casa. Preciso che ho visto solo la cucina, già.»
Alessandro «Ah ah...un morto...»
«Sarebbe davvero strano, no?» rido e mi adagio su di lui.
Alessandro «Già.» la bacia sulla fronte.
Lo abbraccio «Vorrei restare per sempre così.»
Alessandro «Possiamo. Andiamo via insieme.»
«Come mai hai questa voglia di andare via? Possiamo stare insieme anche qua. Avremo poi una casa tutta nostra e dei bambini ovviamente.» sorrido.
Alessandro «Non mi piace stare qui. Voglio girare il mondo con te. Vedere posti nuovi e fare altre cose.»
«Non so. È brutto lasciare tutto.»
Alessandro «Che importa? Staremo insieme. È questo che conta.»
«Vedremo piu avanti.»
Lo sento sbuffare e lo guardo «Che succede?»
Alessandro «Niente.»
«Dai, che hai?» sospiro.
Alessandro «Nulla, davvero.»
«Ale...»
Alessandro «Si?»
«Sai che puoi parlare con me, di tutto.»
Alessandro «Tutto è una parola grossa.»
«Stiamo insieme, no? Quindi "tutto" non è una parola grossa.»
Alessandro «Per me si. È importante la nostra relazione. Non voglio rovinare tutto, ecco.»
«Ma parlare non ha mai fatto male a nessuno. Lo sai che ci sarò sempre per te.»
Alessandro «Lo so amore. Vorrei solo andare via, tutto qui.»
«Capisco...» sospiro.





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