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●Alessandro●
«Comunque...ti piace andare al cinema?»
Stella «Mh, si. Ci vado ogni tanto.»
«Ti piacerebbe venire con me al cinema?»
Stella «Si, certo.» annuisce.
«Davvero?»
Stella «Si, davvero.»
«Oh, perfetto. Scegli tu il film.»
Stella «Okay, si. Appena li vedo ti dico un titolo.»
«D'accordo.» mi alzo e butto i fazzoletti nel cestino.
Stella «Che ne dici di fare un passeggiata?» propone appena finisce anche lei il suo frappè.
«Ottima idea. Andiamo alla spiaggia?»
Stella «In spiaggia? Ok, ci sto. Andiamo.» si alza e va con lui.
La prendo per mano ma lei si ritrae spaventata.
Forse l'ho sorpresa.
Lei cammina normalmente e io riprovo a darle la mano. Finalmente accetta e camminiamo mano nella mano. Arriviamo alla spiaggia e mi siedo per togliere le scarpe.
«Vuoi fare due passi in spiaggia?»
Stella «Si, un attimo che levo le scarpe.»
Dopo che se le toglie, le porgo la mano e andiamo sulla sabbia.
«Ti piace il mare?»
Stella «Tanto e a te?» cammina con lui.
«Non ci vengo spesso ma mi piace, soprattutto se ho qualcuno con cui andarci.»
Stella «Mh, capisco.»  lo guarda.
La guardo avvicinarsi al mare e di istinto la spingo facendola cadere in acqua.
Stella riemerge «Alessandro!» urla ed esce dall'acqua andando verso di lui.
«Ahahah dovresti vedere la tua faccia!» rido.
Stella si avvicina «Perchè non ti bagni pure tu? L'acqua è così calda.»
Lei mi sorride e poi mi butta l'acqua ghiacciata di sopra.
Rimango scioccato «Vuoi la guerra, uccellino?»
Stella «Tanto è sicuro che vinco io.» sorride.
«Ah, si?» corro verso di lei ma scappa «Vieni qui! Lo sai che ti prenderò.» rido.
Stella «Non mi prenderai mai! Sei lento come una lumaca!» ride e corre.
«Vieni qui!» la rincorro e la prendo subito «Sei mia.» lei si dimena e cadiamo a terra. La blocco sotto di me tenendola per i polsi «Sono abituato a correre, non potevi battermi.» rido.
Stella «È stata tutta fortuna.» dice in un sussurro.
«Bugiarda.» la guardo negli occhi e non mi sposto di un centimetro.
Stella «Io la penso così. Solo fortuna.» sposta lo sguardo.
«Ti sbagli.» la lascio e mi siedo accanto a lei sulla sabbia.
Stella si mette vicino a lui   strofinando le mani sui jeans «Okok allora hai vinto tu.» sbuffa.
«É rilassante stare qui.»
Stella «Già, però sento un po' freddo.»
Che faccio? Mi sbottono la camicia restando a petto nudo e gliela metto nelle spalle.
«Va meglio?»
Stella «Certo. Benissimo.» lo fissa e poi abbassa lo sguardo.
Sorrido «Vorresti restare a cena?»
Stella «Il problema sono i vestiti.» si indica.
«Asciugati con il sole.»
Stella «Ma ci staremo ore.» si lamenta.
«D'accordo, allora, vieni con me.» mi alzo e la aiuto ad alzarsi.
Stella «Dove stiamo andando?»
«A comprare dei vestiti.» corro con lei e raggiungiamo un negozio dopo 10 minuti.
«Ecco, scegli ciò che vuoi.»
Stella «Scegliere? Ma costano un bel po'...» guarda i prezzi dei vestiti esposti.
«Scegli, non ti preoccupare. Pago io.»
Stella «Se lo dici tu...»
«Tranquilla.»
La guardo scegliere dei vestiti e andare nel camerino. Se ne prova diversi e tutti colorati. Alla fine esce con indosso un vestito blu scuro che sembra fatto apposta per lei.
Mi alzo dalla poltrona in cui sono stato seduto per tutto il tempo e dico «Wow, ti sta...d'incanto.»
Stella «Sicuro che ci sto bene?» si guarda allo specchio.
Mi avvicino e mi metto dietro di lei guardando i nostri riflessi sullo specchio «Mai stato più sicuro.»
Stella «Okay, ti credo.» prende il cellullare e si mette accanto a lui «Che ne dici di fare una foto? Per ricordare questa uscita.»
«Vuoi fare una foto con me?» dico stupito.
Stella «Avevo intenzione di farla ma se non vuoi fa niente...»
«No, no. Va benissimo.» le sorrido.
Stella «Ah ok, allora facciamola!» si mette nella stessa posizione come prima e poi scatta la foto appena sorridono insieme.
«Perfetta.»

●Stella●
«È venuta bene. Mi piace.» sorrido e poso il cellulare dentro la borsa che mi sono portata da casa «Che ne dici adesso di andare a mangiare qualcosa? Sto morendo di fame.» lo supplico con gli occhi.
Alessandro «Ti mancano le scarpe.»
«Si. Ma dopo andiamo a mangiare, giusto?»
Alessandro «Si.»
«Va bene...allora vedo le scarpe.» mi allontano e fisso le scarpe che ci sono vicino ai vestiti esposti «Ci sono queste blu e il tacco è basso. Potrebbero andare, no?» dico indecisa e guardo un altro paio di scarpe blu notte con il tacco e i nastri che devono essere messi attorno alla caviglia.
Alessandro «Se ti piacciono quelle con il nastro allora prendi quelle.»
«Allora prendo queste con i nastri.» li prendo e le provo «Almeno mi stanno bene?»
Alessandro sorride «Si. Per me staresti bene anche con un paio di pantofole.»
«Oh, ma che gentile!» sorrido e infine dico «Allora prendo questo vestito e le scarpe.»
Alessandro «Indossali ora. Io vado a pagare.»
Lo guardo allontanarsi e mentre cammina esce fuori dalla tasca dei soldi in contanti.
Ma quanti soldi si è portato?
Lo guardo incuriosita e lo osservo mentre paga il mio vestito e le mie scarpe.
Poco dopo ritorna indietro e usciamo insieme dal negozio d'abbigliamento.
«Ora dove si va?» chiedo guardandolo.
Alessandro «Ti piace il sushi?»
«Non ci sono mai andata.» faccio un piccolo sorriso.
Alessandro «Rimediamo subito.» la prende per mano.
Annuisco e poi ci incamminiamo finchè non arriviamo davanti a un ristorante giapponese: Sakura.
Entriamo e dico «Sembra grazioso.» osservo a sinistra un enorme bancone con tutti i tipi di sushi e salmone «Wow...»
Ci sediamo in un tavolo libero e guardo i camerieri servire ai tavoli.
Alessandro «Spero che il sushi sia buono.»
«Lo spero anch'io.» prendo il menù riposto sul tavolo e sfoglio le pagine.

Dopo qualche minuto si avvicina una cameriera che ci chiede cortesemente «Avete scelto cosa ordinare?»
Guardo Alessandro e poi la signora vicino a me «Si, io degli uramaki florida.»
La signora scrive sul block notes e dopo guarda Alessandro «E lei che ordina?»
Alessandro «Del sushi.»
La signora annuisce e dopo aver scritto va via dirigendosi in cucina con i menù che avevamo lasciato sul tavolo.
«Dopo aver provato il sushi che si fa? Ultima passeggiata?» lo guardo prendere i bastoncini in legno.
Alessandro «Si, perché no?»
«Allora vada per la passeggiata.» lo osservo mentre armeggia con le bacchette «Ma che stai facendo?» rido per il modo strano in cui le usa.
Alessandro «Sto cercando di capire come funzionano.»
«Daii non credo che sia così difficile.» le prendo anch'io «Guarda! Dovrebbe essere così...credo.»
Alessandro «Ahahah nemmeno tu lo sai!»
«Ehy! Sono più brava di te!» mi vanto e rido insieme a lui.
Alessandro «Non si direbbe.»
«Sei solo invidioso.» borbotto e rido.
Poco dopo arriva un altro cameriere con le nostre ordinazioni e dopo averci lasciato i piatti va via.
«Sembrano buoni.» tocco il sushi con le bacchette e cerco di prenderne uno.
Alessandro «Non ci resta che provare.»
«Assaggiamo.» ne mangio uno.
Continuiamo a mangiare e in pochi minuti finiamo. Ci facciamo dare il conto e poi Alessandro paga pure per me. Dopo usciamo e tiro fuori dalla borsa un pacco di sigarette Marlobo.
Alessandro «Fumi?»
«Si. Tu no?» porto la sigaretta alle labbra appena la accendo.
Alessandro «No, odio il fumo.»
«Ah...capisco.» allontano la sigaretta dalle labbra «Quindi non hai mai provato?»
Alessandro «No.»
«Capito. Io fumo dall'anno scorso.» faccio un tiro con la sigaretta. «Mi rilassa.»
Alessandro «Ti avvelena.»
«Che esagerato.» rido «Sono ancora viva, vedi?»
Alessandro «No, non vedo.» sorride.
Faccio un piccolo sorriso e consumo la sigaretta mentre camminiamo.
«Allora...che ne dici di parlarmi un po' di te? Dei tuoi hobby, quello che fai dopo la scuola e altro.» butto la sigaretta.
Alessandro «Non parlo molto di me di solito. Comunque mi piace guardare video al computer e fare fotografie ogni tanto.»
«Che genere di video al computer? Film?» chiedo curiosa.
Alessandro «Youtuber.»
Annuisce «E per quanto riguarda le foto? Che ti piace fotografare?»
Alessandro «Insetti.»
«Insetti?!» dico sbalordita.
Alessandro «Lo so che possono fare schifo ma vedi che sono fantastici.»
«Sei davvero strano, sai? Ma mi piace.» rido e scuoto la testa.
Alessandro «Ti piace cosa?»
«Beh...sei diverso dagli altri. In senso buono.» cerco di trovare le parole giuste.
Alessandro «Grazie. Tu invece come sei?»
«Non lo so. Secondo te sono strana?»
Alessandro «Non credo. Sei perfetta così come sei.»
«Ah si?...»
Alessandro «Si.»
Sorrido «Stavo pensando...che ne dici se ci scambiamo i numeri di cellulare? Per parlare.»
Alessandro «Non ho un cellulare.»
«Come mai non l'hai?»
Alessandro «Non posso permettermelo.»
«Come fai a non permetterti un telefono dopo che hai speso tutti quei soldi per la cena e per i vestiti?»
Alessandro «Ehm...diciamo che...»
«Quale sarebbe la scusa?»
Alessandro «Non ho un cellulare, dico davvero. Non mi piace usarli, ecco.»
Lo guardo dubbiosa «Se lo dici tu...»
Alessandro «Dico davvero.»
Sento la suoneria di un cellulare squillare e fisso la sua tasca «Che magia.» alzo lo sguardo verso di lui.
Alessandro sorride imbarazzato «Eh, ehm...» prende il cellulare «Pronto?Ah, adesso? Ok, ok arrivo.»
«Devi andare via?» faccio un sospiro.
Alessandro «Si, mi dispiace. Ci vediamo al solito posto, ok?»
«Si, certo. Al solito posto.»
Alessandro le dà un bacio sulla guancia «Ciao.»
Ricambio il saluto e poi lo lascio andare via.

Ore 8:00.
Esco da casa vestita con una maglietta blu notte, jeans scuri e le vanse nere dopodichè mi incammino a passo veloce verso la fermata degli autobus.

Ore 11:00.
Appena suona la campanella esco dalla classe e raggiungo i ragazzi per raccontargli di ieri sera.
Miriam «Allora Stella, non mi devi raccontare nulla?»
«Si, eccome. Ieri sono uscita con Alessandro.» faccio un sospiro «È un tipo...strano.»
Miriam «Com'è stato? Vi siete baciati?»
«È stato bello. Mi ha portato in riva al mare, poi siamo andati a fare shopping e infine abbiamo cenato insieme ma non ci siamo baciati! Siamo solo amici.»
Fabio «E cos'altro avete fatto insieme?» dice con una nota di fastidio nella voce.
«Niente di che. Abbiamo solo passato tutto il giorno insieme a passeggiare e a parlare.» dico in modo ovvio.
Fabio «Capisco...» dice piano e mette le mani dentro le tasche dei jeans.
Miriam «Che carini. Lui è di questa scuola, vero?»
Annuisco «Si, esatto. È al quarto anno se non sbaglio.»
Miriam «Perché non ce lo presenti?»
«Volevo fare un uscita tutti insieme, se vi va.» guardo i miei amici.
Miriam «Si, ci sto.»
«Per te va pure bene?» chiedo a Fabio che è pensioroso.
Fabio «Si, avrò modo di conoscerlo.»
«Perfetto! Allora vi dirò io quando possiamo uscire.»
Fabio «Si, aspetteremo.»
Sorrido e infine parliamo dei voti della scuola anche se Fabio parla stranamente poco.

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