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●Alessandro●
Il taxista mi lascia vicino casa e, dopo averlo pagato, scendo.
Mi avvio verso casa ma i ragazzi di prima mi tagliano la strada.
«Sentite, non voglio guai.»
Ragazzo «L'avete sentito? Non vuole guai.» ride.
Ragazzo 2 «Adesso andrà a cercare aiuto da paparino.»
Ragazzo 3 «Forse ci vuole sciogliere nell'acido. Non avete paura ragazzi?»
Ragazzo «Io sto tremando.»
«Lasciatemi un pace.»
Ragazzo «Non sei adatto a fare il "capo". Ritirati.»
Lo guardo negli occhi per rispondere ma decido di non farlo.
Ragazzo 2 «È diventato muto.»
Ragazzo «Stai pur certo che mio padre farà in modo che comandi io.»
«Che aspetti, allora?» lo sorpasso e vado via da lì.
Torno a casa e vado a dormire.
Quelli sono proprio dei cretini.
Mi metto sul letto e mi addormento poco dopo.

Ore 6:00.
Mi sveglio di colpo sentendo mio padre.
«Ma che succede?» dico assonnato.
Carmelo «Sbrigati, dobbiamo andare.»
«Ma che ore sono?»
Carmelo «Le sei. Alzati!»
Mi spavento e mi alzo in fretta.
Dove ho messo il cellulare!? Lo cerco in fretta: eccolo!
Era sul comodino.
Mi vesto con dei jeans, una felpa e la giacca. Poi esco velocemente con mio padre.
Saliamo in macchina e io durante il tragitto mi addormento.
Appena arriviamo mi sveglia e scendiamo.
Sono distrutto.
Entriamo di nuovo nell'edificio dell'altro giorno.
Carmelo «Oggi devi fare quello che non hai fatto la scorsa volta, intesi?»
«Si.» dico seccato.
Sospiro ed entriamo nel suo ufficio.
Carmelo «Resta qui e leggi i documenti come ti ho detto.»
«D'accordo, okay. Che palle.»
Carmelo «Tutti.»
«Ho capito.» lo guardo uscire e poi guardo la grande montagna di fogli.
Che odio...
No, non ci riesco.
Mi alzo ma sento vibrare il cellulare.
«Ma questo non è il mio cellulare. Cavolo, è di Stella!»
Accendo la schermata e leggo i messaggi da parte di Fabio:
Stella ma per stasera che si fa?
Puoi venire con me?
Appena puoi rispondimi😘
Vuole uscire con lei.
Non si arrende.
Dannazione, devo andare da lei stasera.
Eppure sono bloccato qui!
Apro la porta ma trovo mio padre.
Carmelo «Dove credi di andare?»
«Io...»
Carmelo «Vieni con me.»
«Io veramente stavo andando a casa.»
Neanche il tempo di parlare che mi prende e mi trascina con lui.
Mi porta dentro una stanza e mi guardo attorno.
Tutti i presenti si voltano verso di me.
Carmelo «Vi presento mio figlio.»
Mio padre mi spinge verso di loro.
«Salve.»
Mi sento troppo osservato e cerco indietreggiare ma mio padre mi spinge in avanti.
Carmelo «Lui prenderà il mio posto.»
«Come siamo certi che sia degno?»
«Si, infatti.» dice un'altro signore.
Carmelo «È mio figlio. Non dovreste avere dubbi.»
«Lo deve dimostrare. Non ci interessa la parentela.»
Carmelo «Lo dimostrerà senza dubbio.»
«Non vediamo l'ora.»
Carmelo «Bene. Vai pure Alessandro.»
«Ehm, si...» apro la porta ed esco.
Io non voglio fare niente di ciò che ha detto!
Cammino lungo il corridoio e cerco di uscire da qui.
Sfortunatamente trovo una stanza in cui stanno imballando della droga.
Richiudo subito la porta e finalmente trovo la giusta uscita.
Corro finché posso e non torno a casa.
Vado da Stella, ho bisogno di distrarmi.
La trovo a scuola e la guardo dalla finestra.
Solo vederla mi fa stare bene
Appena inizia la ricreazione torno a casa mia.
Non voglio essere come mio padre.
Non voglio!
Prendo a pugni la porta della mia stanza fino a farmi sanguinare le nocche.
Sospiro e vado in bagno a togliermi il sangue.
Non ho voglia di fare niente.
Purtroppo nel tardo pomeriggio mio padre rientra più incazzato che mai ed entra in camera mia.
Carmelo «Ti ho detto di andartene!?»
«Io volevo-» non mi fa finire la frase.
Carmelo «Tu volevi cosa?! Cosa vuoi!? Non fai altro che volere!»
«Io non voglio sostituirti!» mi tappo subito la bocca.
Carmelo «Cosa!? Molto bene. Se è questo che pensi...»
«Non volevo...»
Carmelo «Non hai bisogno di questo.» butta il computer a terra «E nemmeno della tv.» butta anch'essa a terra.
«Neanche di questo e di questo. E di questo? Non credo.» butta tutte le mie cose a terra, compresi i libri, e gli dà fuoco. Davanti ai miei occhi.
Mentre io resto fermo a fissare.
Quando tutto si è bruciato, non rimane altro che cenere.
Poi mio padre si avvicina e mi guarda negli occhi.
«Hai paura della morte Alessandro?»
Non rispondo.
Carmelo «È l'ultima volta che te lo dico. Tu farai esattamente ciò che ti dirò. Tutto. Niente escluso. Se ti dico di uccidere, tu uccidi! Se ti dico di spacciare, tu spacci! Se ti dico che mi sostituirai, tu lo farai.
Non devi mai più rivolgerti in questo modo a me. Da ora in poi mi ascolterai senza fiatare. Sono stato chiaro?»
Resto immobile a guardarlo.
Carmelo «Sono stato chiaro!?» urla dandogli uno schiaffo.
«S-si.»
Carmelo «Non ti sento!»
«Ho detto si!»
Carmelo «Bene. Adesso ripulisci questo schifo. Domani ti alzerai alle sei e verrai con me. Osa soltanto pensare di fare qualche scappatella e ti sciolgo nell'acido mentre respiri ancora!»
Si allontana e va via.
Odio la mia vita.
Mi siedo sul pavimento e piango tutte le lacrime che ho.

Il Figlio del BossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora