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●Stella●
Guardo la scena e subito mi alzo instintivamente.
Sabrina «Stella, siediti. Siamo in un tribunale.»
La lascio stare e subito vado da Alessandro «Smettetela!! Basta!!» supplico le guardie e mi metto tra loro.
«Vi prego!» cominciano a spingermi per farmi allontanare.
Sabrina «Stella vieni immediatamente qua!»
Mi scendono le lacrime e osservo le guardie che lo portano con forza in carcere.
Non è possibile...
No...
La guardia mi lascia e mia madre si mette davanti a me «Non saremmo dovuti venire. Era palese che gli avrebbero dato l'ergastolo. Essendo della mafia...e poi tutti quegli omicidi...» adagia una mano sulla mia spalla ma io mi ritraggo.
«Io...devo uscire...»
Mi manca l'aria...
Sabrina «Ma dobbiamo aspettare tuo padre. Sta per finire.»
Non parlo ed esco solamente da quell'orribile posto.
Resto seduta sul gradino e, appena sento i miei genitori, mi alzo.
Vado da mio padre e dico «Ti ha detto qualcosa il giudice?»
Lorenzo «Solo che le visite saranno una volta al mese per 10 minuti.»
«Così poco?! Perchè?!» alzo la voce.
Lorenzo «Perchè ha avuto l'ergastolo e fa parte della mafia. Ci sono orari molti ristretti.»
«Saranno di mattina o di pomeriggio?...» sospiro.
Lorenzo «Solo il pomeriggio.»
In silenzio ci rechiamo in macchina e, in pochi minuti, arriviamo a casa. Entriamo e dopo mio padre si avvicina a me.
Lorenzo «Dobbiamo parlare.»
«Di cosa?» mi siedo sul divano insieme a lui.
Lorenzo «Della tua relazione con Alessandro.»
«Ne avevamo già parlato.»
Lorenzo «Si, ma ora è in carcere. Per tutta la vita.»
Abbasso il viso e sfrego le mani sui jeans «Si troverà un modo.»
Lorenzo «Stella...non uscirà mai più da quel carcere. Come pensi di continuare una relazione così?»
«Io voglio solo stare...con lui.» mi scendono le lacrime «Non mi interessa se starà tutta la vita là dentro. Io starò qua, ad aspettarlo.»
Lorenzo «Capisco che è difficile ma dovresti andare avanti. Fallo per te stessa. Avrai meno pensieri e una vita come tutti gli altri.»
«Smettila.» mi alzo e mio padre fa lo stesso.
Lorenzo «Non capisci che soffrirai ancora di più se stai dietro a lui?»
«Ne vale la pena. Voglio lui e nessuno mi farà cambiare idea.» guardo mio padre e poi cammino sorpassando mia madre. Salgo in stanza e chiudo la porta a chiave.

~ Una settimama dopo ~
Venerdì, ore 16:44.
Vado in caserma e alle cinque in punto mi fanno entrare in una stanza che è munita di un vetro divisorio e una sedia. Dopo qualche secondo vedo Alessandro che viene scortato da due uomini. Lo scruto da capo a piedi e mi accorgo che gli è cresciuta un po' di barba.
Ha uno sguardo triste e arrabbiato...
Successivamente lo fanno sedere e alza lo sguardo verso di me.
Prima di prendere la cornetta mi guarda negli occhi e sospira.
Prendo anch'io la cornetta e sento quello che ha da dirmi.
Alessandro «Stella...mi dispiace tanto.»
«Tranquillo, troveremo un modo. Ne sono sicura...»
Alessandro «Amore...non c'è un modo. È stata colpa mia. Pensavo che il piano avrebbe funzionato bene ma mi sbagliavo...Volevo essere libero e invece sono dietro le sbarre.»
«Io non rinuncio a stare con te. Avevamo deciso di stare insieme nonostante tutto questo...»
Alessandro «Adesso è diverso. Non potrò più toccarti...non posso darti più tutto ciò che potrebbe darti Fabio. Avere una casa, una famiglia, dei figli. Una vita normale.»
«E cosa vorresti fare? Io non voglio lasciarti. Non voglio stare con un'altro ragazzo. Non ci riesco...» metto una mano sul vetro e cerco di non piangere.
Alessandro «Proprio non capisci! Devi lasciarmi qui!»
Mi scendono le lacrime e dico lentamente «Ti amo troppo. Non voglio lasciarti qui...»
Alessandro «Beh, peccato, perché io non ti amo. Adesso vattene via.»
Lo guardo con tristezza e infine dico «Tanto non smetterò di venire qua...»
Successivamente vedo entrare due guardie e posizionarsi vicino ad Alessandro.
Alessandro «Non voglio più vederti.» dice serio.
Le guardie lo strattonano e lui reagisce dandogli un pugno. Mi alzo dalla sedia e, prima di poter capire che succede, una guardia entra e mi fa uscire velocemente.





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